Vittorie e sconfitte del terzo anno della presidenza di Petro Poroshenko

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Il 25 maggio di tre anni fa Petro Poroshenko è stato eletto Presidente dell’Ucraina. Alla vigilia dell’anniversario di quella data, la Fondazione di Ilko Kucheriv “Le iniziative democratiche” (Ilko Kucheriv Democratic Initiatives Foundation) ha presentato presso l’Ukraine Crisis Media Center una ricerca che tira le somme dei tre anni in ufficio del 5° Presidente ucraino, elaborando una valutazione numerica del suo operato.

I successi: le sanzioni e il regime senza visti

Gli esperti della fondazione, avendo analizzato le attività di Poroshenko durante il terzo anno della sua presidenza, hanno assegnato al presidente ucraino 4,7 punti dei 10 possibili.

Il punteggio è più basso rispetto a quello medio del primo anno di incarico (5,3 punti) ed è quasi pari alla valutazione ottenuta l’anno scorso (4,5 punti). L’attuazione della politica estera viene considerata il compimento più significativo del Presidente. Il ruolo chiave è attribuito all’introduzione del regime senza visti tra l’Ucraina e l’Unione Europea. Gli esperti nominano altri compimenti che hanno alzato il punteggio: le sanzioni prolungate contro la Russia, l’alleanza internazionale preservata contro la Russia, le capacità difensive rafforzate, la stabilizzazione relativa della situazione politica, la prevenzione delle azioni militari su vasta scala. 

Le sconfitte: la politica interna

La politica interna rimane un punto debole del Presidente Poroshenko. “La dichiarata lotta alla corruzione non ha successo, le riforme avanzano lentamente, non si vede una soluzione evidente alla situazione nel Donbas. La politica dello staffing (reclutamento) non si dimostra vincente. Quest’anno si sono aggiunte alla lista degli aspetti negativi anche le tensioni con la società civile,” ha detto Andriy Sukharyna, analista politico presso la fondazione Ilko Kucheriv Democratic Initiatives Foundation.

Le tensioni che montano fra il Presidente e la società civile possono diventare un problema serio per Poroshenko. “Non si tratta solo della sinergia rovinata che si è formata dopo il Maidan, quando l’impatto della società civile ha raggiunto un livello abbastanza alto. Oggi alcuni rappresentanti delle autorità usano persino il termine ‘odio di classe’. Inoltre, stanno tornando alcuni elementi conflittuali tipici del regime autoritario,” ha detto Oleksandr Sushko, direttore per la ricerca presso l’Istituto per la cooperazione euro-atlantica (Institute for Euro-Atlantic Cooperation). “È allarmante quando, invece di lottare contro la corruzione, si inizia a lottare contro gli attori anticorruzione. Essi sono molto attivi sia dentro l’Ucraina che fuori il Paese, cosa che è ancora più importante, e la loro voce è alta. Per questo si inizia a screditarli,” ha sottolineato Iryna Bekeshkina, direttrice della fondazione Ilko Kucheriv Democratic Initiatives Foundation.

Fiducia, classifiche e secondo mandato

Secondo la ricerca, la maggior parte degli ucraini non si fida del Presidente, ma anche la fiducia verso gli altri attori politici è bassa. Le varie classifiche presentano Poroshenko come un leader. “La maggioranza degli elettori del Presidente non si fida completamente di lui, ma sono pronti a votarlo. C’è una crisi di fiducia ma Poroshenko riesce a mantenere un certo bilancio positivo. […] Quest’anno, così come l’anno scorso, Poroshenko è riuscito ad instaurarsi come la figura più influente nel sistema politico del Paese,” ha detto Volodymyr Fesenko, capo del bordo presso il Centro per gli studi politici applicati Penta (Center for applied political studies Penta). La leadership senza competizione dà al Presidente un motivo in più per contare su una possibile rielezione. “Nonostante le circostanze politiche sfavorevoli, Poroshenko è riuscito a instaurarsi come un leader senza alternative. […] Ha dei motivi seri per mirare alla rielezione. È possibile che non ci siano alternative perché non ci sono i candidati eccezionali. Sono poche le persone che possono essere fiere della loro cooperazione di successo con la società civile e che suscitano fiducia nell’opinione pubblica,” ha detto Oleksandr Sushko.

I compiti per il Presidente

Secondo gli esperti, il compito principale del Presidente nella politica interna è la lotta reale contro la corruzione, che rimane quindi come priorità per il terzo anno. Gli esperti inoltre consigliano al Presidente di finalizzare la riforma giudiziaria e iniziare la riforma elettorale. “Gli impiegati della Commissione centrale elettorale restano in ufficio tre anni dopo che è terminato il loro mandato leggitimo. È difficile da capire, il caso fa parte dei poteri costituzionali del Presidente. La mancata azione da parte del Presidente Poroshenko ha anche una componente politica. La riforma elettorale non è solamente non attuata, ma un suo progresso non sembra di essere vicino. Gli esperti sottolineano che il Presidente e la sua forza politica non trarreranno beneficio dal sistema elettorale proporzionale a liste aperte. Per questo la riforma non c’è, anche se è stata promessa alle elezioni,” ha spiegato Igor Koliushko, capo del Centro per le riforme politiche e legali (Center of Policy and Legal Reform).