Rassegna della stampa ucraina dal 7 al 13 marzo 2017

Situazione nella zona dei combattimenti

 Avdiivka. L’11 marzo, a seguito di bombardamenti da parte dei militanti filorussi sono state nuovamente danneggiate le linee elettriche ad alta tensione della città. Questo ha causato l’interruzione della fornitura di energia elettrica ad Avdiivka, all’impianto di gas di cokeria e alla stazione di filtraggio di Donetsk. Queste centrali sono infrastrutture importantissime poichè forniscono acqua e riscaldamneto a tutti gli abitanti della zona. Il 12 Marzo la citta è stata inoltre bombardata dai sistemi di fuoco a salve «Grad» e solamente la mattina del 13 marzo i militanti hanno accettato, per iscritto, di osservare il cessate il fuoco per consentire i lavori di ricostruzione.

OSCE. «Rispetto a due settimane fa, il numero di casi registrati di utilizzo di armi vietate è cresciuto del 230% nell’ultima settimana”, ha dichiarato Alexander Hug, il primo vice capo della Missione speciale di monitoraggio OSCE in Ucraina.

Secondo la Missione OSCE, dall’inizio dell’anno nell’Ucraina orientale 86 civili sono stati colpiti, tra i quali 16 i decessi.

La vita nel «DNR» e «LNR»

Esercito del «DNR» a contratto . L’ex cosiddetto “ministro della difesa del DNRIgor Ghirkin (Strelkov) ha parlato dell’attuale composizione dei raggruppamenti terroristici armati nel Donbass. Secondo lui, tra i militanti del Donbass non vi sono più i “miliziani”. Coloro infatti che combattono nell’est dell’Ucraina sono dei contrattisti, che vengono pagati 15.000 rublі (meno di 250 euro) al mese.

La morte di un leader dei militanti. Il 12 marzo a Donetsk è morto uno dei organizzatori del “DNR” Vladimir  Makovych. “E’ stato riportato che Makovych è morto a Donetsk. Per coloro che non lo conoscono, è stato proprio lui a leggere, il 7 aprile del 2014, al popolo la “Dichiarazione dell’indipendenza statale del  “DNR”, ha scritto in Facebook uno degli ex capi del cosidetto “Ministero degli Esteri del DNR” Boris Borisov.

I mercenari stranieri nei territori occupati: la mancanza di punizioni.

Nell’est dell’Ucraina, oltre alla presenza dei russi, sono numerosi anche i mercenari provenienti da Serbia, Slovacchia, Bielorussia, Francia, Italia e di alcuni altri paesi. Il Servizio di sicurezza dell’Ucraina ha recentemente riferito di aver chiuso il canale attraverso il quale i mercenari stranieri dall’Occidente venivano dislocati nel “LNR” e di aver arrestato un militante braziliano. Secondo il giornalista slovacco Tomasz Forro, tra i mercenari che combattono nell’est dell’Ucraina vi sono dei nazionalisti che sostengono il Cremlino, alcuni nostalgici di sinistra che vogliono vivere in una nuova Unione Sovietica restaurata dalla Russia, nonché soldati a contratto per i quali vivere senza prendere parte ad una guerra è molto difficile e per questo partecipano a molti conflitti armati in varie parti del mondo. Lo stesso Forro è però molto dubbioso sul fatto che i paesi da cui questi combattenti contro l’Ucraina provengano facciano effettivamente tutto il possibile per punirli, dopo il loro rientro in patria.

I risultati della prima settimana del processo all‘Aia: che cosa si dovrebbe sapere

 Nei giorni del 6 – 9 marzo all’Aia si sono tenute udienze presso la Corte internazionale di giustizia riguardo la causa dell’Ucraina contro la Russia. La parte ucraina durante il suo discorso il 6 marzo ha chiesto alla Corte di obbligare la Russia non solo a cessare i finanziamenti e le forniture di armi e di attrezzature alle “DNR” “LNR”, ma anche interrompere l’addestramento dei i raggruppamenti militari illegali nel Donbass.

Nel secondo giorno delle udienze la parte russa ha invece presentato i propri argomenti. Nell’ultimo giorno, infine la Russia ha dichiarato che la parte ucraina non possegga delle prove concrete della fornitura di armi dalla Russai ai militanti. Comunque, il Cremlino ha promesso che riconoscerà il verdetto della Corte dell’Aia.

Il politologo Mykhailo Basarab ha sottolineato che, secondo alcuni avvocati delle parti, il processo potrebbe durare per anni. Tuttavia, l’Ucraina spera che la Corte internazionale di giustizia deciderà su misure specifiche per ridurre le escalation di violenza nelle regioni di Luhansk e di Donetsk, ad esempio costringendo la Russia a cessare i rifornimenti di armi.

La Crimea: la «nazionalizzazione» ha raggiunto le imprese di Akhmetov?

Il processo di «nazionalizzazione» effettuato dalle autorità controllate dalla Russia in Crimea ha raggiunto i beni dell’imprenditore ucraino Rinat Akhmetov. Nei primi giorni della scorsa settimana in due grandi impianti a Kerch – quello metallurgico e quello di interuttori ferroviari – è stata introdotta un’amministrazione provvisoria. Come hanno spiegato alcuni funzionari della Crimea, gli impianti che negli ultimi tre anni sono stati amministrati dai proprietari ucraini, diventano ora proprietà statale.

I legali rappresentanti dell’oligarca Akhmetov non hanno commentato la situazione. Ricordiamo però che, nei primi giorni di marzo, nei terrotori del Donbas temporaneamente occupati, i militanti hanno iniziato un’altra “nazionalizzazione” delle imprese, tra cui vi sono proprio quelle di Rinat Akhmetov.

L’UCMC ha già scritto di questa situazione in due articoli:  Il blocco della fornitura di carbone dal Donbas: cinque cose da sapere; Il blocco del Donbas e la conquista di stabilimenti nelle DPR/LPR: il capolinea dell’impero di Akhmetov?

Sociologi ucraini hanno presentato i risultati delle indagini a Milano

Il 23 febbraio 2017 a Milano gli analisti del Fondo «Iniziative democratiche Ilko Kucheriv» – il direttore di ricerca del Fondo e il professore di scenze politiche dell’Università ‘Kyiv Mohyla Academy’ Oleksii Garan con il politologo Oleksii Cydorchuk – hanno presentato una valutazione sugli atteggiamenti della società ucraina verso il percorso delle riforme e alcune opinioni sul possibile futuro dei terrirori del Donbass (i link sono in inglese). Sono state poi tenute due discussioni pubbliche –una all’Università statale di Milano e una seconda al Consolato generale dell’Ucraina a Milano.

Cultura: il concerto nella Crimea annessa sarà un ostacolo per la partecipante russa all’Eurovision?

La Russia ha nominato la musicista che rappresenterà il Paese all’Eurovision-2017 in Ucraina. L’artista Julia Samoylova ha una disabilità ed è costretta a spostarsi su una sedia a rotelle. Gli attivisti del movimento civico non violento “Vidsich” (Il Rifiuto) controllando le informazioni dei social di Samoylova, hanno contestato il fatto che la cantautrice si sia esibita nel 2015 nella Crimea occupata. Secondo gli attivisti quello della cantante non è stato solamente un gesto a sostegno dell’aggressione russa ma è anche una violazione della procedura di entrata nella Crimea occupata. “Vidsich” ha quindi richiesto al Servizio di sicurezza ucraino di non permettere alla Samoylova di entrare nel territorio ucraino. La portavoce del Servizio di sicurezza ha fatto notare che l’agenzia sta verificando le informazioni e presenterà una risposta ufficiale che non sarà politicamente motivata. In alcuni commenti sui social però, diversi utenti hanno scritto che la Russia sapesse già che alla Samoylova potesse venire impedito l’entrata in Ucraina e che quindi, la scelta della cantante sia stata fatta appositamente una per creare uno scandalo, speculando così fra l’altro sulla disabilità della Samoylova.

Chi era il visual artist Oleksandr Gnylytsky e perché l’artista nel contesto culturale ucraino e europeo dell’arte contemporanea assume una grande rilevanza? Per scoprirlo, a Kyiv è presente una mostra con le sue opere. Gnylytsky è stato uno dei primi artisti a lavorare con i new media negli anni ’80. In seguito divenne un membro attivo del gruppo artistico “La Comune di Parigi” negli anni ’90. Le sue opere mischiano sapientemente e ironicamente la pittura e la grafica con delle video installazioni degli anni ‘2000. Gnylytsky è venuto a mancare nel 2009, ma oggi è finalmente possibile (ris)scoprire la sua identità artistica.

Lo sport: Elina Svitolina riconosciuta come la migliore tennista nel mondo nel febbraio

LA WTA, l’associazione internazionale femminile di tennis, ha riconosciuto l’ucraina Elina Svitolina come migliore tennista del mondo nel mese di febbraio. Durante l’ultimo mese, la Svitolina non ha subito alcuna sconfitta, vincendo però 13 match di fila. La tennista di Odessa ha inoltre vinto i tornei internazionali di Dubai e Taipei, entrando così nella lista di 10 migliori tenniste del mondo.

La nostra selezione dai media ucraini in Inglese

I reportage

«L’Ucraina ha iniziato la lotta all’Aia»The Day

«L’ambasciatore dell’UE in Ucraina ha annunciato le condizioni delle elezioni nel Donbass»UNIAN

«L’Organizzazione delle Nazioni Unite ammonisce sulla minaccia del dissatro chimico nell’est dell’Ucraina»UNIAN

«A Donetsk è morto uno dei leader separatista»Livyi Bereg

«Come è cambiato l’Esercito ucraino dal 2014»Hromadske International

Interviste

«Come nazionalizzare la politica estera?» – l’intervista del The Day a Hanna Hopko, deputata del parlamento

Opinioni

«Le miniere magiche e il voto di silenzio della Russia» – Roman Tsymbaliuk per UNIAN sulla difesa della Russia all’Aia

Analisi

«L’Ucraina contro la Russia all’Aia»Hromadske International

«L’Aia, Klimkin e Tusk»UNIAN

«Il cigno nero»Livyi Bereg  sul caso Nasirov