Meno controlli, più stabilità legislativa – i bisogni delle piccole e medie imprese secondo una ricerca

La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo prevede una crescita del due per cento per l’economia ucraina nel 2017. Nell’arco degli ultimi tre anni il governo ucraino ha iniziato a introdurre le diverse riforme necessarie a semplificare le attività imprenditoriali. Le misure comprendono un processo di deregolamentazione, la diminuzione dei controlli, una semplificata registrazione e presentazione dei rapporti per le aziende. Le attività economiche stanno sentendo veramente questi cambiamenti? Ne stanno stimolando sviluppo?

L’UCMC pubblica la versione abbreviata dell’articolo pubblicato su ZN.UA

Lo Stato crea degli ostacoli per le imprese

Più della metà – il 58 percento – dei rappresentanti delle piccole e medie imprese (PMI) in Ucraina considerano lo Stato un ostacolo e una fonte dei limiti per le loro attività, mentre il 28 percento lo identifica come un nemico. Solo il 14 percento lo considera come un partner. Tuttavia, l’89 percento delle PMI si aspetta un sostegno diretto o indiretto da parte dello Stato. Questi sono alcuni dei dati presentati in un rapporto analitico dell’USAID (L’Agenzia per lo sviluppo internazionale degli Stati Uniti) “Valutazione annuale del clima imprenditoriale” (Annual Business Climate Assessment).

Nonostante questo quadro, sembra esserci maggiore fiducia da parte degli imprenditori verso i governi locali – pari al 62 percento, mentre il 30 percento riserva fiducia per il Governo, il 25 percento per il Presidente dello stato e il 22 percento per il Parlamento. Questi dati dimostrano anche le alte aspettative dovute alla riforma di decentramento amministrativo.

I problemi per il business: domanda insufficiente, tassazione, regolamentazioni

La domanda insufficiente da parte dei consumatori. Nel 2016 il problema principale per il business è stato la domanda insufficiente da parte dei consumatori finali e i partner di affari. La mancata domanda rappresenta per le piccole e medie imprese un problema ben più grande delle aliquote di tassazione, delle complicate procedure di amministrazione o dell’instabilità politica. La mancata domanda e il basso potere d’acquisto della popolazione sono i motivi principali per i quali metà delle piccole e medie imprese intervistate non hanno intenzione di ampliare le attività imprenditoriali nell’arco dei prossimi due anni.

La tassazione. Un altro ostacolo di grande importanza è la tassazione. Per il 35 percento degli intervistati, le alte aliquote di tassazione ostacolerebbero la crescita – il quattro percento in più rispetto al 2015.

La regolamentazione. Altri ostacoli più diffusi per la crescita nel 2016 riguardavano l’ambito legislativo. Sono i frequenti cambiamenti della legislazione economica e la pressione regolatore. Quasi un quarto delle aziende intervistate (il 30 percento delle entità legali e il 20 percento delle persone fisiche) affronta questi problemi. Più grande è l’azienda, più grande è anche l’impatto negativo di questi due ostacoli.

Controlli. Rispetto al 2015, nel 2016 è cresciuta considerevolmente la percentuale delle piccole e medie imprese soggette a controllo di almeno un organo – rispettivamente dal 51 al 68 percento. È cresciuto anche il numero delle aziende e degli imprenditori che hanno pagato multe in seguirò a controlli; quasi due volte – dal 60,7 percento al 34,7 percento. Prendendo in considerazione la frequenza, i controlli che gravano maggiormente sugli imprenditori sono quelli portati avanti dall’autorità per la tassazione.

Il lungo processo delle riforme. Il rapporto parla chiaramente della indisposizione delle attività economiche verso i cambiamenti continui. Da una parte un quarto degli imprenditori ha ritenuto il cambiamento frequente della legislazione come un ostacolo allo sviluppo, dall’altra più della metà degli intervistati tra le riforme attese vorrebbe vedere imposta una moratoria di tre anni sulle modifiche delle leggi che regolano le attività economiche.

Più del 70 percento dei dirigenti delle piccole e medie imprese non hanno tratto alcun giovamento dalle misure di deregolamentazione approvate nel 2016. Un ulteriore 17 percento ha affermato che le condizioni delle loro attività sono peggiorate.

A seconda del settore di attività dal 40 al 77,2 percento degli imprenditori intervistati ritengono che le procedure regolatorie creino i problemi per le loro attività e per la crescita del degli affari. Comunque la visione delle prospettive cambia a seconda delle dimensioni delle attività economiche stesso.

La valutazione della situazione finanziaria ed economica nel Paese. I liberi professionisti considerano l’attuale situazione finanziaria ed economica peggiore rispetto alla percezione delle aziende. Più grandi sono le aziende, migliore è la loro valutazione dell’attuale situazione finanziaria ed economica e più ottimistico è il loro sguardo sull’attuale giro d’affari.   

I programmi più ambiziosi nell’ampliamento delle proprie attività sono quelli delle piccole e medie imprese. Così, il 59 percento delle piccole imprese e il 50 percento delle medie imprese hanno dichiarato la loro intenzione di amplificare le proprie attività nei due prossimi anni.

L’ottimismo infinito

Gli imprenditori ucraini, nonostante tutti gli ostacoli, guardano nel futuro con ottimismo. L’anno passato si sono migliorati tutti i componenti dell’indice del clima imprenditoriale, eccettuando la pianificazione a lungo termine.

Secondo i risultati della ricerca il settore delle piccole e medie imprese potrà crescere a patto che le riforme indirizzate a far crescere il business siano costanti e portino a dei risultati.

Foto: marketingland.com