La Russia attacca nei pressi del Mare d’Azov: gli avvenimenti chiave

Sei marinai ucraini sono rimasti feriti, la Russia ha sequestrato tre navi ucraine.

La mattina del 25 novembre, tre navi militari ucraine – due motoscafi corazzati d’artiglieria “Berdyansk” e “Nikopol” e il rimorchiatore “Yany Kapu”, sono partite dal porto di Odesa dirette verso il porto di Mariupol nel Mare d’Azov. Secondo le Forze navali ucraine, alle 03:58 il motoscafo corazzato “Berdyansk” aveva contattato in anticipo il punto della guardia costiera russa, i porti di Kerch e Kavkaz (Russia) avvertendoli dell’intenzione di attraversare lo Stretto di Kerch. Le informazioni sono state trasmesse ma nessun risposta è stata ricevuta, affermano le Forze navali ucraine.

Secondo le regole internazionali della navigazione marittima, è sufficiente che siano informata la guardia costiera dell’intenzione di attraversare lo Stretto di Kerch ed entrare il Mare d’Azov. La libertà di navigazione è garantita dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e dell’Accordo del 2003 fra la Russia e l’Ucraina sull’uso comune del Mare d’Azov e dello Stretto di Kerch. Così, impedire alla navigazione o bloccarla non è legale.

La nave della guardia costiera russa “Don” ha speronato il rimorchiatore ucraino, danneggiandone il motore principale, il video.

In seguito, la Russia ha bloccato il traffico nello Stretto di Kerch e ha incagliato una nave cisterna davanti al Ponte dal lato del Mare d’Azov. La sera, mentre le navi ucraine iniziano il movimento dallo stretto per tornarsi indietro e escono dalla zona costiera di 12 miglia, le forze russe iniziano a sparargli contro. Il motoscafo ucraino “Berdyansk” è stato danneggiato. Le navi ucraine si fermano. Le forze speciali russe catturano le navi. In seguito, le trascinano o accompagniano verso il porto di Kerch.

Le navi sequestrate ucraine nel porto di Kerch.

Lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine rilascia un’intercettazione audio delle conversazioni dei marinai russi poco prima che avessero speronato il rimorchiatore ucraino. La registrazione dimostra che tali azioni sono stati ordinati dall’alta direzione politico-militare della Federazione Russa.

Radio communication between the Russian leadership and border guard ships

Radio interception, as an evidence of purposeful aggressive escalation of the situation (in the Black and Azov seas) which was ordered by millitary and military-political leadership of the Russian Federation.

Geplaatst door Генеральний штаб ЗСУ / General Staff of the Armed Forces of Ukraine op Maandag 26 november 2018

Lo stesso giorno, il 25 novembre a seguito dell’escalation nel Mare d’Azov il Presidente ucraino Petro Poroshenko ha convocato una seduta di emergenza del Gabinetto militare. Quest’ultimo ha suggerito di tenere la seduta del Consiglio nazionale per la sicurezza e difesa per annunciare il regime della legge marziale. Il Consiglio ha sostenuto il suggerimento del presidente di ricorrere alla legge marziale.

Verso il mezzogiorno del 26 novembre la Commissaria parlamentare per i diritti umani ucraina, Lyudmyla Denysova, riferendosi alla sua omologa in Russia, l’Ombudsman Tatiana Moskalkova, ha raccontato che i marinai ucraini si trovano a Kerch nella penisola crimeana. “Sono interrogati dalla (…) guardia di frontiera del Servizio della sicurezza. I tre marinai ucraini sono nell’ospedale di Kerch n.1. La loro condizione non è grave. Moskalkova mi ha rassicurato che gli sarebbe stata concessa tutta l’assistenza necessaria e non ci fossero minacce per le loro vite,” ha scritto Denysova.

Allo stesso tempo, la sera del 26 novembre in una seduta straordinaria del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite chiamata dopo l’attacco navale della Russia, il Rappresentante permanente dell’Ucraina presso le Nazioni Unite Volodymyr Yelchenko ha detto che uno dei marinai ucraini catturati dalla Russia era in condizioni critiche.

Secondo il Capo dello Stato Maggiore ucraino Viktor Muzhenko, 23 persone si trovavano a bordo delle tre navi sequestrate dalle forze russe. La parte russa afferma che vi siano 24 prigionieri di guerra.

La sera del 26 novembre, in una seduta straordinaria che è durata più di tre ore, il Parlamento ucraino ha votato per introdurre la legge marziale con la maggioranza dei voti (276). Entrerà in vigore il 28 novembre per 30 giorni nelle 10 regioni ucraine che confinano con la Russia, la Moldova (la regione di Transnistria) e lungo la costa del Mar Nero e del Mare d’Azov, “da dove può arrivare un attacco,” ha spiegato il Presidente Poroshenko. Sono le regioni di Vinnytsia, Luhansk, Donetsk, Mykolayiv, Odesa, Sumy, Kharkiv, Chernihiv, Kherson, Donetsk e Zaporizhzhia. “Vorrei enfatizzare che la legge marziale sarà applicata nel caso di aggressione russa per terra,” ha detto il Presidente. Allo stesso tempo, i parlamentari hanno votato per stabilire la data delle elezioni presidenziali, che si terranno il 31 marzo 2019.

La foto principale: uno screenshot dal video twittato da @avakovarsen in cui la nave della guardia costiera russa “Don” sperona il rimorchiatore ucraino.

Correzione: il 30 novembre 2018

La Russia ha attaccato le navi ucraine nei pressi del Mare d’Azov, non nel mare stesso come suggeriva il titolo precedente dell’articolo. L’attacco è avvenuto nel Mar Nero mentre la tensione s’incentra attorno al Mare d’Azov.