Partita interrotta: storia del calciatore junior, ucciso dai militanti

La televisione di stato russa non parlerà mai di Stepan Chubenko. Ma nonostante ciò  la sua storia assomiglia troppo alla propaganda, fake o aperta bugia che sia.  É difficile credere, ma subito dopo averla letta, vorresti dimenticarla. La sua verità stupisce. Lacrime  di dolore della madre, tanti fiori sulla bara e la memoria che vive e imperitura vivrà nei cuori di chi lo ha conosciuto.

Anno 2014

Il 23 luglio 2014 Stepan Chubenko, sedicenne nativo di Kramatorsk, era di ritorno da Kyiv . Aveva comprato un biglietto ferroviario e mai avrebbe voluto perdere  quel treno. Anche se c’era la guerra, gli uomini armati con tipico accento russo ai posti di blocco e l´imprevisto che lo attendeva ai controlli. Perché non poteva fare altrimenti, perché questa era la forza che lo portava  ai raduni di Kramatorsk a sostegno dell’integrità territoriale dell’Ucraina; quella forza  che già lo aveva guidato quando, nonostante il bombardamento  e  ignorando ogni altro pericolo aveva aiutato agli anziani a scendere  nel seminterrato  di una casa vicina. Per poi tornare ripetutamente da loro portando dell’acqua.

Dopo l’inizio dell’occupazione, nel mese di aprile la madre portò Stepan dai suoi genitori in Russia, ma già un mese dopo lui era tornato, dicendo che non voleva nascondersi “come un topo” in tempi difficili per il Paese.

Alla fine ha fatto un atto del tutto sconsiderato: a proprio rischio Stepan ha  rimosso dal pennone sulla piazza di Kramatorsk, ancora occupata, la bandiera della cosiddetta  “Repubblica Popolare di Donetsk.” Poi è stato a Kyiv, ma non per molto. Doveva tornare a Kramatorsk:   a casa sua, in famiglia e anche dalla squadra di calcio. Stepan infatti era il portiere della squadra juniores dell´ “Avangard” di Kramatorsk.

Due settimane prima degli eventi le truppe ucraine liberarono la città, ma il collegamento ferroviario diretto tra Kyiv e Kramatorsk non era stato ancora ripristinato. Per questo motivo Stepan stava su quel treno alla volta di  Donetsk.  Proprio lì il giovane cadde nelle mani dei militanti del battaglione “Kerch”  a causa del  nastro blu e giallo (Ndt: colori della bandiera ucraina) sul suo zaino.

il 28 luglio il ragazzo fu ucciso , e solo all’inizio di ottobre è stato trovato il suo corpo con segni di tortura.

Stepan fu poi sepolto nella sua nativa Kramatorsk nel novembre 2014. E ‘stato uno dei pochi casi in cui ai funerali sono venuti tanti giovani a deporre moltissimi fiori, tanto da nascondere la bara.

2015-2016

Il 24 luglio degli anni 2015 e 2016  a Kramatorsk  si è tenuto un torneo annuale in memoria di Stepan Chubenko. “Noi,  genitori  di Stepan, vogliamo ringraziare il movimento dei tifosi di ” Kramatorsk “, perché grazie allo striscione, ordinato da loro con una foto di nostro figlio, adesso  in tutte le città dove gioca l´”Avangard” sanno di lui. È già il secondo anno che i ragazzi conquistano la coppa con i propri mezzi. Vorremmo ringraziare  tutti coloro che hanno contribuito a onorare la memoria di nostro figlio. […] Grazie a tutti gli spettatori. So che alcuni sono venuti da Slovyansk, Druzhkivka, Kostjantynivka. Credo che non sono stati delusi della squadra. Ancora una volta grazie a tutti voi per aver commemorato nostro figlio ”  ha detto la madre di Stepan.

Alla vigilia del secondo torneo Stepan è stato decorato alla memoria con il premio popolare dei volontari, come “Eroe nazionale dell’Ucraina”.

Anno 2017

 Si è diffusa improvvisamente la notizia, che il 20 giugno a Yalta, nella Crimea occupata, è stato arrestato Vadim Pogodin  – comandante della formazione armata illegale “Kerch”. Questo perche la polizia di Kramatorsk ricercava Pogodin  per omicidio e sequestro di varie persone. Non lo fa invece la polizia russa o quella di Crimea. Tra gli uccisi dai militanti di  Pogodin c’è anche  sedicenne Stepan Chubenko.

Inoltre, secondo l’informazione  riportata nei media, attualmente il militante si trova in prigione  di Simferopoli e le “autorità autoproclamate” della Crimea si  preparano a estradare Pogodin in Ucraina, come da richiesta  ucraina  presentata a Interpol  e secondo  gli accordi vigenti tra la Russia e la polizia internazionale.

Dopo il 6 Luglio 2014 la guerra non è più tornata a Kramatorsk. Stepan Chubenko sarebbe felice  di questo come ogni ucraino ragionevole. Sarebbe potuto camminare ancora per la città natale con lo zaino dal nastro blu e giallo. Purtroppo lui non c´è più, ma rimane  la sua memoria.

Adesso, alla vigilia del terzo torneo annuale in memoria di Stepan si spera che il suo torturatore e assassino avrà la giusta punizione.