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Febbraio, il mese decisivo – i tre scenari dell’aggressione della Russia verso l’Ucraina. Opinione

A gennaio 2022, l’Ukraine Crisis Media Center ha organizzato e ospitato una discussione pubblica dal titolo “L’Ucraina al centro del confronto geopolitico: l’ultimatum della Russia e la reazione dell’Occidente”. Uno dei relatori, Valeriy Chaly, il Presidente del Consiglio direttivo dell’Ukraine Crisis Media Center nonché l’Ambasciatore ucraino negli Stati Uniti (dal 2015 al 2019), ha delineato i possibili scenari dell’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina, definendo la situazione geopolitica creatasi attorno alle pretese del Cremlino come la crisi della sicurezza europea più grave dai tempi della Guerra Fredda. Riportiamo i punti chiave delle sue analisi. 

Valeriy Chaly, il Presidente del Consiglio direttivo dell’Ukraine Crisis Media Center nonché l’Ambasciatore ucraino negli Stati Uniti (dal 2015 al 2019), ha tratteggiato tre possibili scenari dell’aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina, attribuendo un grado di probabilità a ciascuno di essi.

Stando al primo scenario, attraverso un’offensiva massiccia, le truppe russe tenteranno di prendere quanto più territorio ucraino possibile. Lo scenario ha il 10 per cento di probabilità, ha detto il diplomatico. Nell’ambito del secondo scenario, la Russia ordinerà il ritiro delle truppe alle loro basi e allenterà le tensioni. A quest’eventualità, è stata assegnata una probabilità del 17 per cento.  

Infine, uno scenario con la probabilità più alta, valutata nel 73 per cento, prevede un attacco ibrido e una decisione da parte del governo ucraino di cedere di fronte alle pressioni del Cremlino. La Russia può lanciare i cyber attacchi a infrastrutture critiche o tenere l’Ucraina sotto scacco con il ricatto dell’interruzione delle forniture di energia elettrica dalla Belarus, o di bloccare il transito del gas. Nel territorio occupato nell’Ucraina dell’est, possono essere dispiegate le cosiddette “forze di pace russe” e la Russia può procedere con ulteriori provocazioni. Se il governo ucraino dovesse cedere alle pressioni del Cremino stando ai compromessi che offrono la pace in cambio di condizioni che mettono in pericolo la sovranità del Paese, un ulteriore prezzo da pagare sarebbe quello di una crisi politica interna. Così l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea e alla NATO resterà bloccata per decenni, ha detto Chaly.     

“Il governo e una certa parte della società è in preda a delle ingenue aspettative che vedono Putin disposto a cedere affinché si instauri la pace. È un’illusione pericolosa,” prosegue Chaly.   

Le settimane a seguire l’apertura delle Olimpiadi invernali di Pechino saranno decisive, avverte il diplomatico. Uno scenario di destabilizzazione o un’offensiva militare da parte del Cremlino resteranno validi fino ad aprile. Un’escalation tra aprile e giugno è poco probabile.    Se entro l’estate gli scenari peggiori non si saranno verificati, sarebbe opportuno che al vertice di Madrid a fine giugno 2022, la NATO concedesse all’Ucraina il Piano d’azione per l’adesione, dice Chaly. Se la decisione non trovasse consenso tra gli alleati della NATO, si potrebbe portare avanti l’iniziativa dei Repubblicani al Congresso Usa per designare l’Ucraina come Paese “NATO più”. Così l’Ucraina giungerebbe al gruppo dei partner strategici degli Stati Uniti tra cui c’è l’Australia, la Nuova Zelanda, il Giappone, la Corea del Sud e l’Israele. Sarebbe una possibilità da considerare, secondo Chaly, qualora lo status “NATO più” non escluda la prospettiva dell’adesione all’Alleanza per l’Ucraina. 

Foto: Un’area di alloggiamento delle truppe e l’equipaggiamento militare che la Russia ha stazionato vicino a Rechitsa, in Belarus, in prossimità al confine ucraino, il 10 febbraio 2022. Le immagini sono state riprese dai satelliti di Maxar Technologies e ripubblicate da Axios.