Kateryna Gandziuk, consulente del sindaco di Kherson, attaccata con l’acido il 31 luglio all’uscita del palazzo in cui viveva, è morta il 4 novembre. La Gandziuk è stata ricoverata in ospedale, lottando oltre tre mesi per riprendersi. Aveva ustioni su circa il 35 per cento del corpo e in 50 giorni aveva subito 11 operazioni chirurgiche svolte per rimuovere i tessuti necrotici e sostituire la pelle danneggiata. È deceduta a seguito di una serie di complicazioni agli organi interni, dovute alle ustioni chimiche subite.
Chi era Kateryna Gandziuk? È diventata un’attivista politica a 18 anni. Ha partecipato attivamente nella Rivoluzione arancione del 2004 e subito dopo si è candidata ed è stata eletta al Consiglio regionale di Kherson. Nel 2012, mentre era una volontaria del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, ha co-fondato l’Agenzia per il giornalismo civile “MOST”. Il media è diventato uno dei pochi a Kherson a scrivere sulle spese pubbliche e stava monitorando gli appalti pubblici. La Gandziuk era attivista dell’Euromaidan a Kherson e, dopo lo scoppio della guerra nell’est del Paese, si è impegnata a organizzare assistenza per gli sfollati interni. Allo stesso tempo, lavorava come assistente presso l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati nella regione di Kherson. Negli anni passati Kateryna si è opposta alle forze filorusse nella regione e nel 2017 ha lottato contro la corruzione nelle forze dell’ordine. Ha accusato di corruzione ed estorsione il capo del Dipartimento per la protezione economica nella regione di Kherson della Polizia nazionale, Artem Antoshchuk, portando alle sue dimissioni.
Il corso dell’indagine e i dubbi che ha suscitato. Dopo l’attacco a Kateryna, nonostante gli appelli di attivisti e di alcuni politici per affidare il caso al Servizio della sicurezza ucraino, l’investigazione dell’attacco è stata assegnata alla polizia locale. Quest’ultima ha dichiarato quasi subito di aver arrestato l’assalitore. Tuttavia gli attivisti della società civile sono velocemente venuti a conoscenza che l’uomo arrestato, Mykola Novikov, aveva un alibi e si trovava altrove nel giorno dell’attacco. La stessa Gandziuk non ha riconosciuto Novikov come l’uomo che l’aveva assalita.
“L’attacco all’attivista ha causato indignazione nel Paese,” commenta il parlamentare della Fazione “Batkivshyna” Ihor Lutsenko. “Sono state tenute alcune manifestazioni ed è stata avviata una campagna su Internet. Per via della reazione così forte da parte della società, così come della posizione ufficiale dell’Ambasciata degli Usa, le autorità hanno iniziato a fingere di svolgere delle indagini. Hanno arrestato un sospetto e l’hanno identificato come l’assalitore. Ma non è risultato lui – Gandziuk non l’aveva riconosciuto. In seguito sono stati arrestati anche altri, le cui prove a carico sembrano più convincenti, rendendoli identificabili come gli esecutori del crimine. Tuttavia finora non si è a conoscenza di chi possa aver ordinato l’attacco e quali motivi potesse avere per farlo. È questo che gli attivisti enfatizzano tutto il tempo,” spiega il parlamentare.
In seguito, con le continue richieste di giustizia da parte degli attivisti civili, è stato arrestato Viktor Gorbunov, incriminato di aver acquistato l’acido. Sono seguiti gli arresti di quattro complici – Volodymyr Vasyanovych, Serhiy Torbin, Vyacheslav Vyshnevskyi e Mykyta Hrabchuk. Il 22 agosto il capo della Polizia nazionale ha dichiarato che gli arrestati nel caso di Gandziuk erano sei, tutti sono i veterani della guerra nell’Ucraina dell’est. Torbin è incriminato dell’organizzazione del crimine, mentre informazioni su chi l’abbia ordinato sono tenute segrete. Attualmente, quattro dei sei imputati nel caso sono in stato di fermo e Vyshnevskyi sta scontando gli arresti domiciliari. Alla domanda su chi sia l’autore del crimine resta ancora da dare una risposta.
La reazione del Presidente Poroshenko e delle forze dell’ordine. Il Presidente Poroshenko ha chiesto dalle forze dell’ordine di trovare i responsabili del crimine. Il 6 novembre il capo della Polizia nazionale Serhiy Knyazev, il capo del Servizio della sicurezza Vasyl Hrytsak e il Procuratore generale Yuriy Lutsenko hanno presentato, in una seduta pubblica del Parlamento, alcuni particolari delle indagini. Il Procuratore generale Lutsenko ha anche presentato le proprie dimissioni al Presidente. Inoltre è stata creata una commissione parlamentare temporanea d’investigazione per il caso Gandziuk.
La reazione dell’Ue. Il Commissario europeo per l’Allargamento e la Politica di Vicinato, Johannes Hahn, ha enfattizzato che i colpevoli nell’attacco a Kateryna Gandziuk debbano essere processati.
La reazione della società civile. Il 4 novembre, lo stesso giorno in cui è morta Kateryna, le persone sono uscite a manifestare in varie città ucraine – incluse Kyiv, Lviv, Kherson, Odesa, Khmelnytskyi, Zhytomyr – al grido di “È stata uccisa”. I manifestanti, inoltre, chiedono alle forze dell’ordine di trovare e presentare alla giustizia chi ha ordinato l’attacco all’attivista.
La foto principale: Facebook, Hromadske TV.
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