Uno sforzo congiunto da parte dei giornalisti europei che scrivono sull’Ucraina puo combattere la propaganda russa – giornalista italiano

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Kyiv, il 15 gennaio 2016. “L’Italia è il paese più filorusso di tutti i paesi europei. L’influenza e la propaganda russa qua sono forti a causa dei molti fattori storici e politici”, spiega il giornalista italiano Mauro Voerzio in una conferenza stampa presso l’Ukraine Crisis Media Center. Uno dei fattori a favore della propaganda russa è il fatto che i mass media italiani non hanno i propri inviati fissi in Ucraina. Invece, quando un canale deve trasmettere una notizia riguargante gli avvenimenti in Ucraina, usa un inviato basato a Mosca”.

Parlando del contesto storico che favorisce la diffusione della disinformazione russa in Italia, Voerzio ha menzionato la rete italo-russa delle relazioni e dei finanziamenti, che è stata creata sulla base dell’ex partito comunista. “L’Italia è stata il principale paese europeo con un partito comunista molto forte, infatti tutti i leader comunisti italiani hanno studiato a Mosca”, racconta Voerzio, aggiungendo che in questo modo “un grande flusso di denaro è pervenuto in Italia da Mosca”. In Italia d’oggi i legami con la Russia sono sostenuti a livello regionale tramite le cosidette organizzazioni culturali. Negli ultimi due anni sono state fondate moltissime associazioni culturali, suddivise in due parti: una a seconda della regione, un’altra è la menzione della Russia. Ad esempio, “Lombardia – Russia”, “Piemonte – Russia”. Una tale organizzazione esiste in ogni regione d’Italia, e ciascuna ha un rappresentante russo, ad esempio il direttore, ed un politico del partito di destra come Lega Nord o Forza Italia”, spiega Voerzio. “Per esempio, nella mia regione, in Piemonte, il presidente di una tale associazione è Alexandr Dughin”, aggiunge Voerzio.

Secondo Voerzio, nella vita politica italiana il premier Matteo Renzi ed il Partito Democratico sono a favore della posizione consolidata europea per quanto riguarda l’Ucraina. Però gli opponenti politici che sono contrari all’idea dell’Europa unita, usano il tema della Russia per fare la politica contro l’Europa”, nota il giornalista. Tra tali partiti sono “Forza Italia” ed il “Movimento 5 Stelle”.

Questo influisce anche sui mass media, perché “80% dei periodici sono di proprietà dei politici filorussi”. Mauro offre un recente esempio del periodico digitale geopolitico “Limes” che ha indicato la Crimea sulla mappa come se fosse in territorio russo, e agli appelli dell’ambasciata ucraina in Italia ha risposto che esso riflette la situazione attuale. Il periodico è finanziato dall’impresa integrata nell’energia ENI.

Il giornalista dice che ci sono due modi principali per combattere la propaganda russa in Italia. Il primo è attraverso il consolidamento degli sforzi dei giornalisti europei che scrivono sull’Ucraina. Allo stesso modo in cui  i materiali propagandistici russi sono sempre tra le prime posizioni nella rete grazie al grande numero di clic e condivisioni da parte dei provocatori, la cooperazione tra i giornalisti metterà notizie certe sull’Ucraina in posizioni alte  in ciascuno dei paesi europei. Secondo Mauro Voerzio sviluppare la cultura e il turismo è l’aspetto fondamentale nella lotta contro la propaganda russa. L’Europa dovrebbe conoscere la cultura ucraina. “Se avete una cultura, avete un paese, una storia. E’ il modo migliore per dire: “abbiamo la nostra cultura, non siamo i russi”, dice Voerzio. Allo stesso tempo, grazie al turismo la gente sarà in grado di vedere con i propri occhi che “non ci sono i nazisti che stanno uccidendo la gente per le strade”, come insiste la propaganda. “Al loro ritorno a casa, quando sentiranno la propaganda alla TV rideranno, siccome il potere della propaganda è l’ignoranza della gente”, ha sottolineato Mauro Voerzio.

Il giornalista Mauro Voerzio è stato al Maidan dal suo inizio. Ha scritto il libro “Angeli di Maidan” “per spiegare agli italiani che cosa è accaduto nella piazza principale di Kiev, perché le informazioni che sono pervenute [in Italia] sono state completamente diversi.” Quando la guerra nella parte orientale è iniziata, Mauro ha iniziato a fare reportage e video ed ha creato il suo canale su youtube. Il giornalista ora sta lavorando su un documentario “Maidan: due anni dopo”, basato sulle interviste fatte con i partecipanti del Maidan durante gli eventi passati fino ad ora.