Come l’Ucraina viene vista dall’Italia? Una ricerca studia la percezione in quattro Paesi europei

Nel novembre 2020, il centro di analisi ucraino “La Nuova Europa” (New Europe Center) ha presentato i risultati di un sondaggio commissionato per studiare la percezione dell’Ucraina in quattro Paesi membri dell’Unione Europea – Germania, Francia, Italia e Polonia. Raccontiamo le scoperte principali della ricerca.

Agli intervistati è stato chiesto di indicare le loro associazioni principali con il Paese ed esprimersi su alcuni aspetti delle relazioni bilaterali fra l’Ue e l’Ucraina. I risultati del sondaggio sono stati presentati il 18 novembre 2020 alla presenza di diplomatici ucraini ed europei – l’Ambasciatore dell’Ucraina in Germania Andrij Melnyk, l’Ambasciatore di Francia in Ucraina Etienne de Poncins, il Ministro-consigliere presso l’Ambasciata Ucraina nella Repubblica Italiana Dmytro Volovnykiv e l’Ambasciatore dell’Ucraina in Polonia Andriy Deshchytsia. Inoltre, gli autori della ricerca hanno fatto un confronto con i dati del 2015, mettendo in evidenza come si è evoluta l’opinione pubblica in merito negli ultimi cinque anni.    

La metodologia della ricerca. Il sondaggo per conto de “La Nuova Europa” è stato svolto dall’agenzia “Kantar Profiles Division”. Hanno intervistato oltre quattromila persone nella fascia di età 18 anni – oltre 65 anni in Germania, Francia, Italia e Polonia. Il sondaggio è stato condotto online tra il 22 e il 29 settembre 2020. Agli intervistati sono state poste sei domande, inclusa una aperta. Il campione è stato composto in modo tale da avere un riferimento proporzionale ai vari gruppi in ciascun Paese.    

Le dieci scoperte principali della ricerca

La guerra in Ucraina. Sia nel 2015, sia nel 2020, la prima associazione con l’Ucraina indicata dagli intervistati è la guerra. Tuttavia, in cinque anni il numero di chi la pensa in tal senso è sceso. Nel 2015 il 49 per cento delle persone intervistate hanno collegato l’Ucraina alla guerra, mentre nel 2020 il dato di questa rilevazione (il 12 per cento) è in calo di quattro volte.  

La migrazione per lavoro. Il sondaggio rivela che l’Ucraina è sempre più associata agli immigrati. Nel 2015 un insieme delle risposte che hanno menzionato l’immigrazione ha ottenuto una percentuale minima, mentre nel 2020 è la terza associazione più frequente con l’Ucraina, richiamata dal 10.3 per cento degli interpellati. I dati rispecchiano la tendenza di una migrazione crescente dall’Ucraina verso i Paesi dell’Unione europea in cerca del lavoro.       

Tuttavia, prevalgono le associazioni negative. Lo Stato ucraino evoca associazioni negative nella grande maggioranza degli intervistati. Tra le dieci risposte più frequenti prevalgono quelle negative – una tendenza valida per tutte le nazioni oggetto del sondaggio, tranne l’Italia. Le prime associazioni sono: la guerra / il conflitto con la Russia – il 12 per cento, la povertà / la disoccupazione – il 10.8 per cento, l’immigrazione / i lavoratori stagionali – il 10.3 per cento. Nel 2015, le tre risposte più frequente erano: la guerra (il 49 per cento), la Russia (il 18 per cento) e la povertà (il 9 per cento).   

Allo stesso tempo, le combinazioni delle risposte fornite variano a seconda dei Paesi studiati. Così, in Polonia gli immigrati (il 25.8 per cento) e la povertà (il 25 per cento) sono in testa alla lista, segue la guerra. Gli intervistati in Francia legano l’Ucraina alla Russia (il 15.5 per cento), alla guerra / al conflitto (il 13.1 per cento) e all’Europa orientale (il 10.6 per cento). Quasi un cittadino tedesco su due (il 47.5 per cento) definisce l’Ucraina attraverso le sue relazioni con la Russia – la guerra, l’invasione russa della Crimea e la Russia sono le risposte più frequenti. Nel caso della Germania e della Francia, la prevalenza delle associazioni con la guerra può essere un risultato del ruolo di Berlino e Parigi nel formato Normandia in cui si discutono le vie della risoluzione della guerra in Donbas. Così, la guerra della Russia contro l’Ucraina come un tema ha una visibilità mediatica più ampia nei suddetti Paesi.         

In Italia la guerra russa in Ucraina ha una minima presenza nell’opinione pubblica – è stata menzionata da soltanto lo 0.6 per cento degli intervistati. Secondo la ricerca, l’Italia risulta la nazione che ha l’atteggiamento più favorevole verso l’Ucraina. Tra le dieci risposte più frequenti c’è solo una negativa – “l’immigrazione / la disoccupazione”, le risposte restanti sono neutrali, come “il gas / le risorse energetiche”, “la politica”, o positive, come “la cultura / la storia”, “gli amici ucraini”.     

Terra incognita. Sorprendentemente, quasi un cittadino europeo su quattro (il 23.6 per cento) non ha nessuna associazione con l’Ucraina. Gli autori della ricerca presentano la scoperta come una possibilità per il Paese di intraprendere il ruolo attivo per farsi conoscere senza pregiudizi.    

La pandemia di Covid-19 e la cooperazione internazionale. L’opinione pubblica nei Paesi studiati risulta spaccata sull’assistenza all’Ucraina ai tempi del coronavirus. Circa la metà degli interpellati crede che la cooperazione fra i loro Paesi e l’Ucraina vada mantenuta sul livello pre-pandemico o intensificata, mentre l’altra metà vorrebbe che i propri governi limitassero la cooperazione estera e si concentrassero sui problemi interni.

Le narrazioni russe sull’Ucraina hanno una scarsa presenza nei Paesi studiati. Le narrazioni sull’Ucraina che la Russia diffonde anche nei Paesi oggetto della ricerca, hanno una presenza insignificante nell’opinione pubblica. Così, solo lo 0.8 per cento degli interpellati considera il conflitto in Ucraina una guerra civile, mentre la percentuale di chi associa l’Ucraina con l’estremismo o l’estrema destra è inferiore allo 0.2 per cento.    

L’adesione all’Unione Europea e alla NATO. Una netta maggioranza degli intervistati (il 55 per cento) sostiene l’aspirazione dell’Ucraina verso l’adesione all’Unione Europea. La corruzione è stata individuata come l’ostacolo principale a questa meta – il 43.1 per cento assegna la priorità alla lotta alla corruzione come una precondizione (rispetto al 37.5 per cento nel 2015). Pur avendo un vasto sostegno (il 38 per cento), l’adesione dell’Ucraina alla NATO non è stata sostenuta dalla maggioranza assoluta.  

Le sanzioni dell’UE contro la Russia. Il numero degli interpellati che legano l’Ucraina alla Russia è sceso dal 18 per cento del 2015 al 9.1 per cento del 2020. I dati dimostrano la percezione crescente dell’Ucraina come un attore indipendente sulla scena internazionale. La risposta più diffusa alla domanda come l’UE potrebbe sostenere l’Ucraina nel modo migliore nella sua lotta contro l’aggressione militare della Russia, è mantenere le sanzioni contro la Russia (il 21.5 per cento); quella più rara – fornire le armi all’Ucraina.

Il testo completo dello studio è disponibile in lingua inglese a questo link.

Foto: Vasylyna Vrublevska / ukraine.ua / imagebank, il villaggio di Kryvorivnia.