Giorno 752: raffinerie russe prese di mira dai droni ucraini, un’incursione in Russia di tre gruppi russi anti-Putin, illegalità delle “elezioni” russe nei territori ucraini occupati

Gli intensi attacchi ucraini con droni mettono fuori uso alcune raffinerie russe. Gli attacchi ucraini con droni alle infrastrutture petrolifere russe nel corso di due giorni — il 12 e il 13 marzo, hanno messo fuori uso il 12 per cento delle capacità di raffinazione di petrolio in Russia. I calcoli sono stati forniti dalla Bloomberg.

Tra le strutture petrolifere colpite nella notte del 12 marzo, ce n’è stata una raffineria della Lukoil nella regione di Nizhny Novgorod. Il 13 marzo, alcuni droni ucraini hanno attaccato uno stabilimento della Rosneft a Ryazan e una raffineria a Novoshakhtinsk nella regione di Rostov. Seguite il primo e il secondo link per le notizie dettagliate in lingua inglese. 

Tre gruppi russi anti-Putin compiono una vasta incursione in Russia. Il 12 marzo, la Legione “Libertà alla Russia”, il Corpo volontario russo (Rdk) e il Battaglione siberiano — le unità composte da cittadini russi che combattono al fianco dell’Ucraina, sono entrati nelle regioni russe di Kursk e Belgorod nell’ambito di un’operazione congiunta. Lo hanno annunciato i gruppi sulle loro pagine Telegram.

“Come tutti i nostri concittadini, nella Legione sogniamo una Russia liberata dalla dittatura di Putin. Ma non solo sogniamo: compiamo tutti gli sforzi per realizzare questi sogni. Toglieremo la nostra terra al regime, centimetro dopo centimetro. I russi dormiranno tranquilli, non avranno paura del campanello e diranno quello che pensano senza paura. I russi voteranno per chi vogliono e non per chi devono. I russi vivranno liberamente”, si legge nel messaggio della Legione “Libertà alla Russia”.

La cittadina di Tyotkino nella regione di Kursk è diventata teatro di feroci battaglie. L’assalto via terra delle tre unità è stato supportato da alcuni veicoli corazzati. I combattimenti in Russia sono proseguiti anche nei giorni seguenti. Un rappresentante del Comparto intelligence principale presso il Ministero della Difesa ucraino, Andriy Yusov ha detto alla Radio NV il 13 marzo che i  gruppi stanno conducendo l’operazione sul territorio russo “in modo autonomo e indipendente”. Seguite il primo e il secondo link per le notizie dettagliate in lingua inglese. 

Il 21 marzo, i rappresentanti della Legione “Libertà alla Russia”, del Corpo volontario russo (Rdk) e del Battaglione siberiano hanno rilasciato una conferenza stampa, facendo il punto dell’operazione sul territorio russo. Il video della conferenza è disponibile in lingua inglese a questo link.

Lo svolgimento delle “elezioni” presidenziali russe nei territori occupati ucraini è illegale, ricorda il Ministero degli Esteri ucraino in una dichiarazione. Il Ministero degli Affari Esteri ucraino ha rilasciato una dichiarazione il 14 marzo con la quale ricorda alla comunità internazionale che lo svolgimento delle cosiddette “elezioni” del presidente russo nei territori ucraini temporaneamente occupati quali la Repubblica autonoma della Crimea e la città di Sevastopol, le zone delle regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, è illegale e non avrà alcuna conseguenza legale. La dichiarazione è disponibile in lingua italiana a questo link.

Perché le sanzioni contro il patriarcato di Mosca in Ucraina non rappresentano una persecuzione religiosa. Un video servizio “Ukraine in Flames” (Ucraina in fiamme) è disponibile in lingua inglese a questo link.

Perché la politica estera francese è stata segnata dal fascino russo a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale? Come uscire dalla fascinazione e invece affrontare la realtà? Una conversazione con Elsa Vidal, caporedattrice della redazione russa della Rfi (Radio France Internationale), autrice del libro “Il fascino russo”. Un episodio del podcast “L’Ukraine, face à la guerre” (L’Ucraina: di fronte alla guerra) è disponibile in lingua francese a questo link.  

Foto: un fermoimmagine della diretta dell’Abc News. Il documentario “20 giorni a Mariupol” di Mstyslav Chernov ha vinto il premio per il miglior documentario agli Oscar 2024. Vasylisa Stepanenko, Mstyslav Chernov e Yevhen Maloletka, giornalisti ucraini dell’Associated Press (al centro sul palco), si sono ritrovati intrappolati in una Mariupol assediata nelle prime settimane dell’invasione russa.

Accettando il premio sul palco, Chernov ha detto: “Questo è il primo Oscar nella storia dell’Ucraina, e ne sono onorato. Ma probabilmente sarò il primo regista su questo palco a dire che vorrei non aver mai fatto questo film. Vorrei poter fare a cambio con una storia in cui la Russia non ha mai attaccato l’Ucraina, mai occupato le nostre città. Preferirei dare indietro ogni riconoscimento, per una storia in cui la Russia non uccide decine di migliaia di miei connazionali ucraini. Vorrei che liberassero tutti gli ostaggi, tutti i soldati che stanno proteggendo le loro terre, tutti i civili che sono in prigione in questo momento”.

“Ma non posso cambiare la storia. Non posso cambiare il passato. Voi, alcune delle persone più talentuose al mondo, e noi possiamo però assicurarci insieme che la storia venga corretta, che la verità abbia la meglio e che la gente di Mariupol e coloro che hanno dato la vita non siano mai dimenticati. Perché il cinema forma i ricordi, e i ricordi formano la storia”.