Menu

L‘Ucraina avvia la Piattaforma Crimea – un meccanismo internazionale per rivendicare la sovranità sulla penisola

Il 26 febbraio si osserva la Giornata della resistenza contro l’occupazione della Repubblica autonoma della Crimea e della città di Sevastopol. Quest’anno, oltre a una serie di eventi svolti per dare visibilità alle problematiche della penisola, che da sette anni rimane occupata dalla Russia, parte anche un’iniziativa dello Stato ucraino volta a consolidare gli sforzi al livello internazionale affinché la sovranità ucraina sulla Crimea verrà ripristinata. Raccontiamo quel che sappiamo sulla Piattaforma Crimea.

Cos’è la Piattaforma Crimea? È un’iniziativa del governo ucraino intrapresa per consolidare gli sforzi dell’Ucraina e dei partner internazionali a vari livelli con lo scopo di tutelare i diritti umani in Crimea, bilanciare la sicurezza nella regione e, infine, de-occupare la penisola.

Una delle prime menzioni della Piattaforma Crimea risale al giugno 2020, quando il Ministro degli affari esteri Dmytro Kuleba ha dichiarato che l’Ucraina stava lavorando sulla creazione di una piattaforma internazionale che avrebbe permesso di dialogare con i partner sulla de-occupazione della Crimea. Tre mesi dopo, il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyi, in un intervento fatto alla 75ma sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, si è appellato agli Stati membri dell’Onu affinché aderissero all’elaborazione della Piattaforma Crimea. 

Le prospettive della Piattaforma Crimea si sono concretizzate il 26 febbraio 2021, quando il Presidente Zelenskyi ha firmato un provvedimento che ordinava l’istituzione del comitato organizzatore del vertice costitutivo della Piattaforma. Il primo vertice si terrà il 23 agosto 2021, e saranno incaricate della sua preparazione tre agenzie: il Ministero degli affari esteri, il Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa, il Ministero per la reintegrazione dei territori temporaneamente occupati.

Di cosa si occuperà e come sarà strutturata? “La Piattaforma farà da quadro per concentrare l’attenzione sulla Crimea a molti livelli,” spiega la Prima vice ministra degli affari esteri dell’Ucraina Emine Jeppar in un’intervista al media “Livyj bereh” (La riva sinistra, LB.ua). “(L’evento di) altissimo livello politico sarà il vertice ideato e organizzato dall’Ucraina. Si terrà annualmente, abbiamo suggerito il 26 febbraio, la Giornata della resistenza della Crimea contro l’occupazione russa, come una data simbolica per l’Ucraina.”

Le iniziative di secondo livello coinvolgeranno i ministri degli affari esteri e i ministri della difesa. “La difesa, la metteremo in luce conversando sull’occupazione della Crimea. Ci preoccupano non solo le violazioni sistematiche dei diritti umani, ma anche la militarizzazione della penisola, che rappresenta una minaccia sia per l’Ucraina sia per la regione intera. Gli appetiti della Federazione Russa si estendono anche al Mediterraneo e al Nord Africa, mentre la Crimea è vista come una testa di ponte per i militari,” ha detto Emine Jeppar.

“Il livello successivo prevede la cooperazione interparlamentare, il coinvolgimento dei presidenti dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, dell’OSCE e della NATO, e il lavoro con i parlamentari,” prosegue la Vice prima ministra degli affari esteri. Gli esperti delle organizzazioni della società civile rappresenteranno il quarto e ultimo livello di interazione.   

Il Ministro degli affari esteri dell’Ucraina Dmytro Kuleba ha evidenziato le priorità tematiche della Piattaforma Crimea. L’ha fatto durante una discussione internazionale sulle problematiche della Crimea occupata, nell’ambito della 27ma riunione del Consiglio dei ministri dell’OSCE.

“(La prima priorità) è la sicurezza, inclusa la libertà di navigazione. In secondo luogo, bisogna garantire l’efficienza delle restrizioni e sanzioni contro lo Stato aggressore. In terzo luogo, vi è la tutela dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. A seguire, vi è la tutela dei diritti nell’ambito della formazione, cultura e religione. Infine, bisogna eliminare l‘impatto negativo dell’occupazione temporanea della Crimea sull’economia e sull’ambiente,” ha detto Kuleba. 

Secondo la Prima vice ministra degli affari esteri Emine Jeppar, farà parte delle tematiche della Piattaforma Crimea anche l’impatto della militarizzazione della penisola sulla sicurezza dell’Europa orientale, nonché delle zone del Mar Nero, Mare d’Azov e del Mediterraneo.

I partecipanti. Gli ambasciatori degli Stati Uniti, del Regno Unito, della Turchia e di altri Paesi hanno espresso il loro sostegno al concetto della Piattaforma Crimea.

“Nella prima fase, la Piattaforma opererà come uno strumento di coordinamento e di consultazioni tra gli Stati che hanno dimostrato il loro sostegno coerente nei confronti dell’Ucraina, particolarmente, attraverso l‘introduzione delle sanzioni. Nelle fasi successive, potrebbe essere trasformata in un formato negoziale,” scrive Emine Jeppar in un articolo di opinione per “Dzerkalo Tyzhnia” (Lo specchio della settimana).   

“Tra i partecipanti chiave innanzitutto vorremmo vedere gli Stati garanti della nostra sicurezza – gli Usa, la Gran Bretagna e la Francia. Inoltre, anche la Germania – attore chiave del formato Normandia. In terzo luogo, i nostri partner regionali il cui interesse nel risolvere la questione della Crimea e fermare la politica aggressiva di Mosca coincide con il nostro. Speriamo che l’iniziativa avrà il sostegno da parte dell’Ue, della NATO e dei loro Stati membri, così come degli altri partner che ci hanno sostenuti avendo imposto le sanzioni in risposta all’occupazione della Crimea”, aggiunge la Prima viceministra degli affari esteri.

Foto: Ukrinform. L’inaugurazione del punto di passaggio “Chongar” attraverso il confine amministrativo tra la Crimea e l’Ucraina continentale dopo la ricostruzione nel novembre 2019.