Filmare collettivamente: come i giovani cinematografisti ucraini girano film di successo aiutandosi vicendevolmente. Intervista a Valeria Sochyvets

Filmare collettivamente: come i giovani cinematografisti ucraini girano film di successo aiutandosi vicendevolmente. Intervista a Valeria Sochyvets

Valeria Sochyvets è una regista e produttrice ucraina, co-fondatrice dell’organizzazione CUC (in ucraino SUK: Cinema ucraino contemporaneo) che riunisce giovani cinematografisti ucraini. Negli ultimi anni il giovane cinema ucraino ha raggiunto un pubblico sempre più ampio all’interno del Paese tanto da aggiudicarsi premi internazionali. L’UCMC ha parlato con Valeria sul modo in cui i giovani registi girano film senza budget, sulla provenienza dei soggetti delle loro trame e la ricerca di nuovi talenti.

UCMC: Quando è nata l’organizzazione CUC e di cosa si occupa?

Valeria Sochyvets: All’indomani della laurea, ognuno di noi aveva prodotto dei film, pellicole che avevano ricevuto buone critiche alla presentazione come progetti di laurea. Ho iniziato così a raccoglierle e son riuscita a farle proiettare nei cinema club in diverse città ucraine.

Il CUC come comunità si formò al Gogolfest. [Festival ucraino di arte contemporanea, che include programmi di teatro, cinema, arti visive e letteraria ecc. – UCMC]. Io, allora, lavoravo come curatrice del festival, e mi fu suggerito di compilare una rassegna dei film ucraini. Li raccolsi assieme ai loro autori, fu un gioco di squadra. Il nome CUC era del programma usato al Gogolfest nel 2013. Più tardi, durante quell’anno, si tenne il festival del cinema Molodist: fu probabilmente a quel punto che cominciammo a sentire lo spirito del gruppo. A quell’edizione parteciparono molti studenti internazionali con i quali scambiammo più di qualche parola. Ci registrammo ufficialmente nel marzo 2015 dopodiché iniziammo a operare come ONG.

Al momento stiamo lavorando al progetto “Kinosereda” (il mercoledì cinematografico): a Kyiv, ogni mercoledì si possono vedere film ucraini e incontrare i cinematografisti. Organizziamo inoltre rassegne sui film ucraini e, se ci arrivano richieste da alcune regioni ucraine, facciamo proiettare i film e, se possibile, facciamo in modo che siano presenti i registi. Continuiamo a filmare.

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Foto: CUC. Una proiezione al cinema Lira a Kyiv organizzata dal CUC.

UCMC: Chi sono e quanti sono i membri del CUC?

V.S.: Il CUC riunisce professionisti della cinematografia, ossia attori, operatori di ripresa, progettisti del suono, ecc. Per l’organizzazione ci danno una mano alcuni volontari. Tra i registi all’interno del CUC, oltre alla sottoscritta, vi sono Philip Sotnychenko, Nikon Romanchenko, Kateryna Gornostay, Novruz Hikmet, Mykhailo Masloboyshchykov, Yuriy Shylov, Anna Korzh, Antonio Lukich e altri. I membri attivi sono una ventina.

UCMC: Ci parli in breve del contesto e del premio Zoloty SUK svolto dal CUC.

V.S.: I film nominati per il premio Zoloty SUK (letteralmente “ramo dorato”, un gioco di parole – UCMC) sono stati selezionati da una commissione composta dai registi Nikon Romanchenko, Philip Sotnychenko e Kateryna Gornostay. Quest’anno (2016) abbiamo ricevuto 250 domande di partecipazione – corti e video musicali ucraini. I rappresentanti del festival Molodist e del festival del cinema di Odesa hanno partecipato alle nostre proiezioni per selezionare i nuovi nomi per i propri eventi.

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Foto: CUC. Il premio Zoloty SUK

UCMC: Da quali fonti è finanziata la produzione del cinema ucraino contemporaneo?

V.S.: Nonostante noi tutti siamo registi laureati, il nostro lavoro rimane un hobby che costa. Abbiamo anni di studi alle spalle, e sappiamo come lavorare, tuttavia non guadagniamo occupandoci di questo. Siamo costretti a svolgere lavoretti qui e là, a cercare dei clienti a cui fare video musicali o di pubblicità per poter girare un film: tutto questo è quello che vorremmo davvero fare, non ci immaginiamo la nostra vita senza di ciò.

Abbiamo presentato il film “La pausa tecnica” (“Technical Break”) di Philip Sotnychenko per il pitching statale tre volte. La terza era l’ultima tornata utile. Se anche in quell’occasione non fosse stato scelto, avevamo già deciso che lo avremmo girato da soli. Dopo esserci presentati come CUC, la commissione ha assegnato il punteggio più alto alla sceneggiatura, nonostante questa fosse identica a quella precedente.

Anche il mio debutto alla regia è finanziato dall’Agenzia statale ucraina per il cinema. Lo stesso vale per Nikon Romanchenko e Mykhailo Masloboyshchykov che girano i propri film di debutto finanziati dall’Agenzia statale. I film di prima erano opere studentesche. Siamo contentissimi. Non dobbiamo più porci limiti. Di solito giriamo così: “Sai, ho un’idea: mi servirebbe la tua camera per un giorno solo, per favore.”

A volte succede che l’operatore di ripresa ha girato qualche scena con te ma al momento sta filmando una serie tv e viene pagato, per questo gli è più vantaggioso. Allora chiamiamo i registi: “Philip, Nikon, filmatemi, per cortesia”. Sì, la maggior parte dei film che abbiamo girati negli ultimi anni (2013-2016) si basano sul principio dell’assistenza reciproca.

Fra di noi abbiamo deciso che ogni mese ognuno mette da parte qualche somma di denaro per creare un fondo al quale, nel momento del bisogno, possiamo attingere, per comprare, ad esempio, i biglietti aerei per partecipare a un evento. Ci sono alcuni fondi che aiutano, in caso di necessità, a pagare il trasporto aereo verso la location di un festival: il Fondo “Open Ukraine” di Arseniy Yatsenyuk, la Fondazione di Igor Iankovskyi. In passato c’era anche il Fondo di Rinat Akhmetov che finanziava anche la produzione di film. Esiste inoltre un concorso di sceneggiatura per ottenere finanziamenti dal Presidente.

UCMC: Quali sono le attività del CUC nella scena internazionale?

V.S.: L’anno scorso, assieme a Philip Sotnychenko, con il film “Il Figlio” (Son) [Valeria è produttrice del film – UCMC] siamo stati selezionati per il Festival Internazionale del Cortometraggio di Clermont-Ferrand, un festival di classe A. C’è anche un grande mercato cinematografico. C’è la possibilità di vendere un corto ai canali tv, ad esempio al Canal+. Penso che i registi giovani debbano visitare i mercati cinematografici, dato che sono presenti selezionatori dagli altri festival. Al momento lo stand nazionale ucraino è presente alla Berlinale e a Cannes. Quest’anno (2016) erano due le proiezioni dei film ucraini nell’arco del mercato cinematografico a Cannes. Queste proiezioni erano a pagamento, la Fondazione di Igor Iankovskyi ci ha aiutato a coprire i costi.

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Foto: CUC. I giovani registi ucraini al Mercato cinematografico a Cannes, 2016.

Secondo la mia opinione, esistono festival che sarebbero più vantaggiosi per il cinema ucraino. Ad esempio, il Festival internazionale del film di Friburgo (Svizzera) si focalizza su Paesi in cui l’industria cinematografica è ancora sottosviluppata. Non sono presenti film prodotti in Germania, Francia o Romania. L’Europa è stata rappresentata solamente dall’Ucraina. L’anno scorso è stato Philip Sotnychenko a rappresentare l’Ucraina all’evento, l’anno precedente è toccato a me. Ci sono anche alcuni festival orientati esclusivamente all’Europa orientale, per prendere parte al quale l’Ucraina deve inviare domande di partecipazione mirate. Offrono sostegno allo sviluppo della sceneggiatura, hanno dei fondi che si interessano di finanziare i progetti futuri dell’Europa orientale.

UCMC: Com’è percepito il cinema contemporaneo ucraino all’estero? È comprensibile?

V.S.: Alcuni film sono comprensibili, altri no. Capisco che non avrei visto, ad esempio, il film “La salsiccia di sangue” (Blood sausage) di Arkadiy Nepytaliuk (il vincitore del concorso nazionale al festival Molodist nel 2016 – UCMC) a Clermont-Ferrand. Il pubblico internazionale non lo capisce del tutto, tutte le scene comiche sono per un pubblico ucraino. Il film “Senza di te” (Without You) di Nariman Aliev, invece, l’avrei visto. Abbiamo un film di Yuriy Shylov “Panorama”, non ben accettato dai festival: durante le proiezioni in Polonia, tutto il pubblico rideva, specie per l’uso di alcune parolacce che risultavano simili alla loro lingua. L’hanno percepito ma solo perché capiscono un po’ la lingua.

UCMC: La maggioranza dei film ucraini recenti hanno trame attuali che riflettono la realtà ucraina. Da dove prendete i soggetti per i vostri film?

V.S.: Una parte considerevole dei film non hanno uno sceneggiatore separato. Spesso sono i registi stessi gli sceneggiatori dei propri film. Nella maggior parte dei casi, come soggetto viene scelta la storia che la regista ha visto o vissuto, o sentito, e a cui ha aggiunto la sua esperienza personale. Tentiamo di collaborare con gli sceneggiatori, leggiamo la sceneggiatura, ma spesso non sentiamo i soggetti come “nostri”. Nella tua squadra raccogli gente con cui puoi anche non parlare. Devi avere un team che ti capisce al volo. Il regista deve ispirare la propria squadra perché ci sia un lavoro di gruppo. Si tratta proprio di un gioco di squadra.

Valeria Sochyvets è nata nel 1992 a Kyiv. Ha studiato regia presso l’Università nazionale Karpenko-Kary di teatro, cinema e televisione di Kyiv. È regista di due cortometraggi studenteschi “Sangue” (Blood) e “Analgesia”, e del corto di debutto “Altalena” (Swings). Fondatrice e presidente del gruppo cinematografistico CUC.