La situazione nella zona dei combattimenti
L’inevitabile escalation. La situazione nella zona dei combattimenti sta peggiorando drasticamente. Secondo l’OSCE, l’escalation nel Donbas è inevitabile dato che le parti stanno ignorando gli appelli per porre termine alla violenza. “I fatti sono chiari. Le parti non hanno ritirato le armi. Le vediamo ogni giorno. Le parti non hanno tolto le mine. Vediamo le mine ogni giorno. (…) Le parti non hanno disimpegnato le truppe o il materiale pesante. Li vediamo in prossimità di tutta la lunghezza della linea di contatto,” ha detto il vice capo della Missione speciale di monitoraggio dell’OSCE in Ucraina, Alexander Hug. Il 24 ottobre l’OSCE ha registrato più di 300 esplosioni, causate dagli attacchi nelle regioni di Donetsk e Luhansk.
I militanti continuano a negare l’accesso all’OSCE. Il 25 ottobre l’OSCE ha dichiarato che il veicolo aereo senza pilota della missione si è trovato sotto attacco nella Donetsk occupata.
L’Ucraina diventa uno dei territori più minati nel mondo. L’Ucraina orientale sta diventando una delle regioni più minate nel mondo. Lo ha affermato l’Assistente Segretaria Generale dell’Onu per gli affari umanitari e la Vice coordinatrice per le situazioni di emergenza, Ursula Mueller. Nel Donbas, 2 milioni ettari del terreno nei territori controllati dal governo rimangono minati. Coerentemente con quanto riportato in precedenza dall’OSCE nel 2017, 27 persone sono state uccise e 62 sono rimaste ferite nel Donbas da mine e munizioni inesplose.
I civili sotto minaccia. Il 28 ottobre le truppe russo-militanti hanno effettuato un attacco con i mortai danneggiando gli edifici residenziali nella periferia di Vodyane vicino a Mariupol. Il 27 ottobre si sono trovati sotto il fuoco dei mortai del calibro 120mm i quartieri residenziali a Shyrokyne.
Foto: il Ministero della difesa dell’Ucraina su Flickr.
La foto è a scopo illustrativo.