L’ONU rilascia il 13o rapporto sulla situazione dei diritti umani in Ucraina. Risultano minacce per le persone sui territori temporaneamente occupati e l’isolamento degli sfollati

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Kyiv, 3 marzo 2016. L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha rilasciato il 13o rapporto sulla situazione dei diritti umani in Ucraina. Il documento copre il periodo dal 16 novembre al 15 febbraio 2015. Il rapporto sottolinea la vita quotidiana delle persone che abitano vicino alla linea di contatto nella zona del conflitto. “In questo rapporto volevamo dare voce a queste persone: gli uomini, le donne ed i bambini con i quali abbiamo parlatonei due lati dalla linea di contatto. Hanno bisogno urgentemente della protezione e del sostegno rinforzati,” ha notato Fiona Frazer, Capo della Missione dell’ONU per il monitoraggio dei diritti umani presentando il rapporto nella conferenza stampa presso l’Ukraine Crisis Media Center.

Secondo i dati del rapporto 1,6 milioni di sfollati hanno abbandonato le proprie case a causa del conflitto nell’est Ucraina. Tra 800 mila e un milione di sfollati risiedono nel territorio sotto il controllo del governo ucraino, alcuni di loro affrontano la discriminazione continua per l’acesso ai servizi pubblici. Fiona Frazer ha sottolineato la necessità delle attività di sminamento lungo i principali corridoi di trasporto verso i posti di blocco per eliminare gli esplosivi residui di guerra e gli esplosivi fatti in casa. L’area ancora non sottoposta a sminamento necessità di essere propriamente marcata.

La Missione dell’ONU per il monitoraggio dei diritti umani è preoccupata per l’assenza delle attività per scoprire il destino delle persone scomparse e per prevenire le scomparse risultato del conflitto armato. Nel rapporto è sottolineata la necessità di collaborazione tra le due linee del conflitto per scambiare informazioni e ricercare persone scomparse nella zona del conflitto. Le famiglie delle persone scomparse devono avere l’accesso senza impedimenti alla informazione sulla loro locazione e sulle loro condizioni.

La responsabile della Missione per il monitoraggio dei diritti umani ha spiegato che sono registrate 78 vittime civili dovute al conflitto armato nell’est Ucraina, tra cui 21 uccisi e 57 feriti. Durante il periodo agosto-novembre 2015 ci sono state 178 vittime civili. L’ONU ha registrato il totale di 30,211 vittime nell’arco del conflitto intero, tra cui 9,167 morti e 21,044 feriti. “Sono cifre modeste. Riteniamo che le cifre attuali siano molto più grandi,” ha detto la Frazer.

Ha notato che resta attuale il problemadelle case rovinate e con l’acesso limitato ai servizi sociali, i costi elevati per i prodotti alimentari. I posti di blocco creano complicazioni per la libertà degli spostamenti: a volte migliaia di veicoliaspettano in coda per attraversare la linea di contatto, mentre i passeggeri sono costretti a passare la notte al freddo. Il rapporto nota anche che gli abitanti dei territori controllati dai gruppi armati sono particolarmente vulnerabili davanti alle violazioni dei propri diritti. Vivono in condizioni caratterizzate dallo svilluppo di strutture governative parallele, dalla completa assenza di legalità e dell’ordine legale, dalle segnalazioni delle detenzioni illegali, torture, detenzioni in incommunicadoe dall’assenza dell’accesso ai meccanismi reali di protezione legale.

“Siamo particolarmente preoccupati per l’assenza di spazio per le attività sociali, con la vulnerabilità della gente detenuta che affronta le violazioni e la completa assenzadi procedure appropriate e di legalità nei territori controllati dai gruppi armati,” ha sottolineato Sig.ra Frazer. Nel rapporto si parla dell’onda recente di arresti nei territori della regione di Donetsk controllati dai gruppi armati, hanno limitato i diritti e la libertà di espressione delle proprie visioni, religione, libertà di riunirsi in assemblea e di associazione. La Missione ha anche documentato le segnalazioni di violazioni impunite da parte degli ufficiali delle forze dell’ordined’Ucraina, perlopiù dal Servizio di sicurezza. Sono inclusi in queste violazioni le scomparse, le detenzioni arbitrarie, le torture e il maltrattamento.

Secondo la Frazer il rispettodegli accodi di Minsk resta l’unica strategia reale per raggiungere la pace nei territori nell’est d’Ucraina controllati dai gruppi armati. È nel suo turno la condizione chiave per risolvere la crisi con i diritti umani in Ucraina. Questo include la restaurazione del controllo efficace del governo ucraino della frontiera con la Federazione Russa, il ritiro delle truppe straniere, dei mercenari e del materiale militare.

Il rapporto completo (in inglese) è disponibile qui.