Nel novembre scorso l’Anti-Defamation League (la Lega antidiffamazione o ADL) ha presentato una ricerca che analizza il livello di antisemitismo di 18 Paesi nel mondo, fra cui anche l’Ucraina. Secondo la ricerca, un intervistato su quattro ha convinzioni antisemite. Rispetto all’edizione precedente della relazione, dal nome “ADL Global 100: An Index of Anti-Semitism” (I primi 100 dell’ADL: l’Indice globale dell’antisemitismo), il sentimento antisemita nell’Europa orientale è cresciuto. In Ucraina, prosegue la ricerca, il 72 per cento degli intervistati concorda con l’affermazione “Gli ebrei hanno troppo potere nel mondo degli affari”. Nella classifica della Lega antidiffamazione, l’Ucraina si trova al secondo posto con un indice del 46 per cento, preceduta dalla Polonia (il 48 per cento) e seguita dall’Ungheria (il 42 per cento).
Allo stesso tempo nelle ultime elezioni presidenziali, il 73 per cento degli ucraini ha votato per un candidato ebreo. Nella recente intervista al medium israeliano “The Times of Israel”, il Presidente Zelenskyi ha detto: “Ho il sangue ebraico e sono il Presidente. A nessuno importa.” I dati della Lega antidiffamazione sono in contrasto con i risultati di alcune altre ricerche, inclusa quella del Pew Research Center. Per avere il quadro completo, l’Ukraine Crisis Media Center ha organizzato un incontro dal titolo: “È vero che il livello dell’antisemitismo in Ucraina è in crescita?” invitando degli esperti sul tema e dei difensori dei diritti umani. Guardiamo i punti principali dei discorsi sostenuti durante l’evento.
I partecipanti alla discussione hanno menzionato altre relazioni incentrate sull’atteggiamento nei confronti della comunità ebraica nel Paese: per esempio la ricerca del Congresso delle comunità etniche dell’Ucraina (Congress of Ethnic Communities of Ukraine). Quest’ultima, presentata l’anno scorso, sostiene che nel 2018 la situazione dei crimini causati dall’antisemitismo è migliorata – il numero degli atti di vandalismo è diminuito della metà, mentre non sono stati registrati atti di violenza fisica.
Lo studio del Pew Research Center (un think tank statunitense), pubblicato nel 2018, descrive gli ucraini come la nazione più amichevole verso gli ebrei fra quelle intervistate. Il numero di ucraini che non vorrebbe avere ebrei tra i propri connazionali è stato pari al cinque per cento – è il numero più basso fra i Paesi dell’Europa centrale e orientale.
La metodologia della Lega antidiffamazione
“Abbiamo già criticato diverse volte la Lega antidiffamazione per il loro uso di una metodologia antiquata e omologa per tutti i Paesi, nonostante abbiano identità differenti e percepiscano le domande in maniera diversa. Se dovessi rispondere a queste domande, risulterei antisemita anch’io”, dice Josef Zissels, dissidente, difensore dei diritti umani, co-presidente esecutivo dell’Associazione delle organizzazioni ebraiche e delle comunità dell’Ucraina e vicepresidente esecutivo del Congresso delle comunità etniche dell’Ucraina.
“Le domande sono formulate in modo che le risposte positive fornite non necessariamente segnalano un atteggiamento negativo verso gli ebrei,” prosegue Zissels.
“Delle undici domande poste dalla ricerca, ben sette dubito possano essere indicatori di antisemitismo. Secondo il metodo usato, se la persona intervistata risponde positivamente a una di sei affermazioni, viene riconosciuta come antisemita,” spiega Mykhailo Miscenko, vice direttore del reparto sondaggi presso il Centro Razumkov.
“Una parte considerevole delle domande nella ricerca riguarda dei luoghi comuni, come per esempio l’affermazione ‘Agli ebrei non importa cosa succede a chi non è ebreo’ (Jews don’t care what happens to anyone but their own kind). Quando ad un intervistato è chiesto se concordi con questa affermazione, si trova in una situazione incerta. Da un lato, i rappresentanti di tutte nazionalità sono predisposti ad occuparsi più dei problemi della propria comunità nazionale rispetto ai problemi delle altre. Dall’altro lato, pensa: perché mi è stato chiesto proprio degli ebrei? Quando stiamo misurando l’atteggiamento verso affermazioni stereotipiche, guardiamo non tanto alla posizione della persona intervistata, quanto alla sua percezione di cosa si può e non si può dire in tale situazione”, sostiene Miscenko.
“Se prendiamo l’affermazione che trova il maggior consenso in Ucraina (secondo lo studio della Lega antidiffamazione – ndt.) ‘Gli ebrei hanno troppo potere nel mondo degli affari’ e la riformuliamo come ‘alcuni ucraini hanno…’, la maggioranza degli intervistati concorderebbe. Se la xenofobia esistesse in Ucraina, sarebbe rivolta in primis verso gli oligarchi. I nostri sondaggi dimostrano che le persone che godono di una grande influenza nel mondo degli affari sono fra le figure nei confronti delle quali gli ucraini hanno l’atteggiamento più negativo, a prescindere dalla loro nazionalità”, prosegue Mykhailo Miscenko, vice direttore del reparto sondaggi presso il Centro Razumkov.
“In Ucraina l’oggetto della ricerca, a partire dal 1994, secondo la scala modificata (di distanza sociale) di Bogardus, riguarda più gli aspetti emotivi dell’atteggiamento nei confronti degli ebrei. Per esempio, gli intervistati li accetterebbero come membri della propria famiglia, vicini di casa, colleghi di lavoro. Il nostro istituto svolge tali sondaggi ogni due anni”, afferma Volodymyr Paniotto, direttore generale dell’Istituto internazionale di sociologia di Kyiv (KMIS). Foto: UCMC. (Da sinistra a destra) Mykhailo Miscenko, Volodymyr Paniotto e Josef Zissels.
“Da dieci anni la situazione rimane pressoché stabile. In media, considerando anche le altre popolazioni, gli ebrei sono al quinto posto, non lontani da russi, tatari crimeani e americani. L’atteggiamento verso gli ebrei che abitano in Ucraina è migliore rispetto agli ebrei d’Israele. Il problema dell’atteggiamento negativo esiste davvero, ma nei confronti dei rom”, racconta Volodymyr Paniotto.
Margine di errore. Il direttore generale dell’Istituto internazionale di sociologia di Kyiv ha sottolineato che l’Indice presentato dalla Lega antidiffamazione ha un elevato margine di errore. Il suo campionamento statistico si basa su 500 intervistati e il margine di errore dovrebbe raggiungere il sette per cento. Inoltre, l’Indice dell’ADL è risultato instabile. Per esempio, nel 2014 alla Francia è stato assegnato il 37° posto nella classifica, nell’anno 2015, il 17°. È improbabile che la situazione sia cambiata così drasticamente nell’arco di un anno, conclude il sociologo.
Nel 2014 la Lega antidiffamazione ha assegnato all’Ucraina un indice del 38 per cento, nel 2015 il 31 per cento, nel 2019 il 46 per cento. Nel 2019 l’Ucraina si è trovata al secondo posto nella classifica, dopo la Polonia, non solo per i risultati del sondaggio stesso ma anche perché la ricerca non è stata svolta in alcuni Paesi che in precedenza avevano un indice più alto, come la Grecia, Bulgaria, Serbia, Belarus e Romania.
Va anche notato che l’aspetto cognitivo – cioè le convinzioni che le persone menzionano nelle interviste, che non sempre corrispondono a come si comporterebbero in situazioni reali.
“Nel 2018 i dati ci dicevano che il 36 per cento degli ucraini fosse pronto a votare per un candidato Presidente delle origini ebraiche, mentre nelle ultime elezioni l’hanno votato davvero il 73 per cento,” ha detto Volodymyr Paniotto, direttore generale dell’Istituto internazionale di sociologia di Kyiv.
Gli episodi antisemiti in Ucraina
Negli ultimi tre anni non è stato registrato nessuna aggressione fisica motivata dall’antisemitismo, mentre il numero degli atti vandalici è il più basso degli ultimi decenni. Lo ha affermato Josef Zissels, co-presidente esecutivo dell’Associazione delle organizzazioni ebraiche e delle comunità dell’Ucraina e vicepresidente esecutivo del Congresso delle comunità etniche dell’Ucraina.
“Negli ultimi tre anni in Ucraina non ha avuto luogo nessuna aggressione fisica motivata dall’antisemitismo. Per fornire un paragone, nei Paesi dell’Europa occidentale come la Germania, Francia, Gran Bretagna e negli Stati Uniti vengono registrati decine di assalti l’anno. Nel 2017 gli atti di vandalismo motivati dall’antisemitismo sono stati 24, nel 2018, 12. L’episodio di vandalismo che ha riguardato il monumento a Sholem Aleichem è stato l’undicesimo del 2019 nell’intera Ucraina. Valori ai minimi storici per quanto riguarda gli ultimi due-tre decenni – da quando ci occupiamo del monitoraggio del problema. Lo stesso vale per quel che concerne la questione dell’incitamento all’odio,” ha detto Josef Zissels.
“Dopo il Maidan, l’atteggiamento verso gli ebrei ed i tatari crimeani è drasticamente migliorato – perché erano attivi durante il Maidan e si sono arruolati per combattere al fronte. Gli ebrei hanno dimostrato che si identificano con lo Stato ucraino, il suo futuro e le sue sfide, e che sono pronti ad assumersi la loro parte di responsabilità. Questo inevitabilmente definisce l’atteggiamento verso di loro, come ha registrato anche la ricerca dell’Istituto internazionale di sociologia di Kyiv”, ha aggiunto il co-presidente esecutivo dell’Associazione delle organizzazioni ebraiche e delle comunità dell’Ucraina.
Questa visione viene riconfermata da Viaceslav Likhachov, difensore dei diritti umani e analista presso il Centro per i diritti umani “Zmina” (Cambiamento).
“Il livello più alto sia dei crimini che degli atti vandalici motivati dall’antisemitismo è stato registrato in Ucraina negli anni 2006-2008. Negli ultimi 10 anni stiamo osservando una tendenza verso il suo declino. La registriamo non solo in Ucraina, ma anche negli altri Paesi dell’Europa orientale – per esempio in Polonia alla quale però lo studio della Lega antidiffamazione ha assegnato un indice alto di antisemitismo. Lo studio dell’ADL sostiene anche che il livello di antisemitismo nei Paesi dell’Europa occidentale sia più basso rispetto all’Europa orientale. Si può affermare con certezza che questo studio non rappresenti una ricerca sul livello dell’antisemitismo, dato che non rispecchia la situazione reale della società”, racconta Likhachov.
“Descrivere l’Ucraina come un Paese con un alto livello di antisemitismo non corrisponde alla realtà. Il numero di episodi di antisemitismo permette di inserire l’Ucraina fra i Paesi con il livello di antisemitismo più basso, in Europa e nel mondo” riassume il difensore dei diritti umani e analista presso il Centro “Zmina”.
La foto principale: promin.cv.ua. L’accensione della Chanukkiya a Chernivtsi.