La lotta per l’Ucraina: la revisione delle riforme e dei fallimenti nel costruire un nuovo stato. Chatham House. Prima parte

L’Istituto Reale per gli Affari Internazionali, noto come Chatham House, ha preparato una ricerca dettagliata sull’avanzamento delle riforme in Ucraina. Si tratta del primo tentativo di analizzare i cambiamenti che hanno avuto luogo nel Paese dopo la Rivoluzione della dignità. Il documento contiene non solo i successi ma anche “i punti dolenti” all’ordine del giorno, tra i quali riforme bloccate o limitate. Oltre alle analisi di ciò che è accaduto, la ricerca contiene un elenco delle priorità per l’Ucraina e per i suoi partner occidentali che affrontano temi come i seguenti: quali sono i punti dove l’Ucraina richiede più assistenza e dove vanno incentrati gli sforzi, come va cambiata la strategia attuale dei partner ecc. L’UCMC presenta la versione tradotta abbreviata dell’executive summary della ricerca pubblicata da Chatham House. Il documento intero è accessibile sul sito dell’organizzazione in inglese.

* * *

In questo testo abbiamo elencato tutti i traguardi raggiunti dall’Ucraina a partire dagli tempi dell’Euromaidan. Durante i quattro anni l’Ucraina ha lottato per la sua esistenza come stato indipendente. Nonostante le perdite umane e la cattura dei territori, l’Ucraina ha resistito contro l’aggressione militare russa. Ha firmato l’Accordo dell’Associazione che enfatizza il ruolo dell’Ucraina come stato europeo, non come un sattelite o tributario della Russia.

Le riforme svolte negli ultimi quattro anni sono state più profonde e della portata più ampia rispetto ai 22 anni precedenti dell’indipendenza ucraina. A fianco dei riconoscimenti, la ricerca racconta in modo dettagliato i settori in cui le autorità hanno deluso le aspettattive dei cittadini ucraini e non sono riusciti a realizzare gli impegni dell’Accordo di Associazione con l’Ue.

Le sfide principali dell’Ucraina

Difesa e sicurezza

Nonostante i tre anni e mezzo della guerra multi dimensionale contro la Russia e i suoi alleati separatisti, l’Ucraina ha dimostrato la forza interna che pochi avrebbero previsto nel 2014.

L’occidente ha dato un sostegno cruciale in tutti e quattro i settori: diplomazia, sanzioni contro la Russia, assistenza all’economia e alle riforme e cooperazione nell’ambito della difesa. Tuttavia, nonostante questi sforzi abbiano prodotto alcuni risultati, si può fare di più nei settori di politica e difesa.

Né la resistenza dell’Ucraina stessa, né la fermezza dell’occidente hanno portato ad una Mosca che rifiuta l’Ucraina come di un’estensione della Russia o di uno strumento dell’occidente che cerca di indebolirla. È un’illusione credere che le sole formule diplomatiche riusciranno a ridurre la determinazione della Russia nel dominare l’Ucraina e privarla dell’influenza significativa dell’occidente. I piani della Russia cambieranno solo quando l’élite al potere si renderà conto che non è più possibile agire come prima.

Riforme. Integrazione europea

L’Unione Europea ha aumentato considerevolmente il volume dell’assistenza all’Ucraina e ora svolge un ruolo attivo in quasi tutti gli aspetti della riformazione.

Comunque al livello operativo il sostegno da parte dell’UE arriva attraverso i numerosi progetti dell’assistenza tecnica, che tuttavia si sono dimostrati poco efficaci sia in Ucraina, che negli altri Paesi in via di sviluppo.

In Ucraina, l’UE possiede strumenti senza precedenti per sostenere le riforme. Nonostante ciò l’Unione Europea usa tali strumenti di potere in modo abbastanza timido, rischiando di perdere la fiducia dei riformatori.

Inoltre, molti rappresentanti dell’élite ucraina guardano ancora alle riforme come una cosa opzionale, spesso fingendo di avere a cuore l’Accordo di Associazione, ma non facendo passi concreti per attuarlo. Inoltre, dato che in Ucraina non c’è un unico centro che prende le decisioni riguardanti l’integrazione europea, anche il coordinamento delle operazioni è spesso poco efficace.

Ad ogni modo, sono state apportate riforme significative contro la resistenza degli oppositori alle riforme. Questo grazie alle coalizioni ad hoc, a cui hanno preso parte politici, ufficiali, rappresentanti della società civile così come gli ufficiali ed esperti dall’UE. L’attivismo delle coalizioni progressiste ha il suo valore, ma non può essere una base solida per le trasformazioni istituzionali.

Le riforme economiche

Fra i settori che vanno riformati in Ucraina, la politica economica è uno dei più critici. I cambiamenti raggiunti dopo l’anno 2014 (pur non sempre) corrispondono alle aspettative poste per i cambiamenti rivoluzionari. Questo significa che l’Ucraina ha dimostrato che i cambiamenti sono possibili.

La stabilità macroeconomica di base è stata raggiunta, l’economia è tornata a crescere nel 2016, il livello dell’inflazione è diminuito, hryvnia è stata rafforzata. Il deficit dei conti correnti e quello fiscale è stato ridotto fino alle proporzioni gestibili. È stato elaborato un piano per lo svolgimento della riforma di tassazione e per la ristrutturazione dei debiti.

Il settore energetico è stato prioritario per le riforme. Il governo ha aumentato le tariffe per le risorse energetiche, tagliando così il deficit del settore pubblico nei confronti della Naftogaz (la società nazionale di petrolio e gas dell’Ucraina) fino a zero.

Il settore bancario ha subito i cambiamenti su larga scala: quasi la metà delle banche sono state chiuse, altre sono state “pulite” in modo considerevole. È stata riformata la Banca Nazionale Ucraina che da ora in poi può svolgere la politica adeguata creditizia-monetaria e valutaria, così come la supervisione nel settore bancario.

La prossima sfida sarà incrementare gli affari, disserrare il potenziale del mercato del terreno e sostenere gli investimenti per raggiungere la crescita economica.

[Il materiale sarà proseguito dalla seconda parte. Seguite i nostri aggiornamenti per scoprirla.]

La versione completa della ricerca in inglese è accessibile sul sito di Chatham House.

Gli autori della ricerca: Timothy Ash, Janet Gunn, John Lough, Orysia Lutsevych, James Nixey, James Sherr and Kataryna Wolczuk

Foto: © l’Unione Europea – il Parlamento europeo.
Il Parlamento europeo dà il suo consenso all’accordo di associazione UE-Ucraina il 16 settembre 2014.

Aggiornamento del 6 novembre 2017: la seconda parte dell’articolo è disponibile a questo link.