Nel 2019, l’Ucraina ha inserito nella Costituzione il corso verso l’adesione alla NATO, inoltre ha sancito la ricezione del Piano d’azione per l’adesione alla NATO come un obiettivo della Strategia della sicurezza nazionale. Recentemente, il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyi in un’intervista al programma “Axios” sul canale HBO, ha affermato che l’Ucraina ritiene l’adesione alla NATO la questione più importante in materia di sicurezza. Nella stessa intervista, il Presidente Zelenskyi, rispondendo a un suggerimento, ha detto che avrebbe chiesto al Presidente degli Stati Uniti Joe Biden: “Perché non siamo ancora nella NATO?”
La domanda, che ha scatenato un dibattito acceso, ha anche spinto Ukraine Crisis Media Center ad organizzare una discussione pubblica per fare il punto delle relazioni Ucraina-NATO. I parlamentari, gli esponenti della società civile e l’Ambasciatrice del Canada in Ucraina si sono confrontati nell’ambito della discussione. Riportiamo i punti principali di quanto è stato discusso.
Il punto della cooperazione Ucraina-NATO
L’adesione alla NATO come un obiettivo strategico dell’Ucraina. Valeriy Chaly, il Presidente del Consiglio direttivo dell’Ukraine Crisis Media Center ha ribadito che la NATO, essendo un pilastro della sicurezza e difesa dell’Europa, per l’Ucraina è una lancetta nel suo percorso di riforme, mentre l’adesione all’Alleanza Atlantica è un obiettivo che lo Stato si prefigge. “La Costituzione stabilisce chiaramente l’orientamento strategico verso l’avvicinamento e, se c’è la prontezza nel futuro, verso l’adesione alla NATO. È anche importante avere presente che lungo questo percorso l’Ucraina sta incontrando molte questioni che deve risolvere come “compiti per casa”,” ha detto Valeriy Chaly.
Lo status dell’Enhanced Opportunities Partner è l’ultimo passo che precede il Piano d’azione per l’adesione alla NATO. Lo status di un Partner con le opportunità potenziate (Enhanced Opportunities Partner) concesso all’Ucraina dalla NATO nel giugno 2020, manda un grande segnale, sottolinea l’Ambasciatrice del Canada in UcrainaLarisa Galadza. “È ora di dire che l’Ucraina ha compiuto un grande lavoro aver incorporato nella Costituzione l’adesione alla NATO come un suo obiettivo strategico. Dimostra che l’Ucraina è cosciente di chi è e dove vuole arrivare,” ha detto l’Ambasciatrice del Canada.
In cosa consiste “il compito per casa” dell’Ucraina che la avvicinerà alla NATO?
Una decisione piuttosto politica. Nella cornice della discussione all’Ambasciatrice del Canada in Ucraina, Larisa Galadza, è stato chiesto quali sono le condizioni che porterebbero alla concessione del Piano d’azione per l’adesione alla NATO all’Ucraina. “Non è un insieme dei criteri da incontrare. Fondamentalmente, è una decisione politica,” ha risposto l’Ambasciatrice, aggiungendo che il miglior modo per arrivarci è procedere con le riforme, “così, quando la finestra politica di opportunità si apre, sarà veloce.”
“L’Ucraina deve continuare a dimostrare che sta facendo il suo compito per casa consistente ad eliminare le barriere pratiche all’adesione alla NATO,” prosegue l’Ambasciatrice. “Punterei a tre grandi ambiti, il progresso nei quali è al centro dell’attenzione degli Alleati. In ogni ambito c’è una componente legislativa e istituzionale. Il primo ambito è la riforma del Servizio della sicurezza. Il secondo è riformare l’approvvigionamento nel settore della difesa – effettuare la corporativizzazione, sradicare la corruzione e aprire le opportunità agli Alleati. Il terzo ambito è l’istituzionalizzazione dei meccanismi statali, che trasformerebbe il Ministero della difesa in un’agenzia trasparente e responsabile,” ha approfondito Larisa Galadza.
L’elaborazione della legislazione e la cooperazione interparlamentare. Ruslan Stefanchuk, il primo vice presidente del Parlamento (la fazione “Il servitore del popolo”, Sluha narodu) ha raccontato quali sono le tre direzioni principalidelleattività del Parlamento nel contesto dell’avvicinamento dell’Ucraina all’adesione alla NATO. “Primo, è la cooperazione tra la Verkhovna Rada (il Parlamento ucraino) e l’Assemblea parlamentare della NATO. Secondo, è il processo legislativo. Terzo, è il controllo del Parlamento sugli organi del potere esecutivo relativo alla conformità ai criteri che l’Alleanza presenta per gli stati candidati all’adesione alla NATO,” spiega Stefanchuk.
Il controllo civile sul settore militare. Marjana Bezugla, parlamentare (la fazione “il Servitore del popolo”), capo del sottocomitato per l’attuazione dei valori e degli standard della NATO, la cooperazione militare internazionale e la costruzione della pace, ha sottolineato che il controllo democratico civile è un componente indispensabile della trasformazione del Servizio informazioni esterno ucraino in un organo capace di proteggere la sicurezza nazionale e interagire con i servizi rispettivi dei partner euro-atlantici.
“Uno degli elementi (del controllo civile) è il Libro bianco del Servizio informazioni esterno, recentemente presentato come un rendiconto nei confronti della società civile che fa luce in maniera completa, seppur limitatamente alle specificità del tema. È un caso senza precedenti per lo Stato ucraino,” spiega la parlamentare.
Le trasformazioni oltre la difesa e sicurezza. Ivanna Klympush-Tsintsadze, parlamentare (la fazione “La solidarietà europea”, Yevropeiska solidarnist), capo del comitato per l’integrazione dell’Ucraina nell’Unione europea ha enfatizzato che l’integrazione euro-atlantica dell’Ucraina si estende oltre gli ambiti di difesa e sicurezza: democratizzazione, Stato di diritto, efficaci istituzioni e politiche anticorruzione, protezione dei diritti umani sono le altre precondizioni fondamentali per l’adesione all’Alleanza Atlantica.
Ottenere il sostegno degli Stati membri che esitano. Un’altra direzione strategica che deve andare di pari passo con le riforme è la sensibilizzazione degli Stati membri alle aspirazioni euro-atlantiche dell’Ucraina attraverso i mezzi diplomatici. “Dobbiamo lavorare nel modo più mirato con i Paesi che non sono ancora sicuri dell’adesione dell’Ucraina alla NATO,” ha detto Andriy Zahorodniuk, Ministro della difesa nel 2019-2020. “Non tutti gli Stati membri ci sostengono nella nostra aspirazione all’adesione, per esempio, la Francia. I nostri diplomatici e funzionari dello Stato devono lavorare con loro, promuovendo le rispettive posizioni. (…) Da qualche tempo non abbiamo un Ambasciatore alla NATO, invece è importante averlo,” prosegue Zahorodniuk.
Un’altra dimensione dell’impegno del governo ucraino nell’avvicinare le prospettive del Piano d’azione per l’adesione alla NATO è ricordare costantemente ai partner occidentali che l’Ucraina ha pagato un caro prezzo tutelando la sicurezza dell’Europa sul fianco orientale della NATO, ha ribadito Valeriy Chaly. “Dobbiamo agire adesso traendo vantaggi dalla situazione con la Russia, non sappiamo come sarà tra cinque anni. È probabile che anche allora continueremo con le discussioni sulla necessità delle trasformazioni,” ha detto Chaly.
Quando l’Ucraina riceverà il Piano d’azione per l’adesione alla NATO?
A fine 2020, il Ministro della difesa dell’Ucraina Andriy Taran ha affermato che l’ambizione dell’Ucraina è ricevere il Piano d’azione per l’adesione alla NATO al prossimo vertice dell’Alleanza nel 2021. Le opinioni degli esperti a riguardo non sono unanimi.
“In questo momento c’è una certa finestra di opportunità, dobbiamo proseguire nel nostro cammino verso la NATO. Il mondo è dinamico, la situazione geopolitica evolve in modo dinamico, sia quella attorno all’Ucraina, sia oltre Atlantico, dopo le elezioni negli Stati Uniti e a seguito del rinnovamento del partenariato euro-atlantico. Sono convinto che il cammino verso la NATO oggi richiede i passi più decisi,” ha sottolineato Valeriy Chaly, il Presidente del Consiglio direttivo dell’Ukraine Crisis Media Center.
Ricevere il Piano d’azione per l’adesione e aderire alla NATO potrebbe essere visto come un compito che sintonizza gli sforzi di tutti i rami del potere e, infine, diventa una missione storica del Presidente dello Stato, ha detto Chaly. Aliona Getmanchuk, la direttrice del centro analitico “Nuova Europa” (New Europe Center) ha un’opinione contraria, ritiene che attribuire le possibilità al momento presente sarebbe infondato. “L’anno scorso, dopo che all’Ucraina è stato concesso lo status di Partner con opportunità potenziate (Enhanced Opportunities Partner), in uno dei miei scritti ho consigliato di considerare l’anno 2023 come il punto di riferimento per ricevere il Piano d’azione per l’adesione alla NATO. Così, avremmo più tempo per svolgere le consultazioni con i nostri partner ed attuare una rigenerazione nella NATO, dato che la concessione del Piano d’azione per l’adesione continua ad essere trattato come un argomento tossico dentro la NATO,” ha spiegato l’esperta.
Foto: mil.in.ua/FB @morskeplastuvannia. La cerimonia dell’innalzamento della bandiera delle Forze navali ucraine sulle navi pattuglia classe Island “Sloviansk” e “Starobilsk” ricevute dagli Stati Uniti, svoltasi ad Odesa nel novembre 2019.