Come uscire dalla guerra di posizione e vincere: un’intervista del Comandante delle Forze Armate ucraine. In un’intervista pubblicata dall’Economist il 1° novembre, il generale Valeriy Zaluzhnyi, Comandante delle Forze Armate ucraine, spiega che cosa non ha funzionato fin qui nella controffensiva, e cosa si può migliorare per costringere la Russia a indietreggiare. Riportiamo i punti chiave dell’intervista evidenziati da Linkiesta.
La controffensiva intrapresa dall’Ucraina cinque mesi fa non ha prodotto i risultati sperati. Il conflitto è bloccato in uno stallo che ricorda i combattimenti di trincea della Prima Guerra Mondiale. “La guerra si sta muovendo ora verso una nuova fase: quella che noi militari chiamiamo guerra ‘di posizione’ di combattimento statico e di logoramento, come nella prima guerra mondiale, in contrasto con la guerra ‘di manovra’ di movimento e velocità”, ha scritto in un articolo pubblicato sull’Economist il comandante in capo delle forze armate dell’Ucraina, il generale Valery Zaluzhnyi – poi protagonista anche di un’intervista sullo stesso magazine.
Ma è l’analisi militare la parte più interessante e Zaluzhnyi arriva a spiegare quali sono gli elementi determinanti che possono guidare Kyiv verso la vittoria in questa guerra già troppo lunga.
“Come durante la Prima Guerra Mondiale, abbiamo raggiunto un livello tecnologico che ci mette in una situazione di stallo”, afferma il generale, sottolineando che, allo stato attuale, la tecnologia moderna e le armi di precisione di entrambe le parti impediscono alle truppe di sfondare le linee difensive del nemico. Ciò significa che senza un netto balzo tecnologico di una parte, è sostanzialmente impossibile dare una svolta significativa al conflitto.
“Per trovare una via d’uscita dalla guerra di posizione sarebbe necessario conseguire: la superiorità aerea; il superamento in profondità dei campi minati; una maggiore efficacia del fuoco di controbatteria; la creazione e l’addestramento delle unità di riserva necessarie; il rafforzamento delle capacità di guerra elettronica”, conclude il generale.
Il testo completo dell’intervista è disponibile in lingua inglese a questo link. Per approfondire: si legga anche un articolo e un saggio scritto dal generale Zaluzhnyi per l’Economist.
La Russia riordina le truppe per continuare i tentativi di circondare Avdiyivka. Le forze russe hanno rallentato il ritmo degli attacchi in direzione di Avdiyivka, nella regione di Donetsk, per compensare le perdite subite e riorganizzarsi. Ad affermarlo è stato il portavoce del centro media unito delle Forze di Difesa della direzione di Tavria, il colonnello Oleksandr Shtupun in televisione il 2 novembre.
Il numero di assalti ad Avdiyivka è stato ridotto. “Il nemico continua i tentativi di circondare Avdiyivka, ma ora non così attivamente: il nemico sta cercando di recuperare le perdite e riorganizzarsi per attaccare ulteriormente,” ha detto Shtupun.
L’offensiva russa verso la città è iniziata il 10 ottobre. Le perdite subite dalla Russia nel corso dell’offensiva lanciata in direzione di Avdiyivka sono probabilmente le più alte del 2023. È quanto riferisce l’intelligence britannica in un aggiornamento pubblicato su X dal Ministero della Difesa del Regno Unito il 28 ottobre. Secondo le Forze Armate ucraine, dal 10 ottobre, la Russia ha perso quasi 6.500 soldati, 100 carri armati e quasi 250 unità di altri veicoli corazzati nell’area di responsabilità del gruppo di truppe operativo-strategico “Tavria” che comprende anche Avdiyivka.
La Russia riprende massicci attacchi con droni contro le infrastrutture critiche e militari ucraine in varie parti del Paese. Nelle ultime settimane, la Russia ha lanciato una serie di massicci attacchi di droni alle infrastrutture critiche e ai siti militari ucraini. In uno degli episodi, avvenuto nella notte del 25 ottobre, i droni hanno preso di mira il territorio nei pressi della centrale nucleare di Khmelnytskyi, nell’ovest del Paese. L’onda d’urto dell’esplosione ha frantumato le finestre degli edifici adiacenti alla centrale nucleare. Sono state danneggiate anche le linee elettriche, e almeno 1.860 consumatori in due città della regione, Netishyn e Slavuta, hanno subito interruzioni di corrente. Almeno 16 persone sono rimaste ferite in seguito all’attacco. Le forze di difesa antiaerea ucraine hanno abbattuto tutti gli 11 droni lanciati contro il Paese durante la notte.
Nella notte del 1° novembre, i droni lanciati dalla Russia hanno colpito una raffineria di petrolio a Kremenchuk, causando un incendio, e hanno danneggiato le linee elettriche nella regione di Poltava, provocando interruzioni di corrente. Il 3 novembre, alcuni dei 10 droni di fabbricazione iraniana lanciati contro le infrastrutture civili della città di Kharkiv e nei dintorni hanno raggiunto i loro obiettivi. La stessa notte, cinque droni hanno colpito le infrastrutture critiche nella regione occidentale di Lviv.
Commentando un attacco nei pressi della centrale nucleare di Khmelnytskyi nel suo discorso serale, il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyi ha detto: “L’attacco in direzione della centrale nucleare ricorda a tutti i nostri partner quanto sia importante rafforzare la difesa aerea ucraina e quanto possa essere pericoloso quando la Russia riesce ad aggirare le sanzioni internazionali”.
“Molti componenti dei droni d’attacco utilizzati dai terroristi russi, così come dei loro missili, provengono da diversi Paesi e da diverse aziende, comprese quelle occidentali. L’efficacia delle sanzioni contro la Russia è letteralmente una difesa contro il terrorismo,” ha detto Zelenskyi.
La Russia ritira la sua flotta dalla Crimea. La flotta militare russa non è più in grado di operare nel Mar Nero occidentale e sta gradualmente abbandonando la Crimea. Lo ha dichiarato il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyi in un discorso tenuto in videoconferenza al vertice parlamentare della Piattaforma Crimea svoltosi a Praga il 24 ottobre.
“È un risultato storico. Recentemente, il leader russo è stato costretto ad annunciare la creazione di una nuova base della flotta del Mar Nero nel territorio occupato della Georgia. Cioè nella parte sud orientale del Mar Nero, la più lontana possibile dai missili e i droni navali ucraini. Ma li raggiungeremo ovunque,” ha detto Zelenskyi. Per ora l’Ucraina non ha ancora raggiunto il pieno controllo di fuoco sulla Crimea e sulle acque adiacenti. “Ma accadrà. È questione di tempo”, ha aggiunto.
A inizio ottobre, Aslan Bzhania, il leader di Abkhazia, un territorio occupato della Georgia, ha detto in un’intervista al quotidiano russo “Izvestija” che la Russia costruirà una base navale sulla costa del Mar Nero nella regione.
Il ruolo dell’energia rinnovabile nella ricostruzione delle infrastrutture energetiche ucraine. Un video servizio “Ukraine in Flames” (Ucraina in fiamme) è disponibile in lingua inglese a questo link.
Stampare edifici in 3D per ricostruire le zone dell’Ucraina devastate dalla guerra. Una conversazione con Jean-Christophe Bonis, un imprenditore in Ucraina, il fondatore dell’associazione “Team4UA”. Un episodio del podcast “L’Ukraine, face à la guerre” (L’Ucraina: di fronte alla guerra) è disponibile in lingua francese a questo link.
Foto: il Museo nazionale d’arte di Odesa. Nella notte del 5 novembre, un attacco russo con missili e droni a Odesa ha causato danni anche al Museo nazionale d’arte. Il giorno seguente, il 6 novembre, sono ricorsi i 124 anni dall’apertura del museo. È possibile sostenere l’istituzione d’arte, facendo un acquisto nel suo negozio online.