Qualcuno non vuole che la MMS dell’OSCE veda che cosa sta succedendo nelle zone di frontiera e nel territorio sotto il controllo delle cosidette repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk

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Kyiv, 29 gennaio 2016. L’area più ampia nei pressi di Horlivka rimane molto instabile. La missione di monitoraggio speciale dell’OSCE (la MMS) ha osservato molte violazioni del cessate il fuoco nelle aree a nord-est della città. Il 20 gennaio, ad esempio, gli oservatori hanno registrato 43 esplosioni d’origine indeterminata in meno di un’ora. La MMS continua a registrare i combattimenti in Zaitseve. Ha registrato l’uso dei mortai di 82mm e 120mm vietati  secondo gli accordi di Minsk. Questo è stato annunciato da Alexander Hug, vice responsabile della missione di monitoraggio speciale dell’OSCE in Ucraina in una conferenza stampa all’Ukraine Crisis Media Center. “Abbiamo visto anche un lieve aumento della violenza all’aeroporto di Donetsk e dintorni”, ha aggiunto lui.

Secondo Hug, la MMS osserve la violenza nel triangolo di Kominternove-Pavlopil-Oktyabr. La SMM ha notato alcuni “incidenti molto preoccupanti” là. Il 20 gennaio, per esempio, ha sentito circa 25 esplosioni di artiglieria nei pressi di Kominternove. Hug ha aggiunto che una dinamica simile esiste intorno Mariinka. “L’area ha un valore militare, forse è chiave per sbloccare l’attuale situazione di stallo nelle zone ad ovest e nord-ovest della città. Sappiamo che i cecchini operano lì.  Ma ancor più preoccupanti sono le informazioni ricevute riguardo ad armamenti dispiegati lì o in arrivo”, ha spiegato lui. Hug ha ricordato che recentemente la pattuglia della MMS è stata attaccata. “Qualcuno non vuole che la MMS veda cosa sta succedendo”, sostiene lui.

La SMM ha visto anche 40 carri armati, 115 mezzi corazzati, 35 pezzi di artiglieria, e 50 camion di tipo militare nella zona vicino a Ternove, controllata dalla cosiddetta “Repubblica Popolare di Donetsk”. Hug ha dichiarato che la situazione con la libertà di movimento della MMS sta peggiorando. “Abbiamo sollevato questa questione costantemente con il Centro comune per il controllo e il coordinamento. La loro risposta è stata meno che adeguata”, ha sottolineato lui. Secondo Alexander Hug, erano anche limitati nel vedere cosa sta succedendo nelle zone di confine.