Il 27 ottobre, la Corte costituzionale dell’Ucraina ha giudicato non conformi alla Costituzione un articolo del Codice penale e alcuni provvedimenti della legge sulla prevenzione della corruzione. La decisione non può essere impugnata, e ciò mette a repentaglio l’intero sistema anticorruzione, visto come uno dei principali compimenti dell’Ucraina dopo la Rivoluzione della dignità. Per risolvere quella che è stata definita una crisi costituzionale, il Presidente Volodymyr Zelenskyi ha presentato al Parlamento un disegno di legge per sciogliere la Corte costituzionale. Raccontiamo in dettaglio come si sta sviluppando la storia che per la seconda settimana rimane l’argomento principale di dichiarazioni politiche e dibattiti tra gli esperti, nonché motivo di critiche dei partner internazionali dell’Ucraina.
La decisione della Corte. Il 27 ottobre, la Corte costituzionale dell’Ucraina ha giudicato non conforme alla Costituzione l’Articolo 366-1 del Codice penale che prevede la responsabilità per falsa dichiarazione dei redditi. Inoltre, la Corte ha giudicato non conforme alla Costituzione una serie dei provvedimenti della legge “Sulla prevenzione della corruzione”. In particolare, la Corte ha annullato i poteri dell’Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione in merito ai controlli delle dichiarazioni dei redditi, alla gestione e pubblicazione di essi, e al monitoraggio dello stile di vita di chi dichiara i redditi.
Quattro dei quindici giudici non hanno sostenuto la decisione, inclusi i tre nominati dal Presidente Poroshenko. Al momento in cui si scrive, solo due di loro, Serhiy Golovatyi e Vasyl Lemak, hanno pubblicamente criticato la decisione della Corte, spiegando come essa contraddica la prassi legislativa europea e quella della Corte europea dei diritti umani in particolare.
Il 28 ottobre, l’Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione ha chiuso l’accesso al Registro statale delle dichiarazioni telematiche dei redditi, attuando così la decisione della Corte costituzionale. Dopo la seduta straordinaria del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa, indetta dal Presidente Zelenskyi il 29 ottobre, e a seguito di un regolamento in materia del governo, l’accesso al Registro è stato ripristinato. Comunque, l’Agenzia rimane ancora senza le possibilità di controllare le dichiarazioni degli impiegati statali, dato che tali poteri le sono stati tolti dalla decisione della Corte costituzionale.
Le conseguenze della decisione della Corte costituzionale. La cancellazione dei provvedimenti anticorruzione porta alla violazione degli impegni dell’Ucraina sotto il programma del FMI, gli accordi di prestito con l’Ue, e va contro i prerequisiti del regime senza visto con l’Unione europea.
Inoltre, la decisione della Corte costituzionale non contiene la motivazione, cioè non spiega perché l’accesso pubblico alle dichiarazioni, così come alcuni poteri dell’Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione e i provvedimenti sulla responsabilità per i reati di corruzione, sono stati considerati non conformi alla Costituzione ucraina.
Chi sono i giudici? A trarre vantaggio dalla decisione della Corte costituzionale saranno anche gli stessi giudici della Corte. Nello specifico, secondo il Registro statale delle dichiarazioni, il reddito del presidente della Corte costituzionale Oleksandr Tupytskyi nel 2019 è stato 4.5 milioni di hryvnia (circa 135,303 euro). Già in quel momento l’Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione avrebbe potuto attribuirgli la responsabilità per non aver dichiarato un terreno nella Crimea occupata che il giudice aveva comprato nel 2018 e aveva registrato secondo la legge russa.
Avendo deciso l’annullamento del sistema delle dichiarazioni telematiche dei redditi, Tupytskyi si è tutelato nei confronti di un possibile procedimento penale. Per ricordare, Tupytskyi è stato nominato alla Corte costituzionale da Viktor Yanukovych, ed è stato eletto presidente della Corte un anno fa. Sua moglie, Olena Tupytska, negli anni 2012-2014, ha lavorato come assistente di un parlamentare del Partito delle regioni.
Fra gli attori dei procedimenti penali portati avanti dall’Agenzia nazionale anticorruzione ucraina (NABU) che sono stati fermati a seguito della decisione della Corte costituzionale, ci sono anche i giudici della Corte. L’ha affermato il direttore della NABU Artem Sytnyk, riferito da Radio Liberty.
“Non è la prima decisione mirata contro l’infrastruttura anticorruzione, però è la prima presa dai giudici mentre operano in un reale conflitto di interessi. Effettivamente, una parte dei casi (sui quali indagava la NABU – ndt.) riguarda i giudici della Corte costituzionale. I giudici che hanno preso quella decisione che li riguarda, hanno in realtà cancellato la possibilità di essere prevista dall’articolo che sarebbe potuto essere applicato per portare loro alla responsabilità penale,” ha detto il direttore della NABU.
Sytnyk non ha elencato i nomi dei giudici della Corte costituzionale citati nei procedimenti della NABU, ma ha fatto notare che l’Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione ha svolto un “controllo completo” nei loro confronti.
“Siamo già arrivati ad una conclusione che ha sancito la presenza di elementi sufficienti a definire un reato nelle azioni di uno dei giudici della Corte costituzionale, come previsto dall’articolo 366-1 (dichiarazione falsa dei redditi, cancellata dalla decisione della Corte – ndt.). A seguito di un’iniziativa della NABU, è stato avviato un processo penale,” ha raccontato Artem Sytnyk.
Chi ha fatto ricorso alla Corte costituzionale? Il ricorso che ha dato il via all’esame dei provvedimenti anticorruzione da parte della Corte, è stato presentato alla Corte costituzionale da un gruppo composto in parte da parlamentari della fazione “La piattaforma di oposizione – Per la vita” (Opozytsiyna platforma – Za zhyttia) ed in parte da alcuni esponenti della fazione “Per il futuro” (Za maibutne). Va notato che il capo del partito “Per il futuro”, Ihor Palytsia, è da tempo un alleato dell’oligarca Ihor Kolomoiskyi.
Inoltre, l’applicazione delle leggi anticorruzione dà motivo di preoccupazione agli stessi parlamentari delle suddette fazioni. Per esempio, la famiglia del parlamentare Viktor Medvedchuk della fazione “La piattaforma di oposizione – Per la vita” possiede un panfilo da 200 milioni di dollari, ettari del terreno al mare in Bulgaria e due decine degli oggetti di proprietà immobiliare in Ucraina. Tutti i beni sono assenti nella dichiarazione dei redditi di Medvedchuk del 2019.
La reazione immediata. Il 29 ottobre, il giorno dopo che la Corte ha emesso la sentenza, il Presidente Zelenskyi ha convocato il Consiglio nazionale per la sicurezza e difesa, in seduta straordinaria. A seguito della seduta, il Presidente ha preso l’iniziativa per l’elaborazione urgente di una legge sul restauro della fiducia nella giustizia costituzionale. Un rispettivo disegno di legge è stato presentato al Parlamento il 30 ottobre. La bozza di legge suggerisce di dissolvere la Corte costituzionale e nominare una nuova composizione dell’organo. Inoltre, con un’ordinanza del governo che si basa sulla decisione del Consiglio nazionale per la sicurezza e difesa, l’Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione ha potuto ripristinare l’accesso pubblico al Registro delle dichiarazioni.
Il 29 ottobre, l’Agenzia statale per le indagini ha citato il presidente della Corte costituzionale, Oleksandr Tupytskyi, per il giorno 2 novembre per deporre le testimonianze su “alcuni procedimenti” indagati dagli investigatori. Tupytskyi non si è presentato.
Il 30 ottobre, in base a un ricorso del parlamentare della fazione “Golos” (Voce) Yaroslav Yurchyshyn è stato avviato un procedimento penale ai sensi dell’articolo 109 “un tentativo di impadronirsi del potere” riguardante i giudici della Corte costituzionale. Il procedimento è stato iscritto nel Registro delle indagini preliminari e affidato all’Agenzia statale per le indagini.
“Nella cornice di questo procedimento è possibile provare o meno per le vie legali, invece di quelle politiche, una cospirazione allo scopo di impadronirsi del potere statale. (…) Può risultare nell’allontanamento degli attori coinvolti senza che l’istituzione venga rovinata. In seguito, saranno inseriti i candidati degni attraverso i concorsi,” ha spiegato il parlamentare Yurchyshyn.
Una battaglia parlamentare. Il disegno di legge proposto dal Presidente ha incontrato le aspre critiche degli esperti e dei politici filodemocratici. Nelle critiche, si sottolinea che tale iniziativa rischia di causare un caos legale e va contro la Costituzione ucraina.
Dopo aver esaminato il disegno di legge proposto dal Presidente, la Commissione di Venezia e il GRECO (il Gruppo di Stati contro la corruzione) hanno avvertito l’Ucraina delle eventuali violazioni della Costituzione ucraina. In una lettera congiunta del 31 ottobre, sottoscritta dal Presidente della Commissione di Venezia Gianni Buquicchio e il Presidente del GRECO Marin Mrčela, si legge: “Terminare il mandato dei giudici sarebbe una violazione palese della Costituzione e del principio fondamentale della separazione dei poteri. Una violazione della Costituzione, anche in nome di uno scopo indubbiamente buono, non può portare alla cultura del costituzionalismo e del rispetto per il primato del diritto che la lotta contro la corruzione cerca di raggiungere.”
Il 3 novembre il Presidente della Commissione di Venezia Gianni Buquicchio e il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyi hanno avuto una conversazione telefonica. Buquicchio ha twittato che è stata una conversazione “buona e fruttuosa” senza specificare ulteriori dettagli. Nel comunicato che l’Ufficio del Presidente ha pubblicato in merito, non sono state svelate le posizioni e gli argomenti degli interlocutori.
In parallelo, il 2 novembre, il Presidente del Parlamento Dmytro Razumkov ha presentato un disegno di legge alternativo per sbloccare la crisi costituzionale. Il documento, intitolato “Sulla riattuazione di alcuni provvedimenti della Legge ucraina ‘Sulla prevenzione della corruzione’ e del Codice criminale dell’Ucraina”, suggerisce un meccanismo per restaurare il funzionamento delle dichiarazioni telematiche senza che debba essere sciolta la Corte costituzionale. Inoltre, al governo sarà chiesto di disegnare una legge che regolerà i principi legali e organizzativi dell’operato del sistema della prevenzione della corruzione applicato ai giudici, e che introdurrà un meccanismo per poterli ritenere responsabili.
Il comitato parlamentare anticorruzione non ha sostenuto il disegno di legge del Presidente Zelenskyi, considerandolo non conforme alla Costituzione. Invece, ha sostenuto il disegno di legge presentato dal Presidente del Parlamento Razumkov che stava per essere considerato in sala il 5 novembre. Lo stesso giorno, il parlamentare Oleksandr Dubinskyi, sempre appartenente alla fazione “Il servitore del popolo” (Sluha narodu), ha presentato un nuovo disegno di legge sul tema bloccandone, così, l’esame in Parlamento.
Razumkov, senza commentare le azioni del collega, ha detto che il Parlamento si atterrà alle procedure e, pertanto, sarà tenuto in considerazione sia il disegno di legge di Dubinskyi, sia il disegno di legge approvato dal comitato anticorruzione la prossima settimana plenaria, tra il 17 e 20 novembre.
Foto: day.kyiv.ua. Una manifestazione per protestare la decisione della Corte costituzionale. Sul cartello si legge: “Le dichiarazioni e la responsabilità. No, cavoli, la corruzione e l’arbitrarietà.”