L’Ucraina riporta indietro 215 militari dalla prigionia russa, tra di loro ci sono anche alcuni difensori dell’Azovstal. Il 21 settembre, l’Ucraina ha liberato dalla prigionia russa 215 militari ucraini, di cui 188 sono difensori di Mariupol della guarnigione di Azovstal e 108 appartengono al reggimento Azov. Tra i liberati ci sono anche i membri della Guardia nazionale, della guardia di frontiera, della polizia nazionale, i militari delle forze terrestri, della Marina Militare e della difesa territoriale delle Forze Armate ucraine.
Tra i prigionieri rilasciati ci sono 10 cittadini stranieri che hanno combattuto tra le fila delle Forze Armate ucraine. Sono cittadini di Stati Uniti, Gran Bretagna, Marocco, Svezia e Croazia. La loro liberazione è stata facilitata dall’Arabia Saudita, dove sono stati portati il 21 settembre.
Secondo gli accordi dietro lo scambio, i cinque comandanti dell’Azovstal – il comandante del reggimento Azov Denys “Redis” Prokopenko, il comandante ad interim della 36^ brigata dei Marines Serhiy “Volyna” Volynskyi, il vice comandante del reggimento Azov Svyatoslav “Kalyna” Palamar, Oleh Khomenko dell’Azov e Denys Shleha della Guardia nazionale, rimarranno in Turchia sotto la protezione delle garanzie personali del Presidente turco Recep Tayyip Erdogan fino alla fine della guerra con la Russia.
Tra i difensori liberati ci sono anche Dmytro “Orest” Kozatskyi, noto come l’autore delle foto scattate dentro l’Azovstal assediata, il capo della polizia stradale di Mariupol Mykhailo Vershynin, la paramedica Kateryna “Ptashka” Polishchuk e il sergente maggiore della 36^ brigata dei Marines Mykhailo Dianov.
Tra i rilasciati, ci sono anche tre donne militari fatte prigioniere mentre erano incinte – Maryana Mamonova, Yana Shumovetska e Anastasia Chernenka. Il 25 settembre, pochi giorni dopo la liberazione, il medico militare Mamonova ha dato alla luce una bambina.
Ai russi è stato consegnato Viktor Medvedchuk, un parlamentare ucraino incriminato per alto tradimento, nonché un alleato stretto di Putin, e altri 55 militari russi.
Più di due mila ucraini rimangono prigionieri della Russia, incluse donne incinte. Circa 2,5 mila ucraini – uomini e donne, militari e civili rimangono prigionieri della Russia. Ad affermarlo è stata la Vice prima ministra – la Ministra per la reintegrazione dei territori temporaneamente occupati dell’Ucraina Iryna Vereshchuk in un’intervista alla redazione ucraina della BBC il 25 settembre.
La Russia tiene prigioniere 616 donne ucraine, tra cui ci sono donne incinte. Lo ha reso noto il Gruppo di coordinamento per il trattamento dei prigionieri di guerra in un incontro con le famiglie dei prigionieri il 27 settembre.
Circa 800 militari del reggimento Azov rimangono prigionieri delle autorità russe, di cui più di 40 donne, incluse donne incinte. Lo ha affermato il capo del dipartimento per gli affari dei prigionieri di guerra e delle loro famiglie presso il servizio di patronato dell’Azov Olha Kravchenko.
I 215 militari rilasciati dalla prigionia russa si trovano in condizioni agghiaccianti, quasi tutti in uno stato di estrema anoressia secondo il capo del servizio di patronato dell’Azov Olena Tolkachova. “I nostri ragazzi sono esausti, hanno commozioni cerebrali, molte fratture nascoste e un generale deterioramento di malattie croniche,” racconta Tolkachova.
Le donne tenute prigioniere dai russi. Una testimonianza di un ex-prigioniera delle forze russe raccolta nell’ambito di un’analisi dell’Ong ucraina Media Initiative for Human Rights. Un video servizio “Ukraine in Flames” (Ucraina in fiamme) è disponibile in lingua inglese a questo link.
Nel sud, le forze russe sono schiacciate tra le truppe ucraine e il Dnipro. A sud le unità russe sono intrappolate tra le posizioni delle truppe ucraine e il lato destro del fiume Dnipro. Alcuni comandanti russi tentano di entrare in contatto con le Forze Armate ucraine per negoziare la resa. Ad affermarlo è stata la portavoce delle Forze di sicurezza e di difesa del Sud Natalia Gumenyuk il 19 settembre.
Cinque punti della formula di pace ucraina. Il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyi è intervenuto al Dibattito generale della 77^ sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, presentando una “formula di pace” che consiste in cinque punti. Il piano prevede la punizione per l’aggressione che deve essere applicata fino a quando l’Ucraina non ripristinerà i suoi confini riconosciuti a livello internazionale e i danni non saranno pienamente risarciti; la protezione della vita con tutti i mezzi delineati dalla Carta delle Nazioni Unite; il ripristino della sicurezza e dell’integrità territoriale; le garanzie di sicurezza; la determinazione a difendersi e la determinazione degli alleati ad aiutare l’Ucraina.
A Izyum, terminata l’esumazione del luogo di sepoltura di massa. Il 23 settembre, si è conclusa l’esumazione dei cadaveri dal luogo di sepoltura di massa nella città liberata di Izyum nella regione di Kharkiv.
“Sono stati esumati 447 corpi dalle fosse, di cui 215 erano donne, 194 uomini, cinque bambini e 22 militari. Inoltre, sono stati rinvenuti i resti di 11 persone di cui non è stato possibile determinare il sesso,” ha detto il capo della polizia nazionale Ihor Klymenko. I lavori di esumazione sono durati una settimana senza sosta.
Secondo il capo dell’amministrazione regionale militare di Kharkiv, Oleh Synegubov, la maggior parte dei corpi esumati hanno segni di morte violenta e in 30 casi segni di tortura. Ci sono corpi con una corda al collo, con le mani legate, con gli arti spezzati e ferite da arma da fuoco. Diversi uomini hanno subito l’amputazione dei genitali, ha detto Synegubov.
Podcast: perché la Russia si sente impunibile? Un crimine senza punizione e una punizione senza crimine – è una formula che sta dietro alla certezza dell’impunità che la Russia ha finora dimostrato in questa guerra. Il team del podcast “Explaining Ukraine” (Spiegando l’Ucraina) mette alla luce le profonde cause psicologiche e culturali dell’invasione russa dell’Ucraina. L’episodio è disponibile in lingua inglese a questo link.
Di quali garanzie di sicurezza ha bisogno l’Ucraina? Un video servizio “Ukraine in Flames” (Ucraina in fiamme) è disponibile in lingua inglese a questo link.
Quanto pronta è l’Ucraina all’adesione all’UE? Un video servizio “Ukraine in Flames” (Ucraina in fiamme) è disponibile in lingua inglese a questo link.
Foto: Mykola Anatskyi per il Ministero dell’Interno dell’Ucraina. Il Ministro dell’Interno Denys Monastyrskyi (a sinistra) incontra i comandanti della guarnigione di Azovstal liberati dalla prigionia russa. Nella foto a destra ci sono il comandante del reggimento Azov Denys “Redis” Prokopenko e il comandante ad interim della 36^ brigata dei Marines Serhiy “Volyna” Volynskyi.