Il militare ucraino Vitaliy Markiv arrestato in Italia è stato interrogato

Vitaliy Markiv, il 28enne militare della Guardia nazionale ucraina arrestato il 30 giugno a Bologna, rimane in stato di fermo. L’ucraino è detenuto in quanto sospettato dell’omicidio premeditato del fotogiornalista italiano Andrea Rocchelli nel maggio 2014 nei pressi di Slovyansk, nella regione di Donetsk. Per ulteriori informazioni sull’arresto e sulle accuse nei confronti di Markiv, consultate i materiali raccolti dall’UCMC a questo link.

Il 17 luglio si è tenuto il primo interrogatorio di Markiv. Nel corso dell’udienza precedente l’ucraino si era avvalso della facoltà di non rispondere a causa del cambio di avvocato. L’avvocato attuale di Markiv è Raffaele Della Valle.

L’udienza non prevedeva la considerazione del cambio della misura cautelare. L’interrogatorio è durato sei ore ed è stato molto dettagliato. La difesa ha insistito sull’innocenza del cittadino ucraino e nel corso dell’interrogatorio ha presentato spiegazioni e documenti ricevuti dall’Ucraina.

In primo luogo, tramite l’avvocato Della Valle, Markiv sostiene di non essere stato un commandante a quel tempo, ma un soldato semplice della Guradia nazionale. Per questo non era in grado di dare ordini, come invece sostiene l’accusa. In secondo luogo, il suo battaglione non era dotato di mortai. Oltre a ciò,  Della Valle sottolinea che dalle posizioni dove si trovava Markiv all’epoca dei fatti, egli non potesse  vedere i piedi del colle Karachun, nei pressi di Slovyansk, dove Rocchelli ha perso la vita.  A quel tempo, infatti, Slovyansk era occupata dai militanti appoggiati dalla Russia.

La discrepanza principale che la parte difensiva ha notato nella ricostruzione dell’accusa è relativa alle distanze. Non essendo in possesso di mortati, Markiv e la guardia nazionale con le proprie armi non poteva coprire la distanza di fuoco fra la cima della collina e la parte sottostante.

“Quel punto è fondamentale per capire la dinamica del caso” ha dichiarato l’avvocato Della Valle. [L’UCMC cita le parole dell’avvocato come riportate dal servizio ucraino della BBC tradotte in italiano]. “Il luogo in questione non è un piccolo stadio piatto del diametro di 100 metri, ma bensì un colle ampio qualche chilometro. Le distanze sono notevoli. Ho anche chiesto che vengano presentate le testimonianze dei commilitoni di Markiv, che erano accanto a lui e possono parlare delle circostanze.”

A supporto del collegio difensivo, ci sarebbero anche dei testimoni, ma i loro nomi, per ora, non sono stati resi pubblici. Come fa notare l’avvocato Della Valle, alcuni testimoni hanno risposto al suo appello. Perciò la difesa ha intenzione di condurre una propria investigazione ad agosto.

Nei prossimi dieci giorni, il giudice per le indagini preliminari sarà chiamato a prendere una decisione. O stabilirà una perizia sul luogo dell’incidente o chiuderà la fase investigativa, andando così a processo.

Il 18 luglio Vitaliy Markiv potrà incontrare i famigliari per la prima volta dal momento dell’arresto. I rappresentanti del Consolato ucraino a Milano hanno visitato Markiv due volte in questo periodo.  Secondo le loro osservazioni, le condizioni in cui il soldato è detenuto sono accettabili.

Fonte: il servizio ucraino della BBC.
Foto: la Procura di Pavia.