I passaporti russi come nuova tappa dell’occupazione del Donbas: il messaggio che Putin invia a Zelenskyi

Il 24 aprile 2019, pochi giorni dopo il secondo turno delle elezioni presidenziali in Ucraina, il Presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto sulla procedura semplificata per l’acquisizione della cittadinanza russa per gli abitanti dei territori occupati nelle regioni ucraine di Donetsk e Luhansk. Inoltre, il 1° maggio, sul sito ufficiale del Cremlino è stato pubblicato un altro decreto relativo alla procedura semplificata per l’acquisizione della cittadinanza russa anche per le altre categorie di cittadini ucraini. Qual è il senso nascosto di questa vicenda e cosa significa per il Donbas occupato e per le relazioni ucraino-russe? Guardiamo insieme i fatti.     

La “passaportizzazione” come una nuova tappa dell’occupazione

Tre giorni dopo la vittoria del candidato Zelenskyi nelle elezioni presidenziali, il Presidente russo Putin ha firmato un decreto sulla procedura semplificata per l’acquisizione della cittadinanza russa per gli abitanti dei territori occupati nel Donbas. Putin ha fatto notare come tale decisione sia stata adeguatamente ponderata.

“Prima di firmare il decreto in questione abbiamo calcolato tutto: il numero dei richiedenti per i nostri passaporti, incluso il numero dei pensionati. Si tratta di circa un terzo di coloro che, secondo noi, possono richiedere la nostra cittadinanza,” ha detto Putin.

Il Ministro degli affari esteri dell’Ucraina, Pavlo Klimkin, ha definito le azioni della Russia “una nuova tappa dell’occupazione del Donbas” che si sta svolgendo attraverso i passaporti. Inoltre, ha lanciato un appello ai residenti dei territori occupati del Donbas affinché non facciano richiesta per la cittadinanza russa. Anche il Presidente uscente, Petro Poroshenko, ha condannato queste azioni della Russia. Il Ministero per gli affari dei territori temporaneamente occupati ha avvisato gli ucraini del Donbas occupato che nel caso in cui ottenessero i passaporti russi, potrebbe esser loro revocata la cittadinanza ucraina.

Come ha reagito il neo-eletto Presidente Zelenskyi?

In una dichiarazione pubblicata sulla pagina Facebook ufficiale di Volodymyr Zelenskyi, il neo-eletto Presidente ha consigliato alle autorità russe “di non perdere tempo tentando i cittadini ucraini con i passaporti della Federazione Russa.” Vladimir Putin ha anche detto che la Russia sta valutando la possibilità di rilasciare la cittadinanza russa con una procedura semplificata a tutti i cittadini ucraini.

“Sappiamo bene cosa offre davvero il passaporto russo,” continua Zelenskyi nella propria dichiarazione. “Il diritto di essere arrestato per una protesta pacifica, il diritto di non avere elezioni libere e competitive, il diritto di dimenticare del tutto che esistano diritti e libertà fondamentali”.

“Offriremmo la cittadinanza ucraina ai rappresentanti di tutte quelle nazioni che soffrono per regimi autoritari e corrotti, in primis ai russi che oggigiorno probabilmente soffrono di più,” continua Zelenskyi nella dichiarazione.

Il “popolo unico” e le nuove categorie degli “aspiranti cittadini russi”

Alla dichiarazione di Zelenskyi Putin ha risposto che gli ucraini e i russi hanno molto in comune, “se avessimo la cittadinanza congiunta, se ne vanterebbero sia i russi sia gli ucraini.”

Secondo quanto riportato da TASS, Putin ha anche dichiarato che: “Se rilasciassero la cittadinanza ai russi in Ucraina mentre la offriamo agli ucraini in Russia, raggiungeremmo molto velocemente un denominatore comune così come il risultato a cui miriamo – una cittadinanza congiunta”.

Inoltre, il Presidente russo ha aggiunto che finora considera gli ucraini e i russi “nella loro essenza, un popolo unico”, ciascuno con le proprie peculiarità culturali, linguistiche e storiche. Foto: Ashley Gilbertson, VII per UNICEF. Una scuola a Krasnohorivka nella regione di Donetsk.

Subito dopo, il 1° maggio, il Presidente russo ha introdotto una procedura semplificata per acquisire la cittadinanza russa rivolta anche ad altre categorie di cittadini ucraini.

Il secondo decreto, tale procedura per l’acquisizione delle cittadinanza russa è aperta agli ucraini che sono nati e hanno vissuto permanentemente in Crimea e che hanno lasciato la penisola prima del 18 marzo 2014, così come i loro figli, coniugi e genitori. Inoltre, in questa categoria entrano anche i cittadini ucraini in possesso del permesso di soggiorno o del permesso temporaneo di soggiorno in Russia, della carta d’identità di un profugo o del certificato di asilo temporaneo in Russia.

Il 29 aprile a Novoshakhtinsk, nella regione di Rostov in Russia, è stato inaugurato un centro per il rilascio dei passaporti russi per i residenti dei territori occupati della regione di Luhansk. Il giorno successivo un altro centro ha avviato le sue attività nel villaggio Pokrovskoe nella stessa regione russa.

Vecchi metodi riapplicati nuovamente

Il rilascio di passaporti russi, ovvero la “passaportizzazione”, nei territori occupati dalla Russia negli Stati vicini, è una vecchia pratica del Paese-aggressore.

Con il rilascio dei passaporti la Russia si sta preparando a un’ulteriore escalation. Tale pratica è stata realizzata in Georgia – nei territori occupati delle cosiddette Ossezia del Sud e Abcasia.

“Il decreto di Putin è un’altra replica di quanto realizzato nelle cosiddette Repubblica Moldova di Transnistria, Ossezia del Sud e Abcasia,” ha detto il Viceministro ucraino per gli affari dei territori temporaneamente occupati Gheorghiy Tuka. “Quando sono iniziati i combattimenti, è venuto alla luce il fatto che il 90 per cento degli abitanti lì erano i cittadini russi. La medesima situazione viene ora riprodotta in Donbas,” continua il Viceministro.

Comunque c’è una differenza. Nelle cosiddette Ossezia del Sud, Abcasia e Transnistria la Russia stava rilasciando i passaporti già dagli anni ’90. In questo modo la maggior parte degli abitanti di questi territori erano già diventati cittadini russi.

Secondo gli esperti, la situazione in Donbas la assomiglia solo parzialmente. La Georgia ha perso il controllo dei suoi territori occupati nei primi anni ’90, prima che i suoi abitanti potessero ottenere i passaporti georgiani. Invece gli ucraini nel Donbas occupato sono in possesso di passaporti ucraini.

È anche molto probabile che li terranno. Comunque, la sfida principale resta – e, come il risultato della “passaportizzazione” di Putin, nell’Ucraina dell’est emergeranno centinaia di migliaia dei cittadini russi. La Russia non fatica a ricordare che si riserva il diritto di proteggere i suoi cittadini residenti all’estero.

In cosa sta la sfida per il neo-eletto Presidente Zelenskyi?

Nonostante una dichiarazione ufficiale in cui il Presidente russo Putin ha affermato di “non voler creare problemi alle nuove autorità ucraine”, resta la retorica formale che nasconde altri significati.

La linea ferma e rigida di Putin, messa in atto subito dopo le elezioni ucraine, aumenta la posta in gioco nei negoziati in corso – divenendo così un tentativo di dettare le sue condizioni attraverso la forza.

“Il Cremlino fa presente che le nuove autorità debbano presentare un pacchetto dei compromessi o arrendersi. [Putin] sta così dimostrando che il nuovo Presidente dovrà farsi in quattro,” dice il Vicecapo del centro analitico ucraino “Nuova Europa” (New Europe Center) Serhiy Solodkyi.

La pressione sul neo-eletto Presidente mirerebbe almeno a portarlo alla rinuncia del percorso verso la NATO e l’Ue. Di questo ne è convinto Denys Rybachok un esperto dell’Ong “Comitato degli elettori” (Committee of Voters).

Invece, sempre secondo l’Esperto, l’obiettivo massimo consisterebbe nel far accettare al nuovo Presidente ucraino uno scenario di federalizzazione, lo status speciale per il Donbas occupato, l’amnistia ai militanti, le elezioni locali senza che l’Ucraina possa prima ristabilire il suo controllo sul confine statale con la Russia.

La foto principale: EPA/UPG, apostrophe.ua. Un condominio distrutto ad Avdiivka nella regione di Donetsk.