È in corso a Kyiv il Festival internazionale dei documentari sui diritti umani Docudays UA. Il 25 marzo nell’arco del festival è stato presentato, in prima visione ucraina, il documentario del regista russo Askold Kurov “Il processo. Lo stato russo contro Oleg Sentsov” (“The Trial: The State Of Russia Vs. Oleg Sentsov”). Gli spettatori hanno anche preso parte nel flashmob #FreeSentsov chiedendo la liberazione del regista ucraino, illegalmente imprigionato in Russia.
L’edizione di quest’anno del festival presenta quasi venti film ucraini, sia in concorso che fuori concorso. La maggior parte di essi sono i cortometraggi. Un gruppo di film mira a rivisitare il passato sovietico. Tra di essi il film “Cavalli grigi” (Grey Horses) di Mykola Ridny, la storia del bisnonno del regista, l’anarchico Ivan Krupsky, che ha combattuto contro le autorità sovietiche. Da segnalare inoltre “La Caduta di Lenin” (The Fall of Lenin) di Svitlana Shymko sul destino dei monumenti a Lenin in Ucraina, dalla loro costruzione allo smantellamento. O ancora “Vivi e invincibili” (Alive and Undefeated) di Daria Girna sui disaccordi fra il coro dei nazionalisti ucraini OUN-UPA e il coro della comunità russa nella regione di Lviv. Un’altra parte dei documentari riguarda storie di vita personale. Come il film “Ci vediamo dopo” (See You Later) di Yulia Kochetova-Nabozhniak che narra i cambiamenti nella vita di una coppia giovane portati dalla guerra nell’est dell’Ucraina. Al festival Roman Bondarchuk, il regista del film premiato “Sceriffi ucraini” (Ukrainian Sheriffs), presenterà inoltre il suo nuovo documentario di lungometraggio “Dixieland”.
Foto: Stanislav Yurchenko RFE/RL