In Crimea inviato il caso criminale contro il giornalista della Radio Liberty per le attività professionali

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Kyiv, il 31 agosto 2016. Oggi in Crimea i difensori dei diritti umani sono costretti ad operare nell’atmosfera di perseguizione alla quale sono sottoposti i tatari crimeani ed i giornalisti. “Il problema grande è legata alla libertà di stampa e alla violazione di essa nella Crimea. Il caso più lampante di violazione della libertà di stampa e dei diritti del giornalista da parte delle autorità russe è il procedimento penale contro Mykola Semena. Secondo le nostre aspettative nel ottobre-novembre il suo caso penale sarà inviato al Tribunale russo nella Crimea,” ha detto Aleksandr Popkov, l’avvocato di Mykola Semena, in un briefing stampa presso l’Ukraine Crisis Media Center.

Secondo l’avvocato, Mykola Semena è incriminato con l’istigazione alla violazione dell’integrità territoriale della Federazione Russa. “Infatti è incriminato perché ha espresso gli appelli per liberare la Crimea e farla tornare all’Ucraina. Stiamo provando ad difenderlo. Mykola Semena ha rifiutato a collaborare con le cosidette indagini e accettare la sua presunta colpa,” ha spiegato l’avvocato Popkov. Il giornalista non ha voluto rinunciare ai suoi principi. L’avvocato ha chiamato la comunità giornalista ad aiutare a raccogliere qualunque informazioni o testimonianze che potessero essere utili per la difesa di Semena. Mykola ha anche gravi problemi di salute. Popkov ha fatto notare che l’Istituto nazionale chirurgico dell’Ucraina gli ha fissato un appuntamento a Kyiv per il 19 luglio scorso perché prendesse le cure e fosse esaminato. Il non prendere delle cure può risultare persino in una disabilità. Un appello è stato inviato agli investigatori del suo caso chiedendo l’acesso alle cure per Semena. Nessun risposta è stata ricevuta. Per il momento l’Istituto neurochirurgico di Romodanov a Kyiv è pronto a curare Semena gratis. L’avvocato ha anche sottolineato che è venuto a Kyiv dalla Russia per raccogliere le informazioni necessarie per il caso, incontrare i rappresentanti del Ministero degli esteri ucraino e gli esperti.

“La libertà di stampa in Crimea non è rimasta. Oggi è un ghetto di informazioni,” ha detto Emine Jeppar, la prima vice ministra ucraina per la politica d’informazione. I giornalisti affaciano la scelta: o lasciare la professione, o lavorare per conto dell’occupazione, o lasciare il territorio della Crimea e lavorare in deportazione. “Nell’ultimo periodo – dal maggio fino a questo giorno – abbiamo registrato 7-8 casi di violazione della libertà di stampa,” ha detto Jeppar. I casi includo il blocco di siti (il sito di “Krym.Realii”), i membri di famiglia di Semena sono stati chiamati all’interrogazione, nel maggio scorso il Servizio di sicurezza della Federazione Russa (l’FSB) ha detenuto Zair Kadyrov, un giornalista e blogger tataro crimeano. Jeppar ha anche parlato del caso lampante quando il 12 luglio scorso il Servizio federale russo per il monitoraggio finanziario ha incluso nella lista di estremisti e terroristi i giornalisti ucraini Ganna Andriyevska e Mykola Semena. La strategia di difesa nel caso di Mykola Semena che è stata scelta e presentare le informazioni al pubblico su come procedono le indagini nel più attivo modo possibile.

Volodymyr Prytula, capo del progetto crimeano della Radio Liberty “Krym.Realii” ha sottolineato che Mykola Semena è perseguitato appunto per via delle sue attività professionali. Semena ha un esperienza nel campo giornalistico di 50 anni, è un giornalista della Radio Liberty e di tante altre testate ucraine. Prytula ha espresso la speranza che il caso di Mykola Semena avesse il sostegno largo da parte della comunità giornalista internazionale nonché le organizzazioni per la tutela dei diritti umani.