Una lobby potente nell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) tenterà di cambiare il regolamento dell’organizzazione durante la sessione di ottobre per far tornare la Russia alla partecipazione nel suo lavoro. Ad affermarlo il media ucraino “Europeiska Pravda” (la Verità ucraina).
La Russia e l’APCE dal 2014. Ricordiamo che l’APCE ha privato la Russia dalla possibilità di votare nell’Assemblea nella primavera 2014 rispondendo all’occupazione della Crimea ucraina. In seguito le sanzioni contro lo stato russo, violatore del diritto internazionale sono state riconfermate e rafforzate. Di fatto la delegazione russa non partecipa al lavoro dell’Assemblea da più di tre anni. Inoltre l’anno scorso, la Russia ha smesso di pagare le contribuzioni al budget del Consiglio d’Europa, causando così una crisi su larga scala nell’organizzazione.
Cosa può succedere il 9 ottobre 2018? Come risultato della potente pressione da parte della Russia, che continua con metodi svariati, è stato trovato un modo in cui s’intende a far tornare il Paese all’APCE, nonostante le sanzioni.
Secondo le informazioni di “Europeiska Pravda”, a questo scopo il 9 ottobre durante la prossima sessione, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa dovrà emendare le proprie regole riguardanti l’imposizione delle sanzioni. Così, il disegno del documento suggerisce di aumentare la quota necessaria per approvare le sanzioni contro un Paese-partecipante dell’organizzazione a 2/3 dei voti e rendere più complicata la procedura stessa per iniziarle. Questo dovrebbe eliminare l’attuale pressione politica attraverso le sanzioni alla Federazione Russa e consentire alla stessa di far tornare all’APCE, senza che le violazioni russe al diritto internazionali cessino o che alcuna richiesta posta dalle risoluzioni precedenti venga realizzata dalla Russia.
La reazione dell’Ucraina. La delegazione ucraina non è riuscita a introdurre degli emendamenti sostanziali al documento, che sarà preso in considerazione. “Europeiska Pravda”, la delegazione ucraina e i difensori dei diritti umani hanno enfatizzato diverse volte che il ritorno della Russia all’APCE senza che essa realizzi le richieste dell’Assemblea screditerà l’autorità dell’intera organizzazione e distruggerà uno strumento che l’APCE possiede per svolgere la pressione sui Paesi che violano il diritto internazionale.
In questo modo si è espresso il rappresentante dell’Ucraina al Consiglio d’Europa Dmytro Kuleba: “All’Assemblea viene suggerito (…) di amputare una propria mano con cui si stava influenzando i Paesi perché esse rispettino i principi dello stato di diritto, della protezione dei diritti umani e della democrazia.” Nel caso in cui il documento sarà approvato dall’Assemblea, i parlamentari ucraini hanno preparato una dichiarazione di risposta in cui affermano di dover fare un ricorso alla “revisione completa dei principi su cui si basa la loro cooperazione con l’Assemblea”. Inoltre, in questo caso, i rappresentanti della delegazione ammettono anche la possibilità di cessare la partecipazione nel lavoro dell’APCE da parte della delegazione ucraina.
“Europeiska Pravda” sottolinea che sia importante diffondere le informazioni sul vero motivo che esiste dietro la considerazione del suddetto documento che avrà luogo il 9 ottobre all’APCE. Si tratta di un documento che è “mascherato” per i cambiamenti procedurali e che invece è uno strumento per far tornare la Russia sanzionata all’Assemblea.
La foto principale è della campagna d’azione dell’Euromaidan Press.