Kyiv, 17 giugno 2016 – Fra tutti i settori di cooperazione tra l’Ucraina e l’Unione Europea, quello dove si è ottenuto il più grande progresso è stato l’attuazione delle modifiche legislative necessarie per realizzare la liberalizzazione del regime dei visti per l’UE. La Commissione Europea ha valutato positivamente il compimento di tutti i requisiti. “A mio avviso, la decisione finale verrà presa probabilmente in autunno. Tuttavia, qualunque sià il giorno in cui verrà votata, sarà una decisione a favore dell’Ucraina, a favore della liberalizzazione del regime dei visti”, – ha dichiarato Andriy Plenković, eurodeputato e presidente della delegazione del Parlamento Europeo al Comitato Parlamentare per l’Associazione tra l’Ucraina e l’UE, in una conferenza stampa nell’Ukraine Crisis Media Centre. “Credo che la maggior parte dei gruppi politici nel Parlamento Europeo sia ben consapevole dell’importanza politica della liberalizzazione del regime dei visti per i cittadini ucraini, oltre il suo significato come segno di fiducia nel nostro dialogo”, – ha aggiunto Plenković.
Andriy Plenković ha ricordato che l’abolizione dei visti necessita una decisione a favore sia dei 28 stati membri dell’UE, sia del Parlamento Europeo. Nel frattempo, processi simili vengano applicati per la Georgia, per il Kosovo e per la Turchia.
Degli esperti ucraini hanno notato che la prospettiva dell’annullamento dei visti, grazie alla grande richiesta da parte della società, è diventata un potente catalizzatore per le riforme. In particolare, le misure per combattere la corruzione, che rientrano tra i requisiti per l’abolizione dei visti. Tra i cambiamenti fondamentali ci sono la legge che obbliga i funzionari a dichiarare elettronicamente i propri redditi, l’accesso pubblico alle informazioni dello stato, la legge sul finanziamento pubblico dei partiti e anche la creazione di nuove agenzie anti-corruzione – l’Ufficio Nazionale Anticorruzione, l’Agenzia Nazionale per la Prevenzione della Corruzione, ecc. “Forse non è chiaro al pubblico, però neanche alcuni dei paesi più avanzati dell‘UE hanno leggi di tale rigore o tante agenzie per la prevenzione della corruzione quante quelle apparse in Ucraina. Per ora la sfida principale è l’attuazione”, – ha detto Olena Sotnyk, deputata del parlamento ucraino (Verkhovna Rada), membro dell’Associazione “Autoaiuto” e segretaria del Comitato Parlamentare per l‘Integrazione Europea.
L’introduzione delle modifiche legislative nel quadro dell’Accordo sul libero scambio con l’UE procede più lentamente. Questo in parte è dovuto al fatto che, al contrario della legislazione per la liberalizzazione del regime dei visti, l’attuazione dell’Accordo non ha dietro di se fattori altretttanto importanti politicamente. Inoltre, i parlamentari non sono sempre consapevoli dell’importanza di alcune innovazioni. Tuttavia, ha sottolineato Lyubov Akulenko, il Direttore Esecutivo del Centro Ucraino per la Politica Europea, in questo caso i fattori decisivi sono la perdita del mercato russo e il calo dei prezzi delle materie prime esportate dall’Ucraina. Per far sopravvivere l’economia e prosperare, gli imprenditori dovranno riorientarsi verso il mercato europeo.
Olena Sotnyk, ha ricordato che, in tre anni, l’Ucraina ha implementato circa 500 direttive per armonizzare la sua legislazione con gli standard europei. “Nel 2015 abbiamo implementato quasi il 90% delle modifiche previste. La maggior parte di esse è stata effettuata nel settore dell’energia, in particolare nel fornitura di gas naturale, nei settori dell’ecologia, del trasporto e del commercio”, – ha continuato la deputata. Lyubov Akulenko ha sottolineato che nel quadro dell’attuazione dell’Accordo, l’Ucraina deve implementare norme sanitarie, fitosanitarie e tecniche.
Una sfida importante è il fatto che le piccole e media imprese ucraine spesso non sono pronte a cambiare i proprii standard per quelli europei, ha detto Lyubov Akulenko. Questo processo potrà richiedere altri 5-6 anni. Nonostante ciò, ha aggiunto l’esperta, ci sono già le tendenze giuste. “Nel 2015 l’Ucraina ha ottenuto il permesso ufficiale dell’UE per l’esportazione di latte, e 10 aziende ucraine hanno ottenute tale autorizzazione. Per noi questa è una grande vittoria, una “luce verde” per entrare non solo nel mercato europeo, ma anche in quello della Cina, dell’Arabia Saudita e di altri mercati. Ogni paese si rende conto che se un’azienda si conforma alle norme europee, allora sarà possibile collaborare con essa”. Inoltre, l’industria tessile, che ha cominciato a svilupparsi negli ultimi anni, e soprattutto le aziende nel settore dell’IT fanno ben sperare.
Un problema che non dipende solo dall’Ucraina è che le quote per l’importazioni senza tassi della merce ucraina nell’UE sono molto basse. “Nel Comitato abbiamo deciso di iniziare a discutere la possibilità di riavviare le trattative con lo scopo di aumentare le quote. Speriamo di poterlo fare già il prossimo anno”, – ha detto Olena Sotnyk.
Da parte sua, Andriy Plenković ha ricordato che il processo di attuazione dell’Accordo di Associazione non è ancora del tutto finito.
Andriy Plenković ha aggiunto che l’UE è pronta a lavorare a stretto contatto con il governo ed il parlamento ucraino per aiutarli a coordinarsi, e a lavorare più velocemente e in modo più efficace. Tale interazione tra il Parlamento (Verkhovna Rada) e il Consiglio dei Ministri è la garanzia per il successo delle riforme. Plenković ha detto che, il 16 giugno 2016, in una riunione alcuni esperti europei e ucraini discutevano sulla prospettiva dell’approvazione di un accordo interistituzionale che regolerà le dimaniche specifiche delle relazioni tra il governo e il parlamento che non sono stabilite nella Costituzione. “Questa pratica esiste nell’UE e funziona bene”, – ha detto Andriy Plenković. Gli esperti europei hanno già passato ai parlamentari ucraini una relazione sui risultati della missione di monitoraggio che contiene 52 raccomandazioni per aumentare la capacità istituzionale del parlamento ucraino.
Andriy Plenković ha anche osservato che, per l’Ucraina, sarebbe utile studiare l’esperienza dell’integrazione europea della Croazia che ha aderito all’UE solo tre anni fa. Inoltre, la Croazia potrebbe anche condividere la sua esperienza nella reintegrazione pacifica dei territori temporaneamente occupati visto che in passato ha già dovuto risolvere questo problema.