Nell’estate 2020, un’operazione ambiziosa dell’intelligence ucraina per catturare i mercenari russi del gruppo Wagner è stata mandata all’aria. In Belarus, le forze di sicurezza nazionali hanno arrestato 33 mercenari, bersaglio dell’operazione. Un’inchiesta di Bellingcat, pubblicata nel novembre 2021, ricostruisce la pianificazione e lo svolgimento della manovra. Intanto in Ucraina si intensificano gli sforzi per scoprire i veri motivi del fallimento dell’operazione.
Lo scopo dell’operazione. Il 29 luglio 2020, le forze di sicurezza della Belarus hanno arrestato, nello stesso Paese, 33 mercenari appartenenti alla compagnia militare privata russa “Wagner”. In breve tempo si è stabilito che la comparizione dei mercenari russi in Belarus è scaturita da un’operazione interrotta dell’intelligence ucraina.
I maggiori dettagli che spiegano quanto avvenuto arrivano da un’inchiesta portata avanti per un anno da Bellingcat, un collettivo internazionale di ricercatori che usano gli open data e The Insider, un medium lettone. L’operazione è stata condotta dal servizio di intelligence militare – il Comparto intelligence principale presso il Ministero della difesa dell’Ucraina con il sostegno del dipartimento counterintelligence del Servizio della sicurezza. Attraverso un reclutamento false flag (attività sotto falsa bandiera) dei mercenari per una compagnia militare privata non funzionante, l’operazione ha avuto come scopo quello di adescare decine dei combattenti russi, ucraini e bielorussi che, secondo i dati a disposizione del governo ucraino, hanno commesso gravi crimini mentre combattevano per la Russia nell’Ucraina dell’est. La lista dei mercenari è stata redatta in modo tale che ci fossero prove concrete dei loro reati su cui basare l’incriminazione e processarli.
I ricercatori Bellingcat hanno raccolto i dati studiando i documenti e le registrazioni audio relativi alla vicenda. Inoltre, hanno intervistato alcuni rappresentanti dell’intelligence ucraina responsabili dell’operazione e hanno consultato la commissione di inchiesta del Parlamento ucraino istituita per indagare sul fallimento dell’operazione.
Secondo Bellingcat e The Insider, lo scopo dell’operazione avviata nel 2018 si è evoluto da una semplice raccolta dati dei mercenari russi ad un fine più ambizioso – catturarli e processarli in Ucraina. Mentre l’operazione avanzava, i dati raccolti hanno rilevato che alcuni dei combattenti erano coinvolti nell’abbattimento del volo MH17.
Gli operativi dell’intelligence hanno iniziato a reclutare i mercenari per conto di una compagnia militare privata fittizia, usando il nome di una compagnia esistente ma inattiva. Secondo la storia di copertura, la compagnia reclutava i mercenari per sorvegliare le strutture del gruppo russo del petrolio Rosneft inizialmente nel Medio Oriente e poi in Venezuela.
L’itinerario per raggiungere la meta comprendeva un viaggio aereo da Minsk ad Istanbul. Secondo lo scenario scelto come piano operativo, sarebbe arrivato un allarme bomba a bordo, che avrebbe costretto l’aereo ad un atterraggio di emergenza in Ucraina. In questo modo, i mercenari sul volo sarebbero stati arrestati e consegnati alla giustizia.
L’operazione mandata all’aria. Il 23 luglio, un giorno prima che i mercenari partissero dalla Russia per la Belarus, il direttore del Comparto intelligence principale presso il Ministero della difesa Vasyl Burba ed il primo vicedirettore del Servizio della sicurezza Ruslan Baranetskyi sono arrivati all’Ufficio del Presidente ucraino per riferire al Presidente sull’andamento dell’operazione. Zelenskyi era occupato e non ha potuto incontrarli, così si sono incontrati con il capo dell’Ufficio del Presidente Andriy Yermak, racconta Burba a Bellingcat. Yermak ha proposto di posticipare l’operazione di una settimana. Il giorno precedente, il Presidente Zelenskyi aveva raggiunto un accordo con la Russia sul cessate il fuoco nel Donbas, che sarebbe entrato in vigore il 27 luglio. La posizione dell’Ufficio del Presidente, ha detto Burba, era che se l’operazione fosse andata avanti come pianificato e fosse culminata con le detenzioni il 25 luglio, il cessate il fuoco sarebbe finito prima ancora dell’inizio.
I ricercatori di Bellingcat non hanno potuto verificare indipendentemente la conversazione, e l’Ufficio del Presidente non ha dato seguito alla richiesta di commenti.
Burba ha risposto che il rinvio di una settimana non era possibile perché avrebbe portato alla perdita di credibilità agli occhi dei mercenari, o avrebbe destato i sospetti dei servizi di counterintelligence russe o bielorusse. Cercando di andargli incontro, i rappresentanti dell’Ufficio del Presidente hanno suggerito di ridurre i tempi del rinvio a quattro giorni. Così, la partenza e la cattura dei mercenari del gruppo Wagner è stata spostata al 29 luglio, il che avrebbe consentito al cessate il fuoco di entrare in vigore.
L’intelligence ucraina ha potuto prenotare dei nuovi biglietti aerei per il primo gruppo di 33 mercenari per il 30 luglio e per il secondo gruppo di 13 mercenari per il 1° agosto. Il piano è rimasto valido nonostante il rinvio: così Burba ha riassunto le informazioni che ha ricevuto dall’Ufficio del Presidente in una conversazione con Bellingcat.
Il sottofondo politico nella regione. I mercenari del gruppo Wagner sono arrivati a Minsk qualche settimana prima delle elezioni presidenziali nel Paese. Il presidente Lukashenka temeva un complotto nei suoi confronti, così è stato messo in guardia sui tentativi di abbattimento del suo regime. Il 29 luglio, i servizi di sicurezza della Belarus hanno arrestato i mercenari. Ufficialmente, è stato comunicato che questi hanno agito in base all’informazione secondo la quale nel Paese sono arrivati più di 200 mercenari allo scopo di “destabilizzare la situazione durante la campagna elettorale”.
Secondo Bellingcat, il 30 luglio, il Ministro degli Affari Esteri della Belarus ha convocato l’ambasciatore temporaneo dell’Ucraina a Minsk per notificargli la notizia dell’arresto dei mercenari Wagner e invitare lo Stato ucraino a fornire le informazioni sui possibili crimini commessi nel territorio ucraino.
Il 3 agosto, la Procura generale dell’Ucraina ha presentato la domanda di arresto provvisorio di 28 dei 33 uomini allo Stato di Belarus in attesa di una formale domanda di estradizione. Il documento necessario per completare la procedura è arrivato otto giorni dopo, l’11 agosto.
Intanto le autorità ucraine hanno cercato di entrare in contatto con le autorità bielorusse anche attraverso canali informali. Il Servizio della sicurezza ucraino ha condiviso le informazioni in merito ai 33 mercenari e il resto dei mercenari “reclutati” con le forze di sicurezza della Belarus. Durante una telefonata avvenuta il 5 agosto, il Presidente Zelenskyi ha personalmente chiesto al leader della Belarus Alyaksandr Lukashenka l‘estradizione dei mercenari del gruppo Wagner in Ucraina.
Ad ogni modo, il 14 agosto si è appreso che la Belarus aveva consegnato i 32 mercenari alla Russia. Il 33° detenuto, oltre alla cittadinanza russa, possedeva anche quella bielorussa ed è stato lasciato in Belarus.
I commenti delle autorità ucraine. Agosto 2020. Il Comparto intelligence principale presso il Ministero della difesa ed il Servizio della sicurezza dell’Ucraina hanno smentito il loro coinvolgimento nell’operazione. Inoltre, l’intelligence ucraina ha detto che l’operazione per catturare i mercenari Wagner fosse dei servizi speciali russi. Il Servizio della sicurezza ucraino, riferendosi al presunto coinvolgimento degli operativi ucraini nell’operazione, l’ha definito una fake news di origine russa. Anche il capo dell’Ufficio del Presidente ucraino Andriy Yermak ha negato un tale coinvolgimento dello Stato ucraino, affermando che si trattasse di una disinformazione mirata.
Luglio 2021. Il Presidente ucraino si è espresso sull’operazione speciale per la prima volta. In un’intervista televisiva rilasciata il 24 giugno, Volodymyr Zelenskyi ha ammesso che l’operazione di cattura dei mercenari Wagner esistesse davvero, ma ha detto che non fosse ideata dall’Ucraina. C’erano i tentativi di trascinare l’Ucraina in questa operazione, ha aggiunto il Presidente.
Novembre 2021. In una conferenza stampa il 26 novembre, il Presidente Zelenskyi ha detto che non aveva approvato il piano per la cattura dei mercenari Wagner che gli è stato presentato dall’allora direttore del Comparto intelligence principale presso il Ministero della difesa Vasyl Burba.
“Gli ho detto che non era un’operazione nostra (…), non è stata pianificata in modo dettagliato. Sarei stato pronto ad approvare l’operazione se i rischi saranno ben calcolati e se non causerà vittime,” ha affermato Zelenskyi.
Nella fase preparatoria dell’operazione, il Presidente ha affermato di aver chiesto al colonnello generale Burba se fosse necessario mettere al corrente dell’operazione anche il Presidente turco Erdogan, visto che i mercenari Wagner sarebbero partiti da Minsk con un volo di una compagnia aerea turca, Turkish Airlines. Stando a Zelenskyi, Burba ha risposto di no.
Zelenskyi ha detto di avergli anche chiesto se ci sarebbe stata la possibilità che i mercenari organizzassero un dirottamento dell’aereo con più di 100 civili a bordo. Burba ha risposto che una tale possibilità era reale e non escludeva che tutti i passeggeri dell’aereo avrebbero anche rischiato di perdere la vita, ha aggiunto Zelenskyi.
“A quel punto, gli ho detto che questi potevano configurarsi come tentativi di coinvolgere l’Ucraina in uno scandalo con Erdogan, e che quest’ultimo non l’avrebbe mai perdonato. Avrei dovuto discuterne con lui, è solito aiutarci tanto. Non mi sarei schiantato contro questo muro. Per questo dico che noi non abbiamo svolto questa operazione,” ha detto il Presidente ucraino.
Non è possibile che il capo dell’Ufficio del Presidente Andriy Yermak abbia potuto posticipare l’operazione, ha detto Zelenskyi. “(L’ha posticipata) perché gli ha detto qualcosa il Segretario? Cos’ha potuto approvare Yermak nel corso dell’operazione? Non è dotato dei poteri necessari. (Lo possono fare) solo il Ministro della difesa e il Presidente dello Stato,” ha detto Zelenskyi.
Le conclusioni della Commissione parlamentare di inchiesta. Dopo il fallimento dell’operazione, l’opposizione democratica in Parlamento ha chiesto l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta, ma non ha trovato il sostegno del partito di maggioranza. Nel maggio 2021, è stata istituita una Commissione parlamentare di inchiesta per indagare su un elenco di argomenti, uno dei quali è l’operazione per la cattura dei mercenari della compagnia militare privata “Wagner”. Sono entrati a far parte della Commissione solo i membri della fazione di maggioranza “Il servitore del popolo”.
Nella prima metà del settembre 2021, la commissione ha presentato le conclusioni interinali. L’inchiesta ha confermato che l’operazione è stata dell’intelligence ucraina ed è stata posticipata dal 25 luglio al 30 luglio. La commissione non è riuscita ad individuare chi ne ha ordinato il rinvio.
Le zone d’ombra da chiarire. Dopo la pubblicazione dei risultati dell’inchiesta di Bellingcat, l’opposizione continua ad affermare la necessità che la Commissione parlamentare di inchiesta prosegua le indagini sull’insuccesso dell’operazione per la cattura dei mercenari Wagner. “Continueremo ad insistere sulla necessità dell’istituzione di un’autentica Commissione parlamentare di inchiesta,” ha detto la parlamentare della fazione “La solidarietà europea” (Yevropeiska solidarnist) Ivanna Klympush-Tsintsadze.
Secondo il vice capo della fazione “Golos” (Voce) Roman Kostenko, il motivo corretto per l’istituzione della commissione sarebbe scoprire la verità, non difendere il Presidente. La questione da chiarire non è se l’operazione ci sia stata davvero, “ma se abbia avuto luogo l’alto tradimento da parte dei funzionari di alto livello dello Stato ucraino,” ha detto Kostenko.
Il testo completo dell’inchiesta di Bellingcat e The Insider in inglese è disponibile a questo link.
Foto: il Servizio della sicurezza dell’Ucraina. I mercenari del gruppo Wagner in Siria eliminati durante un raid della Coalizione nel 2018. Secondo il Servizio della sicurezza ucraino, molti di loro hanno anche combattuto per la Russia nell’Ucraina dell’est.