Nell’arco dei primi cinque mesi del 2017, l’Istituto per le informazioni di massa (Institute of Mass Information) – un’ONG ucraina che monitora lo stato della libertà di stampa nel Paese, contribuisce al disegno di legislazione per il settore mediatico e offre attività di formazione per i giornalisti – ha registrato un totale di 102 casi di violazioni di libertà di stampa. L’anno scorso, nel periodo in questione, ne erano stati registrati 108, un numero molto simile. Questi sono i risultati del monitoraggio mensile de “Il Barometro della libertà di stampa” svolto dall’Istituto.
Il numero più alto di violazioni nei primi cinque mesi del 2017 ammonta a 32 casi nei quali “le attività giornalistiche sono state ostacolate”. L’anno scorso il numero di tali casi nello stesso periodo era pari a 38.
Allo stesso tempo, l’Istituto per le informazioni di massa registra un calo di aggressioni fisiche nei confronti dei giornalisti in Ucraina. Gli esperti dell’Istituto hanno registrato un totale di sei casi di pestaggio e assalti a giornalisti nei cinque mesi dell’anno corrente. Nello stesso periodo dello scorso anno, tale numero era pari a 18.
Secondo gli esperti, nel 2017 è cresciuto il numero delle violazioni pertinenti alla categoria “accesso alle informazioni pubbliche”. Dall’inizio di quest’anno, il suddetto Istituto ha registrato 16 casi di violazioni legate all’accesso alle informazioni. L’anno scorso ne erano stati registrati in totale sette.
Un’altra tendenza negativa registrata è stato l’aumento dei casi di danneggiamenti a proprietà di giornalisti. Gli otto casi di quest’anno rappresentano una crescita notevole, considerando che nel 2016 ne era stato registrato soltanto uno.
Le regioni col più alto numero di violazioni vedono in testa Kyiv e la regione omonima – 24 casi, la regione di Poltava (centro-orientale) – 10 casi e la regione di Mykolayiv (sud) – otto casi.
Gli attori principali della violazione di tali diritti dei giornalisti sono stati privati cittadini in 58 casi, autorità locali in 14 casi, forze dell’ordine e militari in sette casi, e infine autorità giudiziarie in cinque casi.
Oltre a ciò, l’Istituto punta sulla crescita della pressione politica – nei cinque mesi del 2017 sono già stati registrati tre casi. Questo numero corrisponde al numero totale di tali violazioni nel 2016. Quest’anno i casi di pressione politica sono legati all’introduzione delle dichiarazioni telematiche dei redditi per i rappresentanti delle organizzazioni non-governative anticorruzione e dei loro terzisti (tra cui l’Agenzia per le investigazioni giornalistiche), la pressione su un membro del Consiglio di sorveglianza della Radiotelevisione pubblica nazionale da parte del Partito radicale di Oleg Lyashko, così come il caso legato alle pressioni da parte delle autorità locali nella regione di Kirovohrad.
Nella Crimea annessa dalla Russia, l’Istituto ha registrato otto casi di violazioni dei diritti di giornalisti. A violare la libertà di stampa sulla penisola sono state perlopiù le forze dell’ordine delle autorità di occupazione – il Servizio federale russo di sicurezza (il FSB), il Centro E (il Dipartimento principale anti-estremismo del Ministero degli interni russo) ecc.
Il monitoraggio viene svolto col sostegno del programma U-Media dell’Ong Internews e dell’Ambasciata degli Stati Uniti in Ucraina.
Fonte e foto: l’Istituto per le informazioni di massa.