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Nadiya Savchenko continua lo sciopero della fame e della sete. Gli intellettuali lanciano una petizione richiamando la pressione da parte dei leader europei perché venga liberata

Il 3 marzo Nadiya Savchenko, la pilota ucraina illegalmente detenuta in Russia, ha iniziato uno sciopero della fame e della sete. Quella data doveva corrispondere all’ultimo giorno del processo sul suo caso presso il tribunale di Donetsk, una città nella regione di Rostov, in Russia. Nadiya Savchenko, 34 anni, fu catturata dai militanti nella regione di Luhansk nel giugno 2014, illegalmente portata in Russia e consegnata nelle mani dei servizi di sicurezza russi. Nadiya è accusata di omicidio di alcuni giornalisti russi e di tentato omicidio di alcuni civili. I procuratori hanno richiesto nei suoi confronti una condanna a 23 anni. Nadiya, dal canto suo, nega ogni accusa. La sua difesa ha presentato prove inconfutabili secondo le quali la pilota si trovava già stata fatta prigioniera quando furono uccise le persone in questione. Tra le prove vi sono i tabulati del suo telefono cellulare e il materiale video che consentono di stabilire con precisione l’ora in cui sono stati ripresi.

Il 3 marzo il tribunale ha interrotto l’udienza rinviandola al 9 marzo. Savchenko ha chiesto l’ultima parola ma questa possibilità le è stata negata, azione che lei stessa ritiene una violazione dei propri diritti. Ha scritto una lettera riportando il discorso conclusivo che sarebbe dovuto essere pronunciato in tribunale. Intanto Nadiya continua lo sciopero della fame e della sete. Riportiamo il suo discorso conclusivo tradotto in italiano.

Savchenko rifiuta di sottoporsi ad analisi dei medici russi e ogni altra forma di manipolazione. Tre medici ucraini sono in attesa, già da qualche giorno, del permesso da parte delle autorità russe di visitare Nadiya. Finora non gli è ancora stato rilasciato.

Il 7 marzo i consoli ucraini hanno visitato Nadiya in carcere. Uno dei suoi avvocati, Nikolai Polozov, ha riportato le parole del console: “Nadiya, nonostante il proprio deperimento fisico, è scesa da sola in una stanza d’interrogatorio in cui si è tenuto l’incontro con i consoli. Sempre da sola è rientrata nella propria cella”. L’avvocato ha sottolineato che Savchenko ha intenzione di presenziare all’udienza del 9 marzo in tribunale e di pronunciare il suo discorso conclusivo. Tuttavia Nadiya comincia già a soffrire degli effetti dello sciopero della fame e della sete tra cui tachicardia, l’enfiamento delle gambe nonché disturbi di termoregolazione.

Gli attivisti hanno organizzato delle manifestazioni per sostenere Nadiya Savchenko in varie città dell’Ucraina così come in diversi Paesi dell’Unione europea tra cui Repubblica Ceca, Germania e Belgio.

L’avvocato di Nadiya Savchenko, Mark Feygin, ha rivolto un appello a tutti di manifestare nelle proprie città il 9 marzo, la giornata mondiale per il sostegno di Nadiya e per invocarne la liberazione. Sono previste attività anche online come il twitter storm #FreeSavchenko.

Gli intellettuali ucraini e dell’Unione europea hanno lanciato una petizione in forma di lettera aperta – un appello ai politici europei per mettere pressione al Cremlino affinché Nadiya Savchenko venga rilasciata. Sono state raccolte oltre 5000 firme, tra cui quelle di scrittori, scienziati, attivisti civili, artisti e politici provenienti da più di 20 Paesi. Ognuno può aggiungere la propria voce alla petizione, la versione italiana è disponibile qui.