10 miti sull’UPA, Mito 4: Il Comandante dell’UPA, Roman Šuchevyč prestò servizio nelle truppe SS

Il Comandante in capo dell’UPA  Roman  Šuchevyč non aveva nessuna relazione con le  unità delle SS  e non vi sono notizie certe circa onorificenze  della Wehrmacht e del Terzo Reich, da lui ricevute.

L’UCMC pubblica la versione abbreviata e  dell’articolo di Olesya Isaiuk del Centro di Ricerche sui Movimenti della Resistenza in Ucraino  per il quotidiano ucraino Novoe vremia.

Lo stereotipo

Il Comandante dell’UPA Roman  Šuchevyč ebbe il grado di  Hauptsturmführer delle SS e ricevette  da Hitler uno o addirittura due decorazioni militari tedesche, la Croce di Ferro, per aver partecipato alle operazioni punitive contro i civili.

Come si sono svolti i fatti

Molto prima della Seconda guerra mondiale i nazionalisti ucraini presero in considerazione l’idea di una nuova grande guerra come occasione per una lotta armata per raggiungere l’indipendenza dell’Ucraina.
Gli ucraini avevano bisogno di alleati per raggiungere quell’obbiettivo. Invece, il cerchio dei possibili alleati fu molto limitato, perché coloro che si riteneva potessero aiutarli a realizzare quell’obbiettivo furono invece coloro  che divisero  il popolo ucraino durante il periodo tra le due guerre.

All’interno dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini, OUN, ci si rese conto che la conquista dell’indipendenza sarebbe stata possibile solo con l’aiuto di un esercito. I nazionalisti non avevano i mezzi e gli uomini necessari per realizzare questo obbiettivo e così, quando si verificarono le condizioni, fu individuato il possibile alleato nella Germania nazista in quanto avevano entrambi un nemico comune, l’Unione Sovietica.

I battaglioni Nachtigall e Roland furono il risultato di un accordo dell’OUN con l’intelligence militare tedesca (l’Abwehr) e furono considerati dai nazionalisti ucraini  come nucleo per le future forze armate indipendenti. Essi non facevano parte della struttura delle SS ed agivano sotto controllo operativo della Wehrmacht.

L’OUN (B) capiva benissimo di accordarsi con uno Stato totalitario che perseguiva esclusivamente gli interessi propri. Al fine di non perdere il comando politico delle suddette formazioni, rimasero sempre al comando delle stesse, lasciando invece la parte relativa alla tattica e alla formazione alla parte tedesca. I soldati ucraini non prestarono giuramento alla Germania.

Entrambi i battaglioni si  prepararono alla guerra sul fronte orientale e in ogni caso, per accordi, non si prevedeva il loro utilizzo contro gli alleati occidentali. L’OUN riuscì ad ottenere il diritto di avere capellani per  le Squadre dei nazionalisti ucraini  (Druzhyny ukrains’kyh nazionalistiv, DUN) [così venivano chiamati dall’OUN tutti e due battaglioni]. I cappellani  diventarono i tutori spirituali dei soldati ucraini. Nello stesso tempo presso DUN non si faceva la propaganda nazista.

Nella primavera del 1941 i Roland e Nachtigall  si addestrarono nei campi militari di  Neuhammer e Zaybersdorf (Polonia ed  Austria). Il 22 giugno 1941, dalle prime ore della guerra sovietico-tedesca, il Nachtigall prese parte ai combattimenti.  Il comandante di Roland dalla parte ucraina era il maggiore Evhen Pobihuščy, il comandante del Nachtigall, Roman Šuchevyč.

Il 30 Giugno 1941 Nachtigall giunse a Lviv. Tutti i soldati ebbero una settimana di ferie. Contemporaneamente Jaroslav Stecko, il comandante dei membri dell’OUN (B) giunse a Lviv e proclamò il 30 giugno del 1941 la nascita dello Stato ucraino.

Nel mese di agosto 1941 Jaroslav Stecko e altri membri del neo-proclamato governo ucraino furono arrestati dai tedeschi perché contrari alla creazione dello Stato ucraino. Ciò provocò le reazioni e proteste dei soldati ucraini che costituivano i battaglioni predetti. Le autorità tedesche presero la decisione di spostarli nelle retrovie e nell’autunno dello stesso anno vennero sciolti i battaglioni.

Successivamente le autorità tedesche riorganizzarono entrambi i battaglioni, costituendo il nuovo  201° battaglione, impiegato nelle difesa delle vie di comunicazione in Bielorussia. Le autorità di occupazione locali in Bielorussia cercarono di convincere Šuchevyč a partecipare ad attività connesse ai compiti di quel battaglione ma egli si rifiutò.

Il 1 dicembre di 1942 i i partecipanti del battaglione si rifiutarono di fare giuramento ad Adolf Hitler. Gli ufficiali furono arrestati. Roman Šuchevyč, riuscì a fuggire. Tanti giovani dell’OUN  diedero così la vita all’UPA, Armata Insurrezionale Ucraina, un’organizzazione partigiana che combatte i tedeschi e i sovietici.  Roman Šuchevyč nel novembre del 1943 diventò il Comandante dell’UPA.

Quindi, Šuchevyč non è stato al servizio delle SS. Il battaglione Nachtigall fu  subordinato al comando della Wehrmacht. Tanto vero che durante il processo di Norimberga la questione della partecipazione di Nachtigall nei crimini di guerra non fu sollevata.

La storia che Šuchevyč avrebbe ricevuto la Croce di Ferro dalle mani di Hitler non corrisponde a verità. E stata diffusa nel 2007 dal leader del Partito comunista ucraino Petro Symonenko durante un dibattito parlamentare. In realtà, nell’elenco dei decorati  con la  Croce di Ferro erano presenti gli ucraini (principalmente dalla Divisione SS Galizia), ma Roman Shukhevych tra di loro non c’era. Nel 2010  il Tribunale ha obbligato  Simonenko a smentire le informazioni false diffuse. Tuttavia, il mito delle Croci di Ferro di Šuchevyč  viene sfruttato ancora in determinati ambienti.

Šuchevyč fu decorato, ma non da Hitler , ma  dal Parlamento clandestino ucraino, il Consiglio Supremo di liberazione. Naturalmente, non erano le decorazioni tedesche ma quelle  ucraine: la Croce d’Oro al  Merito Militare della 1 ° Classe e la Croce d’Oro al Merito della 1 ° classe, con le quali è stato decorato postumo nel 1950  il Comandante dell’ UPA.

Nel febbraio dell’44 una banda dell’UPA ferì gravemente il generale sovietico Vatutin ( che morì poco dopo): un evento che diede inizio alla guerra con i sovietici, che durò fino al 1950, quando Šuchevyč fu ucciso.

 

Editing a cura di Euromaidanpr Italia