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Come la Russia usa le deportazioni degli ucraini come arma di guerra – testimonianza

A partire dall’invasione russa dell’Ucraina su larga scala, le forze russe hanno deportato in Russia oltre 700 mila ucraini dalle regioni di Donetsk e Luhansk, di cui 130 mila sono bambini. Ad affermarlo a Radio Liberty è stata la Сommissaria per i diritti umani del Parlamento ucraino, Lyudmyla Denisova, il 12 aprile. Riportiamo la storia dei genitori di un giornalista ucraino trasferiti forzatamente da Mariupol dalle truppe russe. La versione ucraina dell’articolo è inizialmente stata pubblicata sul sito di “Novoe Vremya”. 

Il trasferimento forzato da Mariupol. Il 25 marzo, i genitori del giornalista di “Novoe Vremya” Artem Ilyin hanno iniziato un’odissea di nove giorni per tornare in Ucraina dopo essere stati portati da Mariupol in Russia con la forza.

Quel giorno in un rifugio antiaereo, nel distretto Livoberezhnyi, dove nascondevano suo padre e sua madre come altri centinaia di cittadini di Mariupol, sono entrati i militari russi armati. A tutti coloro che si rifugiavano nel bunker sotterraneo hanno ordinato di uscire e andare a piedi in un villaggio a 10 chilometri da Mariupol, occupato dai russi.   

I coniugi Ilyin sono stati portati in un campo di smistamento allestito in una scuola nel villaggio Bezimenne. Lì le forze russe controllavano se gli ucraini da deportare fossero legati alle Forze Armate ucraine o agli organi statali.

“Sono stati interrogati, gli hanno preso le impronte digitali e delle mani e li hanno fotografati facendo tre foto di ciascuno. Ai genitori è stato chiesto di compilare tre moduli. Dopodiché gli è stata rilasciata come ricevuta una matrice timbrata dal cosiddetto ‘Ministero dell’interno della DNR’. Gli hanno detto che tale matrice gli dà il diritto a ricevere il passaporto russo,” ha raccontato Artem Ilyin.

Campi di smistamento. Dall’inizio della guerra su larga scala, la Russia ha portato via con la forza 45 mila ucraini dalle zone occupate delle regioni di Donetsk e Luhansk. Lo ha riferito l’Ufficio del Presidente dell’Ucraina.

La Russia usa le deportazioni sistematicamente. In questo modo le forze russe consentono l’evacuazione dei civili da Mariupol lungo i corridori umanitari, ma solo verso i territori occupati nella regione di Donetsk.

I civili evacuati vengono messi nei campi di smistamento. Chiunque sia considerata una persona sospetta dalle forze russe, viene mandata in prigioni illegali nei seminterrati a Donetsk, Olenivka e Dokuchayevsk. Il resto delle persone è tenuto nei territori occupati della regione di Donetsk oppure sono portate verso est, in Russia.   

“Circa 70 mila persone sono state forzatamente portate via da Mariupol e dai comuni adiacenti vicino al mare,” ha detto il vicesindaco di Mariupol Arkadiy Meshkov.

Le persone deportate sono tenute in condizioni disumane, prosegue Meshkov. Non è raro che attendano ‘i controlli’ per settimane. Gli ucraini vengono interrogati e perquisiti dai servizi segreti russi. I russi cercano anche i tatuaggi “nazionalisti”. Inoltre, perquisiscono gli effetti personali. Coloro che vengono identificati come appartenenti a organi statali, unità militari o organi di sicurezza, sono torturati e inviati ‘in carceri’.  

Le forze russe picchiano anche i cittadini comuni nel tentativo di avere le informazioni relative alle Forze armate ucraine.

Spesso gli uomini sono fatti rimanere nei territori occupati, nella cosiddetta “DNR”. Recentemente centinaia di ucraini di Rubizhne sono stati trasferiti con la forza nella cittadina occupata di Rovenki, nella regione di Luhansk. Donne, bambini e anziani costituiscono la gran parte dei cittadini ucraini portati in modo forzato in Russia. La geografia delle destinazioni è ampia – da Taganrog sul mare d’Azov ad Omsk nella Siberia, o a Tomsk che è ancora più distante.   

Ai funzionari russi incaricati è stato ordinato di inviare le persone il più lontano possibile, ha dichiarato Natalia Yemchenko, direttrice di pubbliche relazioni e comunicazione del gruppo di investimento SCM di  Rinat Akhmetov – i cui due stabilimenti metallurgici si trovano a Mariupol.

Deportazione di bambini. Le forze russe deportano dal Donbas in modo forzato anche i gruppi più vulnerabili – come i bambini degli orfanotrofi. La Procura generale ucraina indaga sul trasferimento illegale di più di 2.3 mila bambini ucraini dai territori occupati nelle regioni di Donetsk e Luhansk.   

Secondo Vira Yastrebova, direttrice dell’Ong ucraina “Il gruppo orientale per la tutela dei diritti umani”, il governo russo ha preparato quasi 300 pacchetti di documenti per trasferire gli orfani del Donbas in famiglie russe. Tale “adozione” sarebbe definita illegale anche dal punto di vista della legge russa, in quanto si tratta di bambini non cittadini russi.   

“I bambini orfani dal Donbas sono adottati in Russia seguendo la procedura semplificata,” ha detto Yastrebova. “Mentre il percorso standard di adozione si estende da tre mesi a un anno, un mese dopo la deportazione, il governo russo ha dichiarato che i bambini sarebbero stati già inseriti in famiglie adottive,” prosegue Yastrebova.  

Il Ministero dell’istruzione russo ha annunciato che nell’ultimo mese oltre duemila bambini orfani sono arrivati nel Paese. Sarebbero stati tutti adottati dalle famiglie russe.   

Inoltre, il Consiglio della Federazione Russa ha dichiarato che questi bambini ucraini dovranno essere “rieducati” in quanto non possiedono idonee competenze linguistiche russe. Tali azioni rappresentano una violazione palese dell’Articolo 29 della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ha detto la Сommissaria per i diritti umani del Parlamento ucraino Lyudmyla Denisova. 

Tornare in Ucraina. Alcuni ucraini portati con la forza in Russia riescono a tornare, spiega Yemchenko. Secondo lei, circa 500 persone sono potute tornare in Ucraina via Mosca e Riga.

I genitori di Artem Ilyin sono rimasti per due giorni a Rostov-sul-Don, dove sono giunti uscendo dal territorio ucraino occupato nell’unica direzione possibile. Da lì hanno raggiunto Minsk in treno. La loro fermata successiva è stata nella regione di Brest. Per arrivare al confine tra la Belarus e l’Ucraina hanno camminato per 1.5 chilometri sulla neve. Hanno attraversato il confine a piedi. Artem ha incontrato i genitori al confine dalla parte ucraina.       

Foto: t.me/mariupolnow. La macchina con la scritta “bambini” fotografata in una strada di Mariupol presumibilmente durante un tentativo di evacuazione.