La Missione speciale di monitoraggio dell’OSCE in Ucraina (OSCE SMM) ha riportato un notevole aumento delle violazioni del cessate il fuoco all’interno del triangolo Avdiivka – Yasynuvata – Aeroporto di Donetsk a partire dal 29 gennaio.
“Da domenica mattina i nostri osservatori sul terreno hanno registrato un numero estremamente elevato di violazioni del cessate il fuoco. Le violazioni sono passate da centinaia a migliaia di casi al giorno. Martedì (31 gennaio), abbiamo registrato più di 11.000 violazioni. Sono cifre davvero senza precedenti”, ha dichiarato Alexander Hug, primo vice capo della Missione speciale di monitoraggio dell’OSCE in Ucraina, in collegamento Skype (dal impianto di filtrazione di Donetsk) durante una conferenza stampa presso l’Ukraine Crisis Media Center.
All’interno di questo triangolo la missione OSCE ha registrato un utilizzo frequente di sistemi lanciarazzi. “Nella giornata di martedì (31 gennaio) abbiamo registrato esplosioni provocate da impatti di razzi lanciati ad Avdiivka, nonché delle salve a Yasynuvata e Horlivka (territori non controllati dal governo ucraino – nota del UCMC). Mercoledì abbiamo visto impatti di razzi a Yasynuvata, abbiamo sentito le esplosioni dei razzi a Kruta Balka e delle salve a Horlivka”, ha precisato Hug. Il 2 febbraio gli osservatori dell’OSCE hanno anche registrato esplosioni da razzo presso Sartana – un paese nei dintorni di Mariupol.
La Missione ha anche registrato numerose distruzioni nelle aree residenziali a causa dei bombardamenti eseguiti da entrambe parti in conflitto. Secondo Hug, gli osservatori ad Avdiivka e Donetsk stanno attualmente verificando le informazioni sulle vittime civili causate dai bombardamenti notturni.
Alexander Hug ha ammonito sui possibili scenari di un a catastrofe umanitaria e ambientale a causa dei combattimenti nei pressi di Avdiivka. “Abbiamo visto come i residenti di Avdiivka siano rimasti senza elettricità, riscaldamento e acqua a causa del malfunzionamento dell’impianto di depurazione a Yasynuvata”, ha enfatizzato Hug. “Uno degli scenari peggiori sarebbe se i serbatoi di cloro dell’impianto fossero colpiti”, ha aggiunto Hug.
Da ieri a Yasynuvata sembra reggere una tregua locale, nella quale è stato concordato di dare alle squadre di riparazione la possibilità di ripristinare le infrastrutture vitali.