Metà degli ucraini disapprova il blocco delle reti sociali russe – sondaggio

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Nel giugno 2017 la Fondazione di Ilko Kucheriv “Iniziative democratiche” (Ilko Kucheriv Democratic Initiatives Foundation) e il Centro Razumkov hanno svolto un sondaggio dell’opinione pubblica su scala nazionale. Il soggetto della ricerca è stato l’atteggiamento degli ucraini sia verso la possibile introduzione di un regime di visti per i cittadini russi, sia verso una serie di misure deputate a limitare l’impatto russo nell’Ucraina – con particolare riferimento al recente blocco delle reti sociali e dei servizi di posta elettronica russi. I risultati del sondaggio sono stati presentati presso l’Ukraine Crisis Media Center.

Il blocco delle reti sociali e dei servizi di posta elettronica russi
Il 15 maggio, il Presidente ucraino Petro Poroshenko ha promulgato la decisione del Consiglio nazionale per la sicurezza e difesa, la quale limita sia l’accesso ai servizi di posta elettronica Mail.ru e Yandex, sia alle reti sociali VKontakte e Odnoklassniki . Anche alcuni software, sempre russi, sono stati vietati.

Secondo il sondaggio comune della Fondazione di Ilko Kucheriv “Iniziative democratiche” e del Centro Razumkov, il blocco delle reti sociali russe è sostenuto dal 28 percento degli ucraini, mentre il 53 percento ha risposto negativamente. La reazione deriva dal fatto che una parte considerevole degli utenti internet ucraini usano i servizi oggetto delle limitazioni. Questa contrarietà è dovuta al fatto che il 41 percento degli utenti utilizza i servizi social  VKontakte e Odnoklassniki, mentre il 21,5 percento il servizio della posta elettronica Mail.ru . “Più si toccano direttamente agli interessi personali, più grande è la resistenza (alle misure),” ha sottolineato Iryna Bekeshkina, direttrice della Fondazione di Ilko Kucheriv “Iniziative democratiche”.

Secondo Diana Dutsyk, Direttrice esecutiva dell’Ong “Detector Media”, il motivo principale per il quale tale decisione delle autorità ucraine è stata mal percepita dai cittadini è dato dalla scarsa coscienza sulle ragioni alla base di questo passo. “Alle persone deve essere spiegato perché le reti sociali russe sono un problema e perché rappresentano una minaccia a loro stesse,” ha fatto notare Dutsyk.

Il regime di visti con la Federazione Russa
La possibile introduzione di un regime dei visti con la Federazione Russa è oggetto di discussioni da quando è iniziata l’aggressione russa contro l’Ucraina. La motivazione principale a favore di questa decisione è la sicurezza. Una nuova ondata di proposte in tal senso da parte dei parlamentari ucraini è iniziata poco prima dell’introduzione del regime senza visti tra l’Ue e l’Ucraina. Tali proposte non hanno avuto, tuttavia, abbastanza sostegno e non sono state messe a votazione nella Verkhovna Rada (il Parlamento ucraino); tutto questo mentre nella società prosegue il dibattito.

Secondo i risultati del sondaggio in questione, solamente un terzo degli ucraini sostiene l’introduzione di un regime di visti con la Federazione Russa. L’iniziativa ha avuto l’appoggio più grande nella regione occidentale – il 60 percento, mentre risulta meno popolare nella parte meridionale del Paese – il 14 percento. L’atteggiamento negativo verso un regime di visti si spiega con il fatto che il 51 percento degli ucraini hanno parenti o amici residenti in Russia.

Le quote linguistiche
Il 23 maggio la Verkhovna Rada ha approvato una legge che stabilisce una quota obbligatoria per il contenuto in lingua ucraina sui canali tv nazionali pari al 75 percento. L’introduzione delle quote linguistiche sulla tv è sostenuta dal 48 percento dei residenti ucraini, mentre il 24 percento si è manifestato contrario e il 16 percento è rimasto indifferente.

Il divieto del “Nastro di San Giorgio”
Il 16 maggio il Parlamento ucraino ha approvato una legge che prevede multe per l’uso pubblico del Nastro di San Giorgio (georgiyivska strichka), compreso indossarlo. In caso di reiterazione, si può arrivare a multe più elevate o al fermo amministrativo di 15 giorni. Il Nastro di San Giorgio è stato inizialmente utilizzato come parte dell’Ordine di San Giorgio, una decorazione militare dell’Impero Russo.  Successivamente è diventato parte delle decorazioni militari sovietiche durante la seconda guerra mondiale. Oggi, in Ucraina, il nastro è perlopiù associato all’aggressione russa degli anni 2014 – 2017.

Il divieto del Nastro di San Giorgio è stato accolto favorevolmente: il 40 percento ha sostenuto tale misura, mentre il 26 invece si è dichiarato contrario. Nel Sud del Paese il 32 percento dei cittadini ucraini è risultato indifferente, mentre l’otto percento lo ha accolto con favore. Nell’Est del Paese il 22 percento dei cittadini ucraini è risultato indifferente, mentre il 28 percento lo ha accolto con favore.

Oleksiy Garan, professore di scienze politiche presso l’Università nazionale Kyiv-Mohyla Academy e direttore scientifico della Fondazione di Ilko Kucheriv “Iniziative democratiche”, ha fatto notare che il Nastro di San Giorgio non è un simbolo incluso delle cosidette leggi di decomunistizzazione, mentre il divieto è una misura che ha a che fare più con un processo di decolonizzazione.