La storia del calciatore ucraino Roman Zozulya presso il Rayo Vallecano – un club spagnolo, è durata solo pochi giorni. Vi è stato trasferito nell’ultimo giorno della sessione invernale del calciomercato, il 31 gennaio 2017. Dopodiché i tifosi del club di Madrid si sono espressi con insulti e minacce. L’attaccante ucraino è stato costretto a ritornare al Betis Siviglia, il suo precedente club spagnolo. L’UCMC spiega cos’è avvenuto.
1. Lo stemma ucraino e l’ignoranza dei media. Nell’estate 2016 Roman Zozulya è stato trasferito al Betis Siviglia, ed è sbarcato all’aeroporto con una maglia riportante lo stemma nazionale ucraino. Alcuni media spagnoli hanno definito tale stemma il simbolo del partito di destra ucraino “Pravy Sektor” e hanno usato vari epiteti per descrivere il simbolo tra cui “fascista”, “ultranazionalista” e “neonazista”. Non si sa per certo se i giornalisti spagnoli l’hanno affermato per motivi di mancato professionalismo, o se la disinformazione sia stata prodotta appositamente. Dopo la dichiarazione di Betis a questo riguardo i media in questione hanno cancellato le informazioni fasulle sul calciatore ucraino, il cui effetto è comunque rimasto. I tifosi del Rayo, conosciuti anche come sostenitori di idee di estrema sinistra, hanno portato uno striscione con accuse e minacce contro Zozulya a uno dei primi allenamenti mattutini.
2. Sostegno all’esercito ucraino. All’inizio del 2016 Roman Zozulya ha venduto la sua medaglia UEFA Europa League per 210 mila di hryvnia (pari a 7,5 mila euro dell’epoca). I soldi ottenuti sono stati devoluti a sostegno dell’esercito ucraino. Zozulya è anche uno dei fondatori della fondazione caritativa “Narodna armiya” (esercito popolare). Il calciatore ha intrapreso numerose visite sia all’est, portando aiuti ai militari ucraini, sia presso gli ospedali militari per trovare i feriti.
Proprio durante una delle sue visite nell’est è stata scattata la foto in cui il calciatore posa con un fucile automatico. Questa foto è stata riprodotta da alcuni media spagnoli per portare avanti delle accuse nei confronti di Zozulya.
3. Reputazione positiva presso il Betis. Nei cinque mesi trascorsi con il club l’attaccante ucraino non è riuscito a diventare un giocatore importante sul campo per la squadra andalusa. Ha giocato solamente sei partite. Ciononostante questo non gli ha impedito di stabilire rapporti amichevoli e di stima con gli altri giocatori della squadra. “Il suo comportamento da persona e da calciatore non consente di metterlo in cattiva luce,” affermano i calciatori del Betis in una dichiarazione ufficiale. “Vogliamo esprimere la nostra piena solidarietà a Roman e alla sua famiglia. Siamo tutti Zozulya.”
4. Sostegno del pubblico. Sia i suoi connazionali che gli spagnoli hanno espresso il loro sostegno a Zozulya. Sui siti spagnoli i tifosi locali hanno condannato le azioni degli ultras del Rayo. “Ho solamente visto questo calciatore indossando una maglia con lo stemma nazionale del proprio paese. Ha sempre detto di sostenere l’esercito ucraino nella guerra contro gli invasori russi che vogliono prendersi un bel pezzo del Paese”, hanno affermato alcuni tifosi. “È un momento molto triste per il nostro calcio. Viene discriminato per le idee che sostiene. Se fossi in Zozulya, li querelerei in tribunale”.
5. Il Rayo invita Zozulya a ritornare. L’Associazione calciatori spagnola ha aperto un’inchiesta per il caso Zozulya. Potrebbe essere portato avanti anche un caso criminale contro gli ultras coinvolti. Nello stesso tempo il club cerca di preservare la sua reputazione e prendere distanza dalle azioni dei tifosi. Il 3 febbraio il Rayo Vallecano insieme all’Associazione calciatori spagnola ha rilasciato una dichiarazione invitando Roman Zozulya a tornare al Rayo. La direzione del club gli garantisce inoltre sicurezza. Il calciatore deve rispondere entro il 6 febbraio.
6. A dare una mano vi è anche lo stato ucraino. Secondo i regolamenti Zozulya ha già raggiunto il limite dei trasferimenti possibili in altri club in una stagione. Se non ritornerà al Rayo, non potrà giocare nei prossimi sei mesi – fino alla fine della stagione. La direzione del Betis gli ha offerto la possibilità di allenarsi pienamente con la squadra intera.
Nel suo turno, la Federazione calcistica dell’Ucraina ha preparato un appello alla Federazione internazionale di calcio e alla Federazione calcistica della Spagna chiedendole di intervenire in questa situazione perché il calciatore giochi per il resto della stagione nel Betis. L’Ambasciata dell’Ucraina in Spagna ha aderito a tale appello.
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