Meno parole e più riforme reali – la strada verso l’adesione all’Ue di Ucraina, Moldova e Georgia – parlano gli esperti

WATCH IN ENGLISH

Alcuni esperti hanno analizzato le misure che Ucraina, Moldova e Georgia avrebbero dovuto attuare verso la strada per la loro eurointegrazione. Sono inoltre stati discussi gli interessi dell’Ue e il modus operandi della Russia.

Kyiv, 25 luglio 2016. Oggi l’Ucraina, la Moldova e la Georgia non sono pronte a richiedere l’adesione all’Ue, ciononostante l’Unione europea ha un’agenda ben diversa. Le priorità dell’Europa sono altre, tra cui la crisi dei rifugiati, la minaccia del terrorismo internazionale, il referendum nei Paesi Bassi sull’Ucraina e quello sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione. Questi sono i motivi per cui i tre Paesi in questione devono cambiare approccio al processo di eurointegrazione. Ha usato queste parole Leonid Litra, analista dell’Istituto per la politica mondiale, nel corso del dibattito svoltosi presso l’Ukraine Crisis Media Center.

“In simili circostanze bisogna concentrarsi sulle riforme interne, sull’implementazione dell’Accordo di associazione. Allorché si presenterà un momento più opportuno, i suddetti Paesi potranno candidarsi per l’adesione all’Ue. Ora dobbiamo concentrarci su noi stessi invece di cercare esempi o giustificazioni, compiere azioni reali invece di discuterne, e far sì che quelle sulle prospettive dell’adesione all’Ue non risultino dannose e fare passi molto concreti per i raggiungimenti pratici,” ha detto Litra. L’analista ha pregato di smettere di far uso della retorica secondo cui “la palla è ora nel campo dell’Ue”; ciò poiché sono Ucraina, Moldova e Georgia in primis ad aver bisogno di dimostrare che le proprie riforme hanno un esito positivo. Secondo la sua opinione, un ostacolo in questa via è rappresentato dal fatto che le élite dei tre Paesi in questione non sono pronte a introdurre riforme strutturali poiché ciò non risulta vantaggioso per loro.

Un’ulteriore minaccia è rappresentata dall’ordine del giorno della Russia che vuole controllare tutti i cambiamenti importanti, in particolare quelli riguardanti il sistema di relazioni tra i Paesi del partenariato orientale e l’Ue. “L’Ue è pronta a stabilizzare questi Paesi ma non a trasformarli. La politica di ‘non infastidire la Federazione Russa’ non funziona per niente: così facendo il Paese diventa ancora più aggressivo all’interno di questa regione. L’Ue dovrebbe cambiare la sua politica estera in quest’area e cominciare a implementare i suoi obiettivi,” dice Litra.

Ivane Čkhikvadze, direttore dei programmi d’integrazione europea della Fondazione “Open Society” in Georgia è dell’opinione che l’Ucraina, la Moldova e la Georgia stessa debbano collaborare di più circa la possibilità di fare domanda di adesione all’Ue. “Stiamo parlando di eurointegrazione non di adesione, anche se l’una non esclude l’altra. L’Ucraina, la Moldova e la Georgia devono lavorare insieme in questa direzione,” ha sottolineato Čkhikvadze. L’esperta ha anche dato qualche consiglio riguardante l’eurointegrazione. “Nel momento in cui un Paese fa domanda di adesione all’Ue, riceve un modulo che gli consente di comprendere in che stato versa. Ora possiamo consultare il suddetto modulo e capire a che punto siamo e cosa dobbiamo fare per risultare conformi a questi criteri. Risulta inoltre necessario istituire un organo, o dare tale incarico a un’istituzione già esistente, perché il progresso si compi e le analisi vengano svolte. Vale la pena dialogare con l’Ue circa i vantaggi che essa stessa otterrà dall’adesione dei tre Paesi. Oltretutto bisogna nominare un Paese dell’Unione che possa tutelare gli interessi di Ucraina, Moldova e Georgia,” ha aggiunto l’esperta.