Manifestazione #SaveAleppo a Kyiv: gli ucraini protestano contro le azioni della Russia in Siria

I cittadini ucraini, così come quelli di altri paesi europei, osservano con orrore gli avvenimenti ad Aleppo. “La Russia merita sanzioni aggiuntive per quello che sta facendo in Siria,” ha dichiarato il presidente ucraino Petro Poroshenko in una conversazione telefonica con il Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.

Il 15 dicembre 2016 la gente si è riunita in una manifestazione davanti all’Ambasciata russa a Kyiv per protestare contro le azioni del Paese in Siria. Nonostante il freddo, qualche decina di persone si sono trovate per esprimere la propria solidarietà con il popolo siriano e la propria indignazione nei confronti delle azioni della Russia che sostiene l’esercito governativo di Assad.

Il team dell’UCMC ha visitato il posto. Raccontiamo quali sono state le richieste dei manifestanti e se questi sono riusciti a parlare coi rappresentanti dell’Ambasciata.

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Alcuni giorni prima, il 12 dicembre, la rete è stata sconvolta da appelli foto e video postati dagli abitanti di Aleppo sulle rete sociali. In questo modo i siriani speravano di attrarre l’attenzione della comunità internazionale a seguito di tali atrocità ad Aleppo. Molti di loro hanno anche sottolineato la criticità della situazione affermando che le proprie speranze di sopravvivenza erano vane.

Nel corso della manifestazione alcuni attivisti hanno appeso alla recinzione dell’Ambasciata foto di vittime civili dei bombardamenti ad Aleppo, poster con gli appelli stampati che gli abitanti della città siriana assediata hanno lanciato sui social. Gli attivisti hanno anche portato i poster disegnati a mano con vari slogan a sostegno dei siriani, poster che, fra l’altro, ricordavano le precedenti guerra inflitte dalla Russia negli ultimi anni in Cecenia, Georgia e Ucraina.

Simili manifestazioni si sono tenute in altre città ucraine, tra cui Lviv e Kharkiv.

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“Non possiamo stare a guardare l’orrore che sta accadendo. Ci vergogniamo del fatto che tali manifestazioni non siano state organizzate prima,” afferma Alya Shandra, coordinatrice del progetto Euromaidan Press e co-organizzatrice dell’evento. “Ci siamo concentrati sui problemi del nostro Paese. Tuttavia vediamo che anche la Siria è vittima dell’indifferenza internazionale a pari dell’Ucraina. Non possiamo non sostenerla. Non possiamo aiutare i siriani con i mezzi militari, ma possiamo formare l’opinione pubblica perché eserciti pressione sui politici,” racconta Shandra.

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La coordinatrice del citizen media è convinta che “Assad non avrebbe retto così a lungo se non ci fosse stato il sostegno militare, diplomatico e mediatico di Putin. Noi, come nessun altro, sappiamo com’è quando ‘il mondo russo’ arriva in casa tua all’improvviso. Vediamo che l’aggressione russa non è solamente un problema ucraino ma internazionale. Possiamo superarlo solamente unendo le forze cercando solidarietà e collaborazione,” ha detto Shandra.

Gli organizzatori della manifestazione richiedevano che:

– si metta fine ai bombardamenti alla popolazione civile ad Aleppo,

– venga abbandonato l’uso di armi di distruzione di massa, tra cui armi chimiche proibite da parte della coalizione russo-assada,

– venga assicurato un passaggio ai 100mila civili di Aleppo così come suggerito dall’Onu.

Gli attivisti hanno inoltre lanciato un appello:

– all’Ue e agli Stati Uniti perché introducano le sanzioni in seguito alle suddette azioni da parte della Russia e ai crimini contro l’umanità,

– ai paesi membri dell’Onu perché elaborino un meccanismo più decisivo atto a reagire alla situazione come quella presente in Siria,

– a tutte le parti del conflitto affinché rispettino il diritto umanitario internazionale specie nel campo del trattamento dei prigionieri di guerra.

“Voglio sostenere i siriani, in particolare i bambini. Vedo su internet cosa accade laggiù. Muoiono bambini, è qualcosa che ci ha anche toccato. Quando pensi che potrebbe accadere a Kyiv, non puoi restare indifferente,” dice un partecipante della manifestazione, l’imprenditore Ruslan Hutsul.

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L’ex-prigioniero politico ucraino Gennadiy Afanasiyev è stato rilasciato dal carcere russo lo scorso giugno. Oggi ha preso parte alla manifestazione. “Non è un proiettile che uccide ma l’indifferenza,” dice Afanasiyev. “La nostra solidarietà oggi è un atto di sostegno al popolo che sta morendo in questo momento. Non possiamo più tacere dopo quello che è accaduto in Georgia, in Cecenia, dopo quello che sta accadendo in Ucraina e in Siria. Quando è accaduto in Georgia, io personalmente non ho reagito e me ne vergogno. Siamo venuti qui oggi per richiamare la comunità internazionale affinché rafforzi le sanzioni contro la Federazione Russa, contro Bashar al-Assad per far sì che si metta fine immediatamente all’utilizzo delle armi chimiche, delle munizioni a grappolo e dei lanciafiamme. Senza dubbio si deve creare un passaggio per far sì che le persone si salvino,” spiega l’ex-prigioniero politico.

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Alla manifestazione hanno partecipato anche alcuni rappresentanti della comunità siriana. Muhammed Zaidia, siriano, racconta: “Sono venuto per dire no alla politica della Federazione Russa in Siria. La Federazione Russa in Siria deve assistere alla pace e ne è capace ma purtroppo fa parte del conflitto. Ha causato tantissime rovine e tantissime vittime. Quello che sta accadendo ad Aleppo oggi fa paura, non si può raccontarlo a parole. Al momento sono circa 100mila le persone che si trovano nella trappola mortale ad Aleppo. Si negozia per organizzare un passaggio pacifico per salvarli dagli attacchi aerei. Russia, Turchia e Iran hanno un ruolo significativo nell’organizzazione di tale processo.”

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Muhammed parla del sostegno da parte degli ucraini: “Oggi gli ucraini hanno dimostrato che non sono rimasti indifferenti. Tutte le persone ragionevoli capiscono che quello che accade in Siria potrebbe accadere anche da noi. Nessuno riesce a dimenticare quello che è accaduto in Siria e nell’est dell’Ucraina. Siamo vicini agli ucraini e siamo pronti a risolvere insieme tutte le questioni che riguardano l’aggressione russa in Ucraina. Tutti hanno aiutato i profughi dall’est dell’Ucraina, lo facciamo anche noi. Purtroppo è molto difficile fare lo stesso in Siria ora,” racconta il rappresentante della comunità siriana in Ucraina.

La manifestazione è durata un’ora. Nessun rappresentante dell’Ambasciata è uscito per incontrare i manifestanti.

Testo e foto: il collettivo dell’UCMC

Editing letterario e correzione bozze: Paolo De Munari