Foto: REUTERS/Maxim Shemetov. Un ritratto del poeta ucraino Taras Shevchenko appeso in una scuola in Crimea, 2014.
Il testo è stato originariamente pubblicato da Atlantic Council nel blog UkraineAlert.
Il 28 febbraio la Corte costituzionale dell’Ucraina ha dichiarato incostituzionale la legge “Sui principi della politica linguistica statale” rendendola così illegittima. La legge in questione adottata nel 2012, è conosciuta in Ucraina come “la legge linguistica di Kivalov-Kolesnichenko”, e porta i cognomi dei parlamentari di allora – i membri del Partito delle regioni, che hanno introdotto tale legge. In base a questa legge la lingua russa ha ricevuto lo status di “lingua regionale”. È stata proprio l’abolizione di tale legge dalla Verkhovna Rada (il Parlamento ucraino) il 23 febbraio 2014, avvenuta subito dopo la fuga del presidente di allora Viktor Yanukovych dal Paese, ad essere stata definita dalla Russia un gesto aggressivo verso “la popolazione russofona” in Ucraina. L’abolizione della legge è stata poi usata come pretesto per giustificare l’annessione della Crimea e l’aggressione militare nel Donbas. A quel tempo esisteva l’idea, fra la comunità esperta sia domestica che internazionale, che la votazione sulla questione linguistica in un periodo così complicato come quello post-rivoluzionario fosse stato un passo inappropriato.
Comunque né il presidente ad interim di allora Oleksandr Turchynov, né il presidente susseguente Petro Poroshenko, hanno firmato o posto il veto alla legge che abolisce la legge linguistica di Kivalov-Kolesnichenko. Ciò significa che essa è rimasta in vigore fino al mese scorso.
Non sorprende, così, che siano varie le idee sbagliate che circondano la “legge linguistica di Kivalov-Kolesnichenko”.
Cosa stabiliva la “legge linguistica di Kivalov-Kolesnichenko”? La legge dichiarava l’ucraino come la legge ufficiale statale, al tempo stesso amplificando però considerevolmente l’uso delle lingue regionali nei casi in cui il numero di madrelingua di queste lingue costituiva almeno 10 percento della popolazione della regione. Con “madrelingua” la legge definiva le persone che avevano nominato la lingua regionale la loro madrelingua nel censimento del 2001. La legge abbraccia 18 lingue, la vera ragione politica dell’adozione di tale legge era tuttavia diretta verso la lingua russa, in quanto la maggior parte delle altre lingue non superavano la soglia del 10 per cento di diffusione nelle regioni.
Quali regioni entravano nel campo di azione della legge? Adottata la legge, la lingua russa è diventata una lingua regionale nelle 13 delle 27 unità amministrative dell’Ucraina: a Kyiv, nella Repubblica autonoma di Crimea, nelle regioni di Donetsk, Luhansk, Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia, Odesa, Kherson, Mykolayiv, Sumy e Chernihiv (a est, sud e nord del Paese).
Qual è stata la reazione alla “legge linguistica di Kivalov-Kolesnichenko” nel 2012? L’adozione della legge ha dato vita ad una discussione accesa nella società. L’opposizione politica, così come la grande parte della comunità esperta e dei cittadini, si sono espressi contro la legge. Gli argomenti principali che presentavano gli esperti erano i seguenti. La legge si sarebbe dovuta basare sull’espressione della volontà dei cittadini invece di essere impostata dall’alto verso il basso in base ai dati sui madrelingua del censimento del 2001. Inoltre, sostenevano gli oppositori, per concedere lo status speciale a una certa lingua, si sarebbe dovuto raggiungere un consenso superiore al 50 per cento della popolazione della regione, invece del 10 per cento stabilito dalla legge.
Così, se in Crimea il 77 per cento della popolazione ha indicato il russo come madrelingua, nella regione di Chernihiv (il nord del Paese) questa percentuale non si estendeva oltre il 10,9 per cento. Tuttavia, entrambi i territori cadevano all’interno delle categorie stabilite dalla legge. La soglia del 50 per cento inerente alla lingua russa oltre che dalla Crimea sarebbe stata superata solamente dalle regioni di Donetsk (74,9 per cento) e Luhansk (68,8 per cento). Le regioni di Odesa (41,9 per cento), Kharkiv (44,3 per cento) e Zaporizhzhia (48,2 per cento) solamente approssimavano la soglia senza superarla.
La posizione della comunità accademica. Nessuna istituzione dell’Accademia nazionale delle scienze relativa alla lingua, incluso l’Istituto della lingua ucraina, l’Istituto della letteratura, l’Istituto dello stato e del diritto ecc. ha sostenuto la legge.
La posizione del Ministero delle finanze. Secondo il Ministero delle finanze, l’attuazione della legge sarebbe costata fra 1,5 e 2,1 miliardi all’anno. Così il Ministero non ne ha sostenuto l’adozione dato che, inoltre, gli autori della legge non hanno presentato delle stime per l’attuazione della legge. Priva dei finanziamenti e del meccanismo per la sua attuazione, la legge assomigliava più a un gesto politico volto a dividere la società ucraina.
La critica delle istituzioni internazionali. A livello internazionale, nelle conclusioni che la Commissione di Venezia ha emmesso dopo aver studiato il disegno della “legge linguistica di Kivalov-Kolesnichenko”, la Commissione ha affermato che il disegno di legge non riuscisse a stabilire un equilibrio fra lo sviluppo e l’uso della lingua statale come un fattore unificante e lo sviluppo e la protezione dei diritti di minoranze. L’Ong internazionale Freedom House ha elencato l’Ucraina fra i Paesi che hanno subito il declino più drastico degli indicatori democratici negli anni 2008-2012. Fra i motivi di tale declino, l’organizzazione ha incluso anche l’adozione della legge linguistica in questione.
Perché la legge è stata riconosciuta incostituzionale nel 2018? La Corte costituzionale dell’Ucraina doveva considerare se la legge linguistica fosse conforme alla Costituzione ucraina nel novembre 2016, a seguito di una richiesta presentata dai 57 parlamentari ucraini. La Corte costituzionale, però, ha preso una pausa nella considerazione del caso. Alla fine, soltanto il 28 febbraio 2018 la Corte ha riconosciuto la “legge linguistica di Kivalov-Kolesnichenko” incostituzionale per violazioni sistematiche della procedura della sua adozione, inclusa la procedura di votazione e di considerazione così come le altre violazioni. Fra di esse vi erano: il disegno della legge non è stato presentato nella forma di una tabella comparativa per la seconda lettura come lo richiede la procedura, neanche è stato discusso nella seconda lettura. Inoltre non sono stati considerati emendamenti e suggerimenti dei parlamentari riguardanti il disegno di legge ed alcuni membri del Parlamento non erano presenti fisicamente durante la votazione per la legge, nonostante i loro voti siano stati contati.
I prossimi passi. Attualmente il Parlamento deve adottare una nuova legge sulla lingua ufficiale statale. Per ora il disegno di legge n.5670-D co-scritto dai 76 parlamentari ha ricevuto il sostegno più alto da parte della società civile e dei politici. La legge regola l’uso solo della lingua ufficiale statale – ucraina e non si applica alle lingue di minoranze, per le quali è prevista una legge separata. Il campo d’azione della legge non include la comunicazione privata e i riti religiosi, così lo stato delle cose non cambierà troppo per il cittadino medio. Pone l’obbligo però ai candidati per gli uffici statali, insegnanti e al personale medico di avere una buona padronanza della lingua statale, così come regola l’uso di essa negli organi statali e nei settori pubblici della vita, incluso pubblicità, media, istruzione, scienza e attività culturali.
Quale lingua è dominante in Ucraina? Mentre il 68 per cento degli ucraini considera l’ucraino la loro madrelingua, solo il 50 per cento lo parla a casa e solo il 39 per cento lo usa al lavoro. Così, c’è poco spazio per la lingua ucraina nella dimensione pubblica. Nel 2016-2017 sono state adottate alcune leggi a sostegno della lingua ucraina, inclusa la legge che introduce le quote linguistiche nei media. Prevede la quota del 75 per cento per il contenuto in lingua ucraina in televisione. Comunque le legislazione è imperfetta e la percentuale attuale del contenuto in lingua ucraina in tv non supera il 39 per cento. Il resto è sopratutto trasmesso in russo.
Attualmente la domanda per la lingua ucraina supera l’offerta. Secondo un sondaggio del 2017 dell’Istituto internazionale di Kyiv per la sociologia (KMIS), il 50 per cento in più degli intervistati preferiscono i libri in ucraino ai libri in russo (il 28 contro il 19 per cento), quasi tre volte in più degli intervistati preferiscono i giornali in ucraino a quelli in russo (il 28 contro l’11 per cento). Mentre il numero dei libri disponibile in lingua ucraina è tre volte in meno di quelli in russo, il numero dei giornali in russo supera di due volte il numero dei giornali in ucraino.
Che “la questione linguistica” riesca a mobilitare l’elettorato antiucraino? I sondaggi di KMIS, Gruppo sociologico “Rating” e di GfK Ukraine svolti nel 2016-2017 dimostrano che il problema dello status della lingua russa interessa solo l’un percento degli intervistati. Secondo il sondaggio di KMIS del maggio 2017, neanche nelle regioni orientale del Paese questa percentuale supera il tre per cento.
La lingua ucraina ha bisogno del sostegno? L’opinione dei cittadini. Allo stesso tempo, la maggioranza dei cittadini è dell’opinione che lo stato debba dare il sostegno all’ucraino, in primo luogo. È infatti di questa opinione il 64 per cento degli ucraini, che pensa che lo stato debba promuovere l’ucraino. L’opinione sulla necessità del sostegno statale per la lingua ucraina prevale anche nell’est e nel sud (il 35 e il 38 per cento rispettivamente), in base ai dati del sondaggio KMIS del maggio 2017.