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Giorno 864: un attacco russo con missili e droni a Dnipro, la ritirata ucraina da un quartiere di Chasiv Yar, le forniture stabili di armi occidentali come chiave del successo ucraino sul campo di battaglia

Un attacco russo con missili e droni uccide otto persone a Dnipro. Il 3 luglio, la Russia ha lanciato contro l’Ucraina tre missili da crociera Iskander-K, quattro missili guidati Kh-59 e cinque droni Shahed. Secondo l’Aeronautica militare ucraina, il principale bersaglio dell’attacco è stata la regione Dnipropetrovska.

Le difese aeree ucraine hanno abbattuto un totale di 11 bersagli aerei: uno dei tre missili da crociera Iskander-K, tutti i quattro missili guidati Kh-59, tutti i cinque droni Shahed e un drone di ricognizione Orlan-10.

Otto persone sono state uccise nell’attacco e più di altre 50 sono rimaste ferite. Il raid ha danneggiato un centro commerciale, le scuole e gli ospedali.

In seguito all’attacco a Dnipro il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyi ha rinnovato l’appello agli alleati a fornire all’Ucraina più difese aeree e armi a lungo raggio. “Solo due cose possono fermare questo terrore russo — moderni sistemi di difesa aerea e le capacità a lungo raggio delle nostre armi. Il mondo può proteggere le vite, ma questo richiede la determinazione dei leader. Determinazione che può e deve far sì che la protezione dal terrore torni a essere la norma,” ha detto Zelenskyi.

Le truppe ucraine si ritirano dal quartiere Kanal a Chasiv Yar. Le truppe ucraine si sono ritirate dal quartiere Kanal della città di Chasiv Yar nella regione di Donetsk. Lo ha affermato il portavoce del gruppo di truppe operativo-strategico “Khortytsia”, il tenente colonnello Nazar Voloshyn in televisione il 4 luglio.

“È diventato impraticabile mantenere il distretto Kanal, in cui era entrato il nemico, perché minacciava la vita e il benessere dei nostri soldati. Le posizioni dei nostri difensori erano state distrutte. Il comando ha preso la decisione di ritirarsi in posizioni meglio protette e preparate. Comunque il nemico non smette di svolgere le intense attività di combattimento neanche lì,” ha detto Voloshyn.

Il 3 luglio, il servizio stampa del gruppo di truppe operativo-strategico “Khortytsia” ha reso noto che la situazione nell’area di responsabilità del gruppo rimane “estremamente difficile”. I combattimenti a Chasiv Yar proseguono vicino al canale idrico Siverskyi Donets-Donbas, si legge nel messaggio.

Le forniture stabili di armi occidentali sono decisive per il successo dell’Ucraina sul campo di battaglia, afferma Zelenskyi in un’intervista a Bloomberg. In un’intervista a Bloomberg andata in onda il 3 luglio, il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyi ha dichiarato che una nuova controffensiva ucraina e il successo del Paese sul campo di battaglia dipendono dalle armi occidentali in dotazione alle truppe ucraine e dalla possibilità di assicurare stabilmente le consegne.

Ha affermato che le forze di difesa ucraine hanno 14 brigate sottoequipaggiate, perché le armi promesse dagli alleati occidentali non arrivano in tempo. “Non abbiamo armi le cui forniture siano già state discusse e approvate [dal Congresso degli Stati Uniti], i pacchetti arrivano lentamente. Siamo grati al Congresso per il sostegno, ma le armi devono ancora arrivare,” ha spiegato Zelenskyi. 

Anche una nuova controffensiva ucraina dipende dalla disponibilità delle armi, ha detto, aggiungendo che attualmente di tale disponibilità non sono chiare le tempistiche. “Lanceremo una controffensiva quando siamo pronti. Saremo pronti quando arriveranno le armi, che ancora non abbiamo ricevuto,” ha affermato Zelenskyi.

Secondo il Presidente ucraino, gli equipaggiamenti stanno impiegando troppo tempo per arrivare in prima linea. “Questa è la più grande tragedia di questa guerra, che tra la decisione e il fatto reale, vi è un’attesa davvero lunga, lunga, lunga,” ha detto Zelenskyi.

Come l’Ucraina, l’Unione Europea e la Nato devono proteggersi dall’aggressione russa nel Mar Nero? Un video servizio “Ukraine in Flames” (Ucraina in fiamme) è disponibile in lingua inglese a questo link.

Come il regime di Putin è riuscito a sedurre le capitali europee dopo la fine della guerra fredda e a renderle cieche di fronte alle sue atrocità a venire? Una conversazione con Sylvie Kaufmann, editorialista di Le Monde, autrice del saggio “Accecati. Come Berlino e Parigi hanno lasciato la strada aperta alla Russia” (2023). Un episodio del podcast “L’Ukraine, face à la guerre” (L’Ucraina: di fronte alla guerra) è disponibile in lingua francese a questo link.

Foto: Oleksiy Samsonov per Vechirniy Kyiv. Una manifestazione a Kyiv per chiedere la liberazione dei militari ucraini della guarnigione di Mariupol fatti prigionieri dalla Russia. Gli attivisti, tra cui i familiari dei prigionieri di guerra, manifestano ogni settimana in varie città del Paese per chiedere il loro rilascio.