La Russia ammassa le truppe al confine con l’Ucraina: cosa ne sappiamo finora

Nelle ultime settimane, la Russia sta ammassando le truppe al confine con l’Ucraina e fomenta un’escalation nella zona di combattimento nel Donbas. Qual è l’obiettivo di tali azioni? Quanto probabile è un’invasione militare su larga scala? Riportiamo le analisi della testata “Texty.org.ua” e della “Radio Liberty”. 

Una guerra senza fine in vista. La guerra della Russia contro l’Ucraina è iniziata sette anni fa e, nonostante i numerosi accordi sul cessate il fuoco, non è mai finita. Secondo l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, a partire dall’aprile 2014, la guerra ha causato più di 13.000 morti e oltre un milione di sfollati interni.  

I più intensi recenti combattimenti risalgono al gennaio 2017 ed hanno interessato l’area di Avdiivka, mentre gli scambi di colpi dei mortai e di fuoco dei cecchini proseguono regolarmente. L’attacco più grande degli ultimi mesi da parte delle forze ibride della Russia è avvenuto il 26 marzo 2021 vicino a Shumy, a nord di Donetsk, ed è costato la vita a quattro militari ucraini.      

Nella zona di combattimento nell’Ucraina dell’est è in crescita il numero delle vittime tra le truppe ucraine. Dal 15 marzo all’11 aprile sono stati uccisi in azione 14 militari, 10 sono rimasti feriti.

La Russia ammassa le truppe al confine. Nelle ultime settimane, sulla stampa sono apparsi i video e le foto che registrano un massiccio dispiegamento di unità militari russe vicino al confine orientale dell’Ucraina e in Crimea. Intanto il Distretto militare sud, un comando delle Forze armate della Federazione Russa la cui responsabilità si estende alle zone in prossimità al confine orientale dell’Ucraina, ha annunciato i controlli annuali della prontezza operativa che, in particolare, prevedono lo svolgimento di decine di esercitazioni dal 29 marzo al 30 aprile.

Quanto numerose sono le forze dispiegate al confine con l’Ucraina? Il 30 marzo 2021, il Comandante delle Forze Armate dell’Ucraina, Ruslan Khomchak, ha presentato una relazione al Parlamento in merito all’escalation militare in Donbas e al confine. Secondo la relazione, la Russia ha dispiegato 28 gruppi tattici al livello di battaglione lungo il confine con l’Ucraina e nei territori occupati nel Donbas e in Crimea. Inoltre, ne sta per aggiungere altri 25, il che “crea una minaccia alla sicurezza nazionale,” ha detto il Colonello Generale Khomchak. 

Secondo il Comandante delle Forze Armate, da quando la Russia ha illegalmente occupato la Crimea nel 2014, ha aumentato il suo contingente militare sulla penisola a 32.7 mila militari.

Dai 28 gruppi tattici al livello di battaglione, 18 sono schierati nel Distretto militare sud (sei nella Crimea occupata e 12 nella regione di Rostov), 10 – nel Distretto militare ovest (quattro nella regione di Briansk e sei nella regione di Voronezh). Secondo le analisi della testata “Texty.org.ua” basate sugli open data, queste 28 unità rappresentano circa il 60 per cento delle forze d’assalto schierate nei due distretti militari della Federazione Russa.

La scala delle esercitazioni militari. Giungono al termine le cosiddette esercitazioni militari del periodo invernale delle Forze armate della Federazione Russa. Si concludono con i controlli della prontezza operativa che saranno in corso fino alla fine di aprile. Per le esercitazioni vengono spesso scelti scenari ambiziosi come nell’aprile 2019, quando la Flotta del Mar Nero, insieme alla 4^ Armata aerea e la Forza di difesa aerea, ha praticato uno scenario della guerra con la NATO nel bacino del Mar Nero.

Quest’anno, le esercitazioni del Distretto militare sud simuleranno uno scenario della difesa complessiva della costa del Mar Nero, ivi inclusi la Crimea occupata ed il territorio (krai) di Krasnodar. Lo scenario prevede il dispiegamento delle armi aggiuntive in Crimea e, di fatto, estende le esercitazioni della 7^ Divisione d’assalto aereo (Novorossiysk) svolte per tutto il mese di marzo.      

Secondo Texty.org.ua, nei controlli sulla prontezza operativa saranno impegnati almeno 45-50 mila militari coordinati dal comando unico. Esercitazioni di pari portata si svolgeranno anche nei distretti militari ovest e centro.

Inoltre, secondo il Documento di Vienna del 2011 dell’Osce, gli Stati partecipanti sono obbligati ad invitare gli osservatori di tutti gli altri Stati partecipanti alle esercitazioni militari qualora il numero delle truppe impiegate raggiunga o superi 13.000. La Russia non ha seguito tali disposizioni.

Qual è l’intenzione finale della Russia? Due versioni. Al momento, né l’Ucraina, né i suoi partner internazionali possono dire con certezza se il massiccio dispiegamento delle forze al confine con l’Ucraina avvenga solo nell’ambito delle esercitazioni militari o se la Russia si stia preparando per un intervento militare su larga scala. In passato, la Russia ha già usato gli addestramenti come un pretesto per ampliare l’aggressione, come è stato il caso nel 2008, quando ha invaso la Georgia e nel 2014, quando ha iniziato la guerra in Ucraina.

Analisti e politici si sono spaccati in due tra chi ritiene che si tratti di una dimostrazione di forza e chi pensa che l’obiettivo finale sia il dispiegamento delle cosiddette “forze di pace” russe dentro il Paese.

Così, stando alla prima versione, la Russia starebbe utilizzando le manovre militari per intimidire Kyiv e mandare un messaggio agli Stati occidentali, segnalando che è pronta ad invadere l’Ucraina, ed anche rapidamente.

“L’ostentazione con cui le truppe sono dispiegate conferma che la Russia sta facendo un’esibizione di forza invece di contemplare una guerra lampo,” così il commento di Maxim Samorukov, un fellow del Carnegie Moscow Center riassume il primo gruppo di opinioni.    

I sostenitori della seconda versione puntano sui conflitti congelati in Georgia e Moldova dove la Russia ha anche dispiegato le sue truppe presentandole come le forze di pace senza l’autorizzazione dell’Onu o dell’Osce, ottenendo così uno strumento per destabilizzare la situazione, volgendola a proprio favore, in qualsiasi momento.

La Russia mira a replicare questo scenario in Ucraina, è convinto James Sherr, un senior fellow presso l’Istituto per la politica estera dell’Estonia del Centro internazionale per la difesa e sicurezza (un centro di analisi politica in Estonia). “Un’escalation localizzata, drammatica e devastante, che porterà al dispiegamento del ‘contingente di pace’ sull’attuale linea di demarcazione – questo è probabilmente lo scenario più realistico,” ha scritto il ricercatore.  

La dichiarazione del Presidente Zelenskyi. Il Presidente Zelensky ha emesso una dichiarazione cauta in merito all’ammassamento delle truppe russe al confine con l’Ucraina. “La messa in mostra dei muscoli, cioè le esercitazioni militari e le possibili provocazioni lungo il confine, è un modus operandi tipico della Russia. In tal modo, si tenta di creare un clima di minaccia e di esercitare pressione ,mentre proseguono i negoziati sul cessate-il-fuoco e sull’instaurazione della pace,” ha affermato Zelenskyi. “Siamo sempre pronti a qualsiasi provocazione,” ha aggiunto il Presidente.

La dichiarazione del Ministro degli affari esteri dell’Ucraina. “L’escalation attuale da parte della Federazione Russa è sistemica e avviene su larga scala, come mai prima negli ultimi anni,” ha dichiarato Dmytro Kuleba, il Ministro degli affari esteri dell’Ucraina. “Mosca deve cessare di aggravare le tensioni militari e riconfermare nel modo immediato e incondizionato il suo impegno a risolvere il conflitto con i metodi politico-diplomatici, nonché di rispettare il cessate il fuoco,” prosegue Kuleba nella dichiarazione.

Come la Russia spiega lo spostamento delle truppe. Il portavoce del Presidente della Federazione Russa, Dmitriy Peskov, rispondendo ad una domanda durante una recente conferenza stampa, ha detto che il ridispiegamento delle unità militari russe all’interno della Russia è un affare interno che “non deve preoccupare nessuno e non costituisce una minaccia per nessuno”.

Gli Usa e l’Ue attivano i canali diplomatici: i collegamenti telefonici al livello di capi di stato maggiore di Usa, Russia ed Ucraina. Il 31 marzo, il capo dello stato maggiore congiunto delle forze armate statunitensi, il generale Mark Milley, ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo della Federazione Russa, il generale Valery Gerasimov. Gli interlocutori si sono accordati per non diffondere gli specifici dettagli della loro conversazione, si legge nel verbale pubblicato dalla parte statunitense.

Lo stesso giorno, ha avuto luogo una conversazione telefonica tra il capo dello stato maggiore congiunto delle forze armate statunitensi, Gen. Milley e il Comandante delle Forze Armate dell’Ucraina Co. Gen. Khomchak. “I due ufficiali di alto livello si sono confrontati sulla situazione di sicurezza nell’Europa orientale. L‘Ucraina è un partner chiave della NATO e ha un ruolo cruciale nel mantenere la pace e stabilità in Europa,” ha detto il Gen. Milley, secondo quanto riferito in un comunicato dello Stato maggiore congiunto delle forze armate degli Stati Uniti.  

Conversano i ministri della difesa degli Usa e dell’Ucraina. Il 1° aprile, il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha parlato telefonicamente con il Ministro della difesa dell’Ucraina Andriy Taran. “Il Segretario Austin ha riaffermato il sostegno risoluto degli Usa alla sovranità, all’integrità territoriale e alle aspirazioni euro-atlantiche dell’Ucraina”, comunica il Dipartimento della difesa degli Stati Uniti. “Ha condannato le recenti escalation delle azioni aggressive e provocatorie da parte della Russia nell’Ucraina dell’est e ha espresso le condoglianze al Ministro Taran per la morte dei quattro soldati ucraini il 26 marzo,” prosegue il messaggio.

Secondo il “New York Times”, a fine marzo, il Comando europeo degli Stati Uniti ha cambiato lo status di una possibile minaccia (WATCHCON) da “una crisi possibile” a “una crisi imminente”.

Un colloquio telefonico Biden-Zelenskyi. Il 2 aprile, ha avuto luogo la prima conversazione telefonica tra il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyi. Biden ha confermato il sostegno risoluto degli Stati Uniti alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina di fronte all’aggressione continua della Russia nel Donbas e in Crimea, afferma il verbale della Casa Bianca. Inoltre, il Presidente statunitense ha enfatizzato l’impegno della sua amministrazione a rivitalizzare il partenariato strategico a sostegno del piano del Presidente Zelenskyi, che mira a contrastare la corruzione e attuare le riforme programmate, in base ai valori democratici condivisi, volte a portare giustizia, sicurezza e prosperità al popolo ucraino.

Una fonte vicina al Presidente Zelenskyi ha confidato alla testata “Ukrainska pravda” che gli interlocutori hanno soprattutto parlato della situazione in Donbas.

I partner del formato Normandia in una videoconferenza. Il 30 marzo ha avuto luogo una videoconferenza che ha visto riuniti la Cancelliera della Germania Angela Merkel, il Presidente della Francia, Emmanuel Macron, e il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. La situazione nella zona di combattimento nell’Ucraina dell’est è stata uno degli argomenti discussi dai capi di Stato. “È necessario che la Russia si impegni nella stabilizzazione del cessate il fuoco in Ucraina e nella risoluzione della crisi in linea con gli Accordi di Minsk”, si legge nel comunicato dell’Eliseo.

Foto: la vista satellitare degli aerei militari russi nella base aerea di Saki, in Crimea, il 16 aprile 2021. Le immagini sono state riprese dai satelliti di Maxar Technologies e ripubblicate da Reuters.