Abolite le limitazioni sugli oggetti personali introducibili dalla Crimea all’Ucraina continentale

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Nel dicembre 2016 il Gabinetto dei ministri (il governo) ucraino ha bannato, tramite un provvedimento, il flusso commerciale di merci fra la Crimea occupata e il resto del territorio ucraino per il periodo dell’occupazione della penisola. Le limitazioni hanno inoltre avuto un impatto sui beni personali, così come ripetutamente segnalato dai cittadini residenti in Crimea e dai difensori dei diritti umani. In base al ricorso da loro presentato, il tribunale amministrativo di Kyiv, e in seguito la corte d’appello della capitale ucraina, hanno abolito le limitazioni sugli spostamenti di beni personali. Gli ufficiali e i difensori dei diritti umani raccontano il lato pratico di questi cambiamenti.

Il provvedimento n.1035
Il provvedimento governativo n.1035 è stato approvato nel dicembre 2015 ed è entrato in vigore nel gennaio 2016. Così, il primo paragrafo del documento ha proibito di fornire merci e  servizi dal territorio temporaneamente occupato della Crimea al resto del territorio ucraino e vice versa per l’intero periodo di occupazione. Tale divieto ha tuttavia avuto un impatto considerevole sulle modalità di trasporto di beni personali da parte dei cittadini. Dal momento dell’imposizione del suddetto divieto, è possibile trasportare da/verso la Crimea un bagaglio personale del valore massino di 10.000 hryvnia (pari a 337 euro o a 6 volte il minimo vitale stabilito dallo stato), il cui peso massimo non doveva superare i 50kg per persona. Non era possibile spostare merci di uso personale non elencate nella lista. Fra le merci “illegali” c’erano, ad esempio, piatti e alcuni elettrodomestici, scrive in un materiale il media “Novoe vremya”.

La lotta per i diritti
Dopo alcune decisioni favorevoli adottate dai tribunali in base alle domande individuali su questo tema, l’ufficio regionale di Odesa dell’ONG “Il comitato dei votanti ucraini” (Committee of Voters of Ukraine) insieme all’Ukrainian Helsinki Human Rights Union hanno presentato ricorso al tribunale amministrativo di Kyiv: nel marzo 2017 lo stesso tribunale ha dichiarato illegittimo il provvedimento in questione. Dopo aver considerato un appello, il 14 giugno 2017 la Corte d’appello di Kyiv ha eliminato il primo paragrafo del provvedimento n.1035 che imponeva limiti sul trasporto di oggetti personali fra la penisola e l’Ucraina continentale.

Gli ostacoli a livello pratico
“Il primo paragrafo del provvedimento n.1035 non è più in vigore da quasi 10 giorni. Stiamo tuttavia registrando un gran numero di casi in cui la decisione della corte viene completamente negata da parte del Servizio delle dogane. I cittadini ucraini che trasportano beni personali dalla Crimea sono ancora ostacolati dalle unità doganali,” ha raccontato Daria Svyrydova, avvocato dell’Ukrainian Helsinki Human Rights Union in un briefing stampa presso l’Ukraine Crisis Media Center. L’avvocato ha inoltre fatto notare che tali azioni da parte del Servizio delle dogane potrebbero essere un risultato degli esistenti scenari di corruzione.

Yusuf Kurkchy, primo viceministro ucraino per gli affari dei territori temporaneamente occupati e degli sfollati interni, ha reso noto che nei prossimi tempi il Gabinetto dei ministri modificherà il provvedimento in questione. “Tuttavia finché rimarrà in vigore la decisione della corte, non ci saranno ostacoli per l’attraversamento del confine (amministrativo) con beni personali,” ha aggiunto il primo viceministro.