La rassegna settimanale della stampa ucraina: il caso Savchenko

La rassegna settimanale della stampa ucraina: il caso Savchenko, la società civile si ritira dalla valutazione dei giudici, economia: una crescita lenta.

Il caso Savchenko: i fatti chiave

Lo sviluppo principale della settimana scorsa è stato l’arresto di Nadiya Savchenko, parlamentare ucraina ed ex-prigioniera del Cremlino. Due anni fa la sua liberazione mobilitò tutto il Paese così come molti partner e amici internazionali dell’Ucraina. Oggi Nadiya è tornata in prigione, quella ucraina questa volta, accusata di preparare un attacco terroristico.

L’arresto di Savchenko. Il 22 marzo gli investigatori del Servizio di sicurezza dell’Ucraina hanno arrestato la parlamentare Nadiya Savchenko nella sala della Verkhovna Rada (il Parlamento ucraino) dopo che i parlamentari hanno votato a sostegno della richiesta della Procura generale di revocare l’immunità parlamentare a Savchenko e arrestarla. Lo stesso giorno il Prosecutore generale Yuriy Lutsenko ha firmato e presentato l’accusa a Nadiya Savchenko.

Le accuse. L’ex-parlamentare incriminata di compiere azioni che hanno come scopo l’abbattimento dell’ordine costituzionale e la conquista del potere statale, con la preparazione di un attentato alla vita di un impiegato statale o un attivista civile, di un attacco terroristico, con l’assistenza di un’organizzazione terroristica e l’uso illegale di armi, munizioni ed esplosivi.

Il collegamento con il caso Ruban. L’8 marzo il Servizio di sicurezza dell’Ucraina ha detenuto Volodymyr Ruban, Capo dell’iniziativa civile “Il Centro per la liberazione dei prigionieri” dell’Ong il Corpo degli ufficiali, che si occupava dello scambio di prigionieri di guerra nell’Ucraina dell’est, mentre attraversava la linea di contatto (fra i territori controllati dal governo e quelli fuori controllo) nella regione di Donetsk. Era in procinto di portare clandestinamente nei territori controllati dal governo una grande consegna delle armi. Secondo le prime notizie uscite, Ruban avrebbe congiurato di attaccare da solo il quartiere del governo a Kyiv. Poco dopo, invece, le forze dell’ordine ucraine hanno dichiarato che Ruban aveva un complice in questo complotto. Già il 13 marzo gli investigatori del Servizio di sicurezza hanno convocato Nadiya Savchenko per interrogarla su questo caso.

Le prove del coinvolgimento di Savchenko. La Procura generale ha proiettato un filmato ai parlamentari nella sala delle sessioni, video che è stato anche caricato in rete ad accesso libero, in cui Nadiya Savchenko e Volodymyr Ruban discutono un piano per conquistare il potere. In questo video i due discutono dell’eliminazione fisica dei parlamentari nella Verkhovna Rada (il Parlamento) così come dell’assalto agli ufficiali di alto rango – il Presidente Petro Poroshenko, il Capo del Consiglio per la sicurezza e difesa nazionale Oleksandr Turchynov e il Ministro dell’Interno Arsen Avakov. I due avevano intenzione di realizzare il complotto utilizzando armi portate dai territori occupati della regione di Donetsk.

La difesa di Savchenko. Nadiya Savchenko ha confessato di essere coinvolta nel caso delle armi che hanno tentato di importare clandestinamente dai territori occupati. Secondo Savchenko, è stata una provocazione politica da parte sua. La parlamentare ha affermato che stavano trasportando armi dalla “DPR” assieme a Ruban a scopo virtuoso – perché ne restassero meno nei territori occupati. Inoltre, tutte le discussioni circa la preparazione degli attentati nel quartiere del governo non erano altro che un gioco, a parer suo. “È surreale davvero,” ha detto Savchenko.

In stato di fermo fino al 20 maggio. Il 23 marzo la corte distrettuale Shevchenkivsky di Kyiv ha scelto una misura cautelare alla parlamentare Nadiya Savchenko – arresto per 59 giorni fino al 20 maggio senza possibilità di essere liberata su cauzione.

Lo sciopero della fame. Secondo l’Ufficio stampa dell’Ombudswoman, Nadiya Savchenko ha annunciato di iniziare uno sciopero della fame in carcere. “Il 23 marzo è stata l’ultima volta che Nadiya ha toccato cibo,” comunica l’Ufficio del difensore civile.


La riforma giudiziaria ostacolata: perché i rappresentanti della società civile si ritirano dalla valutazione dei giudici

Il Consiglio civile per l’integrità si ritira dalla valutazione delle qualificazioni dei giudici. (Il Consiglio civile per l’integrità è un organo indipendente che assiste all’Alta commissione per qualificazione dei giudici per stabilire se i candidati per i posti di giudici corrispondano ai criteri dell’integrità). Hanno pubblicato una dichiarazione in merito sul loro sito. (Il testo in inglese).

Recentemente è iniziata la valutazione dei giudici che rappresenta una tappa chiave della riforma giudiziaria. Dovrebbe risultare in una purificazione del sistema dei giudici la cui reputazione è stata compromessa o la cui integrità non corrisponde agli standard. Invece, Il Consiglio civile per l’integrità dichiara che l’Alta commissione per la qualificazione dei giudici ha bloccato la purificazione reale del sistema avendo intrapreso una serie di passi che la ostacolano. Ad esempio, intendono intervistare cinquemila giudici nel corso di qualche mese, così un’intervista a volte dura non più di 6 minuti. I membri del Consiglio temono inoltre di che possano ritornare sui propri posti anche giudici disonesti – quelli che emettevano decisioni illegali nei confronti degli attivisti del Maidan, quelli i cui redditi non corrispondono alle somme dichiarate oppure quelli le cui decisioni illegalli sono diventate il soggetto della considerazione della Corte europea dei diritti dell’uomo. Inoltre, puntano sul fatto che la procedura per la valutazione dei giudici non è trasparente.

Così, il Consiglio civile per l’integrità dichiara il proprio ritiro dal processo della valutazione che non corrisponde ai criteri dell’integrità, chiedendo altresì che tale azione venga bloccata immediatamente. Sarà possibile riprendere la valutazione non appena i criteri stabiliti saranno rispettati, affermano i membri del Consiglio.


Economia: una crescita lenta

La crescita del Pil. Secondo il Comitato statale per la statistica, il Pil ucraino è cresciuto del 2,5 per cento nel 2017, superando così la prognosi del 0,3 per cento. Nel 2016 il Pil è cresciuto del 2,4 per cento.

Il disavanzo di bilancio. Secondo il Ministero delle finanze, il disavanzo di bilancio statale nel 2017 ammontava a 47,9 miliardi di hryvnia (circa 1,5 miliardi di euro) pari all’1,6 per cento del Pil. Nel 2016 il disavanzo di bilancio costituiva 70,3 miliardi di hryvnia (circa 2,1 miliardi di euro) pari al 2,9 per cento del Pil.

Il Fmi categorizza l’Ucraina come un’economia di mercato emergente. Cosa significa? In uno dei suoi rapporti recenti, il Fondo monetario internazionale ha svolto una ricerca sulla situazione macroeconomica dei Paesi in via di sviluppo a basso livello di reddito pro capite. Nonostante il fatto che in base alle cifre l’Ucraina rientrasse in tale categoria – il reddito pro capite nel 2014 nel Paese è stato 14 per cento in meno rispetto al livello stabilito – l’Ucraina non è stata categorizzata come un Paese in via di sviluppo a basso livello di reddito pro capite. Il motivo principale di tale mancata categorizzazione si spiega col fatto che il declino dei redditi è dovuto in primis al conflitto militare nell’est del Paese. Inolte, secondo il Fmi, la struttura dell’economia ucraina è tipica dei Paesi con l’economia di mercato.

Foto: UKRINFORM.