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L’Ucraina in fiamme: i vasti incendi boschivi divorano la zona vicino al fronte

Per una settimana, dal 1° ottobre, i pompieri hanno combattuto dei vasti incendi boschivi divampati nella regione di Luhansk, nell’est del Paese. Ci sono 11 vittime, sono stati bruciati oltre 13 mila ettari in prossimità dei territori non controllati dal governo ucraino. Come si sono innescati gli incendi? Si tratta di incendi dolosi? Raccontiamo gli sviluppi principali.

Nei primi giorni di ottobre, la situazione più tesa si è avuta fra Stanytsia Luhanska e Severodonetsk, dove il fuoco minacciava più di 30 centri abitati. Oltre 250 abitazioni sono state danneggiate dal fuoco. Le raffiche di vento hanno complicato ulteriormente la situazione. L’8 ottobre gli incendi sono stati estinti, come comunicato dal Servizio statale di gestione emergenze.

I vasti incendi hanno colpito le aree boschive nei distretti Novoaidarskyi, Starobilskyi, Popasnianskyi e Stanychno-Luhanskyi nella regione di Luhansk in prossimità della linea del fronte. Centinaia di abitanti sono stati evacuati dalla zona epicentro degli incendi, 17 persone sono ricoverate all’ospedale. Il 1° ottobre la Procura generale ha reso noto che le vittime degli incendi erano 11, dato che è stato confermato più tardi dal Servizio statale di gestione emergenze.    

Chiuso un punto di passaggio. A causa degli incendi, il punto di passaggio attraverso la linea di contatto Stanytsia Luhanska è stato chiuso il 1° ottobre e ha ripreso il funzionamento il 5 ottobre. Il fuoco ha bruciato gli allestimenti nel punto di passaggio e in alcune vie di una cittadina vicina. Inoltre, ha raggiunto il ciglio di una vicina strada minata causando la detonazione degli esplosivi. Le autorità hanno promesso di ricostruire il punto di passaggio non appena estinti i roghi. 

Il fuoco si è anche approssimato a uno stabilimento che produce disinfettanti al quale interno vi è un deposito di 30 tonnellate di alcool e una stazione di dosaggio di cloro con 280kg di cloro stoccati; fortunatamente gli incendi in quella zona sono stati estinti.  

Il fumo ha reso difficile l’uso di droni, a cui si affida lo scoprire dei focolai. Inoltre, la guardia di frontiera ha registrato delle esplosioni che accompagnavano gli incendi, che potrebbero essere state causate dalla detonazione delle munizioni vicino alla linea del fronte.  

Di chi è la colpa? Il comando dell’Operazione delle Forze congiunte sostiene che gli incendi si sono originati “da provocazioni armate deliberate da parte delle truppe russe di occupazione”, si legge in una dichiarazione del 1° ottobre. Il Ministro dell’Interno Arsen Avakov non ha escluso la possibilità che gli incendi possano essere dolosi. Sono stati aperti i rispettivi procedimenti penali. Si indaga su quattro ipotesi principali che si estendono dall’autocombustione dell’erba e delle foreste dovuta alle condizioni del tempo, alla propagazione del fuoco dopo degli attacchi avversari.  

Il governo locale ha dato la responsabilità degli incendi ai militanti appoggiati dalla Russia. “C’è chi pensa che qui viviamo in pace e la guerra non ci sia. Negli ultimi sei anni, però, non appena inizia a soffiare  vento forte, scoppiano gli incendi. (…) Di solito, innescano sulla riva del Siverskyi Donets o ancora più lontano dai colpi di mortai, dalle munizioni traccianti o dalle munizioni di lanciagranate,” afferma l’amministrazione del distretto Stanychno-Luhanska.

Sul territorio del distretto, il fiume Siverskyi Donets coincide con la linea del fronte nella regione di Luhansk, oltre la quale si trovano i territori che il governo non controlla. L’amministrazione distrettuale ha anche fatto notare che gli incendi si sono innescati simultaneamente in posti diversi.  

L’amministrazione civico-militare della regione di Luhansk ha chiesto la tregua all’amministrazione occupante della cosiddetta “LPR” affinché venisse messa a disposizione l’aeronautica antincendi. Confermata la tregua, due aerei e un elicottero sono entrati a far parte dell’operazione.

Gli incendi come un problema complessivo

Oltre ai rischi di combustione in vicinanza della linea del fronte, quest’anno l’Ucraina ha registrato un numero record di incendi, prevalentemente nell’est e nel sud del Paese. 

L’Ukraine Crisis Media Center ha invitato gli esperti a discutere il fenomeno degli incendi mettendo a fuoco anche le possibili soluzioni del problema.  

Crescono i danni subiti dagli incendi boschivi. Prima del 2020, in Ucraina annualmente sono bruciati cinque-sette mila ettari dei boschi, racconta Sergiy Zibtsev, direttore del Centro regionale dell’Europa orientale per il monitoraggio degli incendi presso l’Università nazionale per la gestione delle biorisorse e dell’ambiente. Quest’anno il numero ha raggiunto 120 mila ettari. I danni causati dagli incendi sui terreni agricoli sono stabili: annualmente bruciano 500 mila – un milione ettari. Le vittime degli incendi boschivi e quelli in agricoltura nel 2020 (escluse le vittime degli incendi recenti nella regione di Luhansk) sono sette, 27 persone sono rimaste ferite.

Le cause della crescita. Secondo il parlamentare Oleksandr Marikovskyi della fazione di maggioranza “Il servitore del popolo” (Sluha narodu), i vasti incendi sono spesso causati dai comportamenti umani, altre cause includono il riscaldamento globale, poche precipitazioni e l’assenza di misure preventive.

Yevhenia Zasiadko, direttrice del dipartimento di clima e trasporto dell’Ong “Ecodiya”, ha detto: “Negli ultimi 30 anni in Ucraina la temperatura media è cresciuta di 1.2 gradi. Così aumenta il rischio di avere più incendi, siccità e desertificazione.” 

Cosa fare? Oleksandr Shust, direttore del dipartimento per la gestione delle attività minerarie e il rinnovamento dell’ambiente del Ministero per la tutela dell’ambiente e delle risorse naturali dell’Ucraina, ha raccontato delle attività che il Ministero intraprende per affrontare il problema: “Il Ministero non se ne sta in disparte, abbiamo creato un gruppo di lavoro che sta elaborando una strategia per la gestione degli incendi paesaggistici.”  Nella ricerca delle soluzioni è attivamente coinvolta anche la società civile. Secondo Yevhenia Zasiadko dell’Ong “Ecodiya”, “la società civile ha sviluppato una tabella di marcia per le azioni climatiche. Riguardano gli obiettivi per cinque settori volti a ridurre le emissioni dei gas serra in Ucraina. Più di 30 organizzazioni hanno aderito agli obiettivi, mentre più di 30 esperti hanno preso parte nella stesura del documento.”

Foto: l’ufficio del Servizio statale di gestione emergenze nella regione di Luhansk.