Menu

Un tribunale russo ha condannato ucraino Pavlo Gryb a sei anni di carcere. Dettagli

Il 22 marzo il Tribunale Severo-Kavkazskyi a Rostov sul Don in Russia ha condannato Pavlo Gryb, ucraino, prigioniero politico del Cremlino, a sei anni di carcere. Il Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa (FSB) l’ha arrestato nel 2017. A quel tempo il 19enne Gryb si era recato in Belarus per incontrare la ragazza, che aveva conosciuto sui social. UCMC racconta i dettagli del caso.  

L’ultima parola al tribunale. “È per la prima volta che ho la possibilità di parlare. Vorrei dire la mia, raccontando finalmente cosa in realtà è successo”, ha detto Pavlo Gryb durante la seduta in tribunale.

Non si è dichiarato colpevole e ha chiamato il Servizio federale per la sicurezza “banditi e assassini”. Ha anche detto di non potere neanche immaginare che la “neutrale” Belarus “in realtà si potesse dimostrare pericolosa”.

Nella sua dichiarazione Pavlo ha anche augurato a tutti i prigionieri ucraini del Cremlino di mantenere alto il loro spirito durante la detenzione – “restando fedeli alla verità e rimanendo onesti”. Ha concluso con “Gloria all’Ucraina!” e “Gloria alla nazione ucraina!”

La sentenza. Pavlo Hryb è stato accusato del tentativo di coinvolgere la cittadina russa Tatiana Yershova in un attentato terroristico. Il tribunale russo l’ha giudicato colpevole e l’ha condannato a sei anni di carcere. Attualmente Pavlo Gryb ha 20 anni.

Dopo la lettura della sentenza, Pavlo, ha detto alla Hromadske TV che stava seguendo il processo dall’aula, ha iniziato uno sciopero della fame. Nell’annunciarlo, Gryb ha dichiarato: “In quanto è stato negato accesso ai medici, alla Denisova (l’Ombudsman ucraina) e considerando quanto sta accadendo, annuncio l’inizio di uno sciopero della fame”.

Cosa sappiamo dell’arresto e dell’incriminazione. Si è venuto a sapere dell’arresto di Pavlo Hryb il 28 agosto 2017, dal una dichiarazione di suo padre. Il 24 agosto Pavlo è andato a Gomel, in Belarus, per incontrare Tatiana Yershova, una ragazza che aveva conosciuto sui social e con cui aveva parlato solo online. La ragazza doveva arrivare dalla Russia. Adesso Pavlo Gryb è certo che nel periodo tra giugno e agosto siano state le forze dell’ordine russe ad avergli parlato attraverso il profilo di Tatiana. A settembre sono arrivate informazioni secondo cui Pavlo si trovava in una struttura di detenzione cautelare a Krasnodar, in Russia. È stato accusato di presunta pianificazione di un attentato terroristico durante la festa per il primo giorno scolastico a Sochi.       

Perché lui? Neanche i difensori dei diritti umani trovano delle spiegazioni sul perché lui sia diventato protagonista di questa vicenda. Prima dell’arresto Pavlo era uno studente del primo anno nell’Università nazionale “Accademia Kyiv Mohyla”. Il padre di Pavlo, Ihor Gryb, in passato è stato un ufficiale del servizio di frontiera e attualmente lavora sull’istituzione del servizio dei cappellani nelle forze dell’ordine. Secondo il padre, Pavlo si esprimeva attivamente sulle reti sociali contro l’aggressione della Russia in Ucraina e “spesso non si preoccupava di scegliere le parole”. Il padre di Pavlo pensa che questo sia diventato il motivo per cui il Servizio federale per la sicurezza (FSB) ha avviato il caso contro suo figlio. Pavlo non ha combattuto nel Donbas e non è stato reclutato nell’esercito. Pavlo ha una disabilità e, secondo Ihor Gryb, deve assumere costantemente dei medicinali di vitale importanza per la sua salute.

Fra la vita e la morte. Pavlo ha una malattia congenita – l’ipertensione portale – e ha bisogno di cure giornaliere. Le autorità russe hanno negato l’accesso ai medici ucraini. Il 22 dicembre l’avvocato di Pavlo Gryb, Marina Dubrovina, ha raccontato che la salute di Pavlo si sta deteriorando, portando a un peggioramento della vista e della memoria. Il 29 gennaio 2019 l’Ombudsman ucraina Lyudmyla Denisova ha dichiarato che Pavlo Gryb si trovava tra la vita e la morte e che aveva bisogno di un intervento chirurgico al cuore.

La Corte europea dei diritti dell’uomo. Nel dicembre 2018 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha obbligato la Russia a presentare i certificati medici sullo stato di salute di Pavlo Gryb.

In precedenza l’Ombudsman ucraina ha dichiarato che Pavlo ha bisogno di un intervento immediato al cuore. Il 29 gennaio 2019 la Russia ha negato la visita del Console ucraino a Pavlo Gryb. Il 21 dicembre 2018 il tribunale russo ha rifiutato di cambiare la misura cautelare a Pavlo in arresti domiciliari a causa delle sue gravi condizioni di salute. Una commissione ufficiale ha esaminato le condizioni nel centro per la detenzione cautelare e le ha trovate adatte per Gryb.

Attualmente nelle prigioni russe sono detenuti più di 70 prigionieri politici ucraini, 10 sono già stati rilasciati.

La foto principale: Andrei Sabinin, RFE/RL.