Situazione nella zona dei combattimenti: la visita del Presiente dell’OSCE in Ucraina, le attività delle missioni umanitarie nell’est
Nonostante gli accordi riguardo cessate il fuoco per le feste di Natale e di Capodanno, che avrebbe dovuto decorrere dal 24 dicembre 2016, i combattimenti nell’Ucraina orientale sono continuati. Durante la settimana passata nella zona dell’Operazione antiterrorismo (OAT) non si è verificato alcun decesso, anche se 17 soldati ucraini sono stati feriti e 320 colpi sono stati sparati da parte dei militanti. Secondo i dati ufficiali, nel 2016 nella zona dell’OAT sono stati uccisi 211 militari ucraini in combattimento e altri 256 militari sono deceduti in ospedale per le ferite importate.
La visita del presidente dell’OSCE nell’est dell’Ucraina. Il Presidente dell’OSCE e Ministro federale per gli affari esteri, europei e per l’integrazione dell’Austria, Sebastian Kurz, è stato in visita ufficiale nella regione di Donetsk nei giorni del 3 e 4 gennaio. Ha visitato un checkpoint di entrata e uscita nel Donbass e ha osservato le conseguenze dei bombardamenti su uno degli insediamenti. Kurz ha dichiarato che la Missione OSCE dovrebbe allargare sotto la propria supervisione su tutto il territorio del Donbass e sorvegliare la cessazione delle ostilità. Il Presidente OSCE, inoltre, ha espresso la speranza che in questo anno si possa cambiare lo status quo di questi territori. Dopo la visita, Kurz ha promesso di assegnare altri 2 milioi di euro per gli aiuti umanitari per i residenti del Donbass.
Le attività delle missioni umanitarie nei territori non controllati. Il movimento non riconosciuto del “DNR” non ha concesso l’accesso nei territori non controllati dal governo ucraino alle 15 missioni umanitarie internazionali. Sul fine del 2016 a operare con il “DNR” sono rimaste solo quattro missioni accreditate tra le quali il Comitato Internazionale della Croce Rossa, il Centro per lo sviluppo del Donbass e il fondo russo “Spravedlivaya Pomoshch” (L’aiuto equo).
Lo scambio di prigionieri. Il 27 dicembre i militanti del «DNR» hanno rilasciato alle autorità ucraine due donne ucraine sino ad allora trattenute in strutture detentive. A sua volta, l’Ucraina ha rilasciato 15 persone ai militanti.
La vita nel «DNR» e nel «LNR»
I ritardi nel pagamento di salari. Secondo i residenti che pubblicano i propri articoli nella rubrica “Le lettere dal Donbass occupato” con il sostegno della RadioLiberty, nel Donbass sono iniziati problemi nel pagamento di salari. La Russia non aiuterebbe più finanziariamente e gli stipendi dovrebbero essere quindi pagati dalle “repubbliche”. A causa dei ritardi nei pagamenti, sono stati fermati i servizi medici; non è possibile fare gli esami e i pazienti vengono inviati ai laboratori a pagamento. “Militari” delle repubbliche autoproclamate subiscono ritardi nei pagamenti di alcune settimane, però hanno anche problemi con le proprie divise che, spesso, devono essere acquistate a proprie spese. Nonostante una forte propaganda vi è comunque una forte riluttanza a entrare nelle file dei “miliziani”.
L’Ucraina si arrende? “Piano Pinchuk”
Il giornale americano di business Wall Street Journal ha pubblicato un articolo del miliardario ucraino Victor Pinchuk titolato “l’Ucraina dovrebbe fare compromessi dolorosi per la pace con la Russia”. L’imprenditore ha fatto un appello a escludere temporaneamente di diventare un membro dell’Unione europea dagli obiettivi da raggiungere per il prossimo futuro e anche “dimenticarsi” della NATO. Pinchuk sostiene l’integrità territoriale dell’Ucraina e riconosce l’aggressione militare della Russia, tuttavia allo stesso stempo incita a “ignorare questa verità” e accettare la proposte di Mosca per porre fine al conflitto armato nell’est dell’Ucraina – ossia tenere elezioni nelle repubbliche separatiste sostenute dalla Russia. Il suo argomento sarebbe quello di “salvare le vite delle persone”.
“Un filantropo e un uomo d’affari” Viktor Pinchuk, come si è definito nell’articolo, ha costruito la sua attività nei settori metallurgico, bancario e dell’informazione. Sostiene attivamente lo sviluppo dell’arte e della scienza e ogni anno finanzia una colazione ucraina al World Economic Forum di Davos.
L’articolo Pinchuk ha provocato una raffica di reazioni negative da parte dei leader dell’opinione in Ucraina. Gli attivisti dei tartari della Crimea hanno condannato tale svendita della patria e lo hanno dichiarato come un appello alla resa, invitando a “non cedere a tentazioni di pragmatismo”. Anche gli alti funzionari hanno criticato il “piano” di Pinchuk. Ivanna Klympush-Tsintsadze, vice primo ministro dell’Ucraina per l’integrazione europea ed euroatlantica, ha ritenuto inaccettabile una resa dei territori, poiché sono popolati dai cittadini ucraini. Inoltre, ha ricordato che la Russia ha realizzato la sua aggressione all’Ucraina proprio quando il Paese manteneva una posizione di non-allineamento. Il deputato del parlamento Hanna Hopko ha ricordato che anche la Russia dovrebbe fare delle concessioni e che l’Ucraina non dovrebbe essere la sola a farne. Dmytro Kuleba, rappresentante permanente dell’Ucraina al Consiglio d’Europa, ha posto attenzione al fatto che Pinchuk stia intenzionalmente manipolando dei falsi messaggi.
Economia: esportazioni granarie record
Il Ministero per la politica agricola ha registrato un volume record di esportazioni granarie ucraine nel 2016 verso i mercati esterni. L’Ucraina ha esportato più di 39 milioni di tonnellate di grano, superando i quantitativi della stagione precedente del 13 per cento. Secondo il Servizio statale ucraino per la statistica, le esportazioni granarie fatte nel corso degli ultimi nove mesi del 2016 costituiscono il 40,2 per cento delle esportazioni intere dello stato.
I prezzi al consumo nell’Ucraina sono cresciuti del 12,4 per cento nel 2016. La crescita corrisponde alle previsioni della Banca nazionale e del governo ucraino. Il volume di crescita si è rivelato più basso rispetto agli anni precedenti: 43,3 per cento nel 2015 e 24,9 per cento nel 2014. Il Servizio statale ucraino per la statistica ha precisato che l’inflazione media annuale nel 2016 si è attestata al 13,9 per cento.
La Crimea: come vive la penisola senza l’aqua ucraina
Nella primavera del 2014 l’Ucraina non ha aperto le chiuse del canale Nord di Crimea. Tale azione ha isolato la penisola dalle acque del Dnipro – la fonte più grande di acqua dolce della Penisola (l’85 per cento). Di conseguenza le scorte d’acqua nei bacini idrici della Crimea sono diminuite. La carenza d’acqua ha già prodotto effetti sull’agricoltura della Penisola: secondo i dati delle autorità di occupazione della Crimea, l’estensione del terreno irrigato è diminuita di dieci volte. Le autorita di occupazione non sembrano tuttavia essere allarmate da questi avvenimenti.
Sociologia: si sentono felici gli ucraini?
Nei giorni 16 – 20 dicembre 2016, il Fondo “Iniziative democratiche Ilko Kucheriv” ha eseguito, insieme al Centro Razumkov, un sondaggio di opinione pubblica. I risultati del sondaggio hanno rilevato che, secondo il 73% degli intervistati, la situazione nel paese è cambiata in peggio.
Il 55% degli intervistati non è disposto a sopportare le difficoltà per il successo delle riforme (il 24% perché non credono nel loro successo e il 31% perché la propria situazione finanziaria è già insostenibile).
Petro Poroshenko è stato definito dagli intervistati come il politico dell’anno. Tuttavia, i sociologi hanno evidenziato che finora nessun politico si è trovato con un livello di gradimento così basso – il 9,5%. Questo è l’indice più basso che un “politico dell’anno” abbia mai ottenuto a partire dall’anno 2000. La maggior parte degli intervistati (62%) ritiene che l’Ucraina avrebbe bisogno di nuovi leader politici.
Nonostante tutti i problemi e le difficoltà, poco più della metà della popolazione dell’Ucraina resta ottimista. Secondo un sondaggio condotto dall’Istituto Internazionale di Sociologia di Kyiv nel dicembre 2016, il 54% degli intervistati si sentiva soddisfatto, il 25% si sentiva in parte soddisfatto, e il 19% – non soddisfatto.
I giovani sono generalmente più soddisfatti degli anziani. Inoltre, il più alto è il livello di benessere, maggiore è il numero di persone soddisfatte. I residenti delle regioni orientali attualmente si sentono meno soddisfatti a causa della guerra: nelle regioni occidentali si sente soddisfatto il 59%, nelle regioni centrali – il 50%, nelle regioni meridionali – il 60%, mentre nelle regioni orientali del Paese – il 44%.
Cultura: le giornate del cinema ucraino a Bruxelles
Le Giornate del cinema ucraino si terranno nei gioni dal 20 al 22 gennaio a Bruxelles. Cinque film ucraini saranno proiettati presso il Centro per le belle arti Bozar. L’evento sarà inaugurato con un concerto cinematografico, durante il quale la proiezione del film del 1930 “Zemlya” (Terra) di Oleksandr Dovzhenko sarà accompagnata dalla musica viva del gruppo etnico DakhaBrakha. Il programma proseguirà con quattro film ucraini contemporanei: i documentari “Mariupolis”, “Ukrainian Sheriffs” (Sceriffi ucraini), “Close Relations” (Famigliari) e un film di fiction “Il nido di tortora” coprodotto con l’Italia.
La nostra selezione dai media ucraini in Inglese
I reportage
«L’amministrazione del Presidente Poroshenko ha criticato l’articolo di Pinchuk» – KyivPost
«Cosa è successo a Novoluganske?» – Hromadske International
«OSCE: Come far osservare alla Russia gli accordi di Minsk» – The Day
«Lo scenario siriano per l’Ucraina» – The Day
«Come i bambini ucraini diventano registi a 10 anni» – Hromadske International
Interviste
«La Russia non si riconosce come parte del conflitto nella guerra in Ucraina» – l’intervista del Hromadske International al generale Borys Kremenetskyi, capo del Centro unico di controllo e coordinamento
«Gli ucraini non sempre conoscono i propri diritti» – l’intervista del Hromadske International al filosofo politico Mykhailo Minakov
Opinioni
«Il momento esistenziale per la cooperazione euroatlantica» – Anne Applebaum per KyivPost
«Sarebbe capace Kyiv a difendersi?» – il politologo Andreas Umland per KyivPost
«Non si può avere «un pó» di Putin» – Willem-Gert Aldershoff per KyivPost
Analisi
«L’indagine su quello che è successo a Maidan in cifre e immagini» – Hromadske International