Attacchi di droni su città russe. È scoppiato il caos in Russia, mentre uno sciame di droni ha invaso diverse regioni il 28 febbraio.
Due droni carichi di esplosivo sono precipitati su una raffineria di Rosneft a Tuapse, nella regione di Krasnodar, causando un incendio che è stato “velocemente estinto”. Un’esplosione causata da uno dei droni è avvenuta a meno di 30 metri da una caserma del Ministero della Difesa, secondo i media russi.
Martedì, è stato chiuso lo spazio aereo su San Pietroburgo, mentre l’aeroporto Pulkovo ha sospeso tutti i voli in arrivo e in partenza. Ciò è avvenuto dopo l’avvistamento di un oggetto non identificato nei cieli. In seguito sono decollati alcuni caccia.
Un altro drone si è schiantato nella regione di Mosca vicino a una stazione di compressione del gas di proprietà di Gazprom. Non c’è stata alcuna esplosione.
I droni hanno anche raggiunto le regioni di Bryansk, Belgorod e la Repubblica di Adygeya. In uno degli episodi, avvenuto nella regione di Bryansk il 27 febbraio, un attacco di tre droni ha messo fuori servizio una torre di sorveglianza delle guardie di frontiera russe nell’area di Sevsk.
Nella notte del 27 febbraio, sono stati evacuati gli abitanti di un palazzo nella regione di Belgorod dopo che uno dei quattro droni si è schiantato contro l’edificio.
Né i vertici militari, né quelli politici ucraini hanno commentato l’accaduto.
Un gruppo russo anti-Putin afferma di aver fatto un’incursione nella regione di Bryansk. Il Corpo volontario russo (Rdk) ha ammesso la responsabilità dell’incursione in territorio russo, nella regione di Bryansk il 2 marzo che la Russia ha definito “un attacco dei sabotatori ucraini”. Il Rdk è un’unità composta da immigrati russi che combatte al fianco dell’Ucraina. I media sottolineano le convinzioni di destra del capo del Corpo e di alcuni suoi membri.
Sul canale Telegram del Corpo volontario russo è stato pubblicato lo stesso giorno un video che riprende due uomini in mimetica di fronte a un edificio con la targa “Ambulatorio medico di Lyubechane”.
Uno degli uomini nel video afferma che i combattenti del Corpo volontario russo hanno attraversato il confine, entrando nel territorio russo, per dimostrare che “i russi possono battersi contro il regime con le armi”. Inoltre, i rappresentanti del Rdk hanno smentito i presunti attacchi sui civili.
Alcuni media russi hanno identificato uno dei combattenti nel video come il capo del Corpo volontario russo, il 38enne Denis Nikitin, conosciuto anche con il cognome di Kapustin e come White Rex.
Le Forze Armate ucraine non hanno nulla a che fare con quello che è accaduto oggi in Russia, nel territorio della regione di Bryansk, è una provocazione del Cremlino. Ad affermarlo è lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine in un commento al medium ucraino Babel.
“Quello che succede in Russia è la resistenza della popolazione locale al regime terroristico di Putin. (…) Le voci sull’accaduto nella regione di Bryansk sono una palese provocazione di Mosca,” sostiene lo Stato Maggiore.
Un messaggio contrastante è venuto invece dal capo del Rdk Denis Nikitin in un’intervista rilasciata al Financial Times. L’operazione del Corpo volontario russo nella regione di Bryansk è stata concordata con il comando militare ucraino, altrimenti non sarebbe stata possibile, ha detto.
Un missile terra-aria russo centra un condominio a Zaporizhzhia. Nella notte del 2 marzo, le forze russe hanno sferrato un attacco missilistico contro Zaporizhzhia. Uno dei razzi, probabilmente un S-300, ha centrato un palazzo residenziale di cinque piani. Tredici persone sono state uccise, inclusa una bambina di otto mesi. Altre cinque persone risultano disperse e otto sono rimaste ferite. Sono 11 le persone salvate, tra cui una donna incinta.
L’Ucraina supera un inverno difficile, infliggendo un’altra sconfitta alla Russia, afferma il Ministro degli Esteri ucraino. L’Ucraina è sopravvissuta all’inverno più difficile nella sua storia moderna malgrado il freddo, il buio e gli attacchi missilistici. Ad affermarlo è stato il Ministro degli Affari Esteri ucraino Dmytro Kuleba il primo marzo, il giorno che segna l’inizio della primavera nel calendario ucraino.
“Il 1° marzo 2023, Putin ha subito la quinta forte sconfitta da quando la Russia ha invaso l’Ucraina su larga scala. L’Ucraina ha sconfitto il suo terrore invernale. Siamo sopravvissuti all’inverno più difficile della nostra storia,” ha detto Kuleba.
“Sono rimasti spalla a spalla con noi i nostri partner con i loro aiuti. Ha vinto anche l’UE che, contrariamente alle risatacce di Mosca, non si è congelata in assenza del gas russo,” prosegue il Ministro degli Esteri ucraino.
La difesa di Bakhmut crea solide condizioni per una controffensiva ucraina, afferma l’Institute for the Study of War. Proseguono feroci combattimenti per la città di Bakhmut, nella regione di Donetsk. La situazione intorno a Bakhmut rimane difficile. Lo ha reso noto il comandante delle Forze Terrestri ucraine, il colonnello generale Oleksandr Syrskyi il 13 marzo. “Le unità d’assalto del [gruppo] Wagner stanno avanzando da più direzioni, cercando di sfondare le difese delle nostre truppe e avanzare verso le zone centrali della città. Nel corso di feroci battaglie, le forze di difesa ucraine infliggono perdite significative al nemico,” ha detto Syrskyi.
Grazie alle difese efficienti delle Forze Armate ucraine, l’offensiva russa a Bakhmut sta per giungere al culmine, indipendentemente dal fatto se le truppe russe riusciranno a prendere il controllo della città. Ad affermarlo è il centro di analisi americano “Institute for the Study of War” in un rapporto del 5 marzo. Il probabile culmine imminente dell’offensiva russa intorno a Bakhmut, insieme ad altri fattori, sta creando le solide condizioni per le operazioni controffensive ucraine, sostiene l’Institute for the Study of War. È già successo a luglio 2022, quando le truppe ucraine hanno preso l’iniziativa non appena l’offensiva russa per prendere Severodonetsk e Lysychansk è arrivata al culmine, si legge nel rapporto.
Gli sforzi dell’Ucraina per riportare indietro civili e militari tenuti prigionieri dalla Russia. Un video servizio “Ukraine in Flames” (Ucraina in fiamme) è disponibile in lingua inglese a questo link.
La Turchia manterrà il suo ruolo di mediatore nella guerra dopo il devastante terremoto? Un video servizio “Ukraine in Flames” (Ucraina in fiamme) è disponibile in lingua inglese a questo link.
La cultura come resistenza. Le voci di alcuni esponenti culturali ucraini che combattono al fronte. Un video servizio “Ukraine in Flames” (Ucraina in fiamme) è disponibile in lingua inglese a questo link.
Gli atleti russi gareggeranno alle Olimpiadi 2024? Un video servizio “Ukraine in Flames” (Ucraina in fiamme) è disponibile in lingua inglese a questo link.
La guerra della Russia contro l’Ucraina vista dal Medio Oriente. Una conversazione con Ammar Abd Rabo, un fotografo e giornalista franco-siriano. Un episodio del podcast “L’Ukraine, face à la guerre” (L’Ucraina: di fronte alla guerra) è disponibile in lingua francese a questo link.
Foto: la 93˄ brigata meccanizzata separata “Kholodnyi Yar”. I militari della brigata che difendono Bakhmut.