Giorno 696: un aereo militare russo A-50 abbattuto, un attacco ucraino con droni a più di 1.000 chilometri di distanza dal confine, la coalizione artiglieria per l’Ucraina

Le Forze Armate ucraine abbattono un aereo russo A-50, danneggiano un IL-22. Il 14 gennaio, l’Aeronautica militare ucraina ha abbattuto un velivolo di allarme rapido e controllo russo A-50 e ha danneggiato un aereo posto di comando IL-22 sul Mare d’Azov. Lo ha confermato il Comandante delle Forze Armate ucraine, il generale Valeriy Zaluzhnyi il 15 gennaio. Il generale ha aggiunto alla sua dichiarazione su Telegram anche una visualizzazione video delle traiettorie di volo degli aerei russi nella zona fino al momento in cui sono spariti dai radar.

Dopo essere stato danneggiato, l’IL-22 ha effettuato un atterraggio di emergenza ad Anapa, in Russia. Secondo il portavoce del comando dell’Aeronautica militare delle Forze Armate ucraine, il colonnello Yuriy Ignat, il velivolo non potrà essere riparato.

L’abbattimento del velivolo di allarme rapido e controllo russo A-50 sul Mare d’Azov ha segnato la storia, afferma la testata di analisi militare ucraina “Defense Express”. “Nessuno nella storia ha mai abbattuto prima un velivolo di preallarme e controllo. Così le Forze Armate ucraine hanno di nuovo compiuto quello che veniva ritenuto impossibile e che nessuno ha mai fatto prima,” si legge nell’articolo di “Defense Express”.

I velivoli di allarme rapido e controllo sono un bersaglio difficile da colpire, dato  che cercano di stare lontani dalla linea di contatto e il più a largo possibile dal raggio di azione dei sistemi di difesa aerea dell’avversario. Inoltre, sono protetti e scortati dai caccia, prosegue l’articolo.  

I massicci attacchi missilistici russi prendono di mira le strutture militari ucraine, afferma un rappresentante dell’intelligence militare ucraina. Da gennaio, la Russia ha ripreso i massicci attacchi missilistici contro l’Ucraina, utilizzando anche bombardieri strategici. L’obiettivo principale di questi attacchi sono le strutture del complesso militare industriale ucraino. Lo ha dichiarato un rappresentante del Comparto intelligence principale del Ministero della difesa ucraino, il Maggior Generale Vadym Skibitskyi in un’intervista concessa a Rbc Ucraina.

“Attualmente gli sforzi principali della Federazione Russa sono incentrati sulla distruzione delle nostre infrastrutture [militari], tra cui gli impianti del complesso militare industriale, i nodi e i sistemi di comando e le unità dispiegate lungo la linea del fronte,” ha detto Skibitskyi.     

Il testo completo dell’intervista è disponibile in lingua inglese a questo link.

L’Ucraina usa con successo un sistema di difesa aerea ibrido. L’Ucraina ha usato con successo un sistema di difesa aerea ibrido, abbattendo un drone Shahed a nove chilometri di distanza durante un attacco russo di droni nella notte del 17 gennaio. A renderlo noto è stato Oleksandr Kamyshin, il Ministro delle industrie strategiche dell’Ucraina in un intervento alla Casa ucraina (Ukraine House) a Davos il 17 gennaio.

“Abbiamo trovato un modo di creare quelli che chiamiamo i sistemi di difesa aerea fai da te. Prendiamo installazioni di tipo sovietico e adattiamo missili occidentali su questi sistemi, oppure prendiamo lanciatori e missili occidentali e li integriamo con i sistemi [radar] dell’era sovietica,” ha spiegato Kamyshin.

“Sono contento di annunciare che uno di questi sistemi è già stato utilizzato con successo la notte passata. Abbiamo abbattuto uno Shahed a nove chilometri di distanza dall’altezza di 400 metri. Questo è il primo utilizzo di un sistema di questo tipo,” ha aggiunto.

I droni ucraini attaccano un deposito di petrolio in territorio russo, a più di 1.000 chilometri di distanza dal confine. Il 18 gennaio, i droni ucraini hanno attaccato un deposito di petrolio a San Pietroburgo. Secondo quanto ha riferito una fonte nei servizi di sicurezza all’emittente pubblica ucraina Suspilne, l’operazione è stata svolta dal Comparto intelligence principale presso il Ministero della Difesa ucraino “con l’utilizzo di moderni mezzi ucraini”. Seguite il link per la notizia dettagliata in lingua inglese.

Gli alleati inaugurano la “coalizione artiglieria” per l’Ucraina. Il 18 gennaio, il Ministero delle Forze Armate della Francia ha annunciato il lancio della coalizione di artiglieria a sostegno dell’Ucraina. L’iniziativa, guidata da Francia e Stati Uniti, riunisce 23 nazioni ed è una delle componenti del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina.

La coalizione mira a consolidare gli sforzi per aiutare l’Ucraina “nel breve e lungo termine, a disporre di una forza di artiglieria adatta alle esigenze della controffensiva e del suo esercito di domani”, ha dichiarato il Ministero delle Forze Armate francese in un comunicato stampa.

La Francia ha la capacità di produrre nel 2024 78 cannoni Caesar destinati all’Ucraina. Lo ha dichiarato il Ministro della Difesa francese, Sébastien Lecornu in un’intervista alla radio France Inter. Nelle settimane a venire, la Francia fornirà sei obici semoventi Caesar all’Ucraina, gli armamenti sono stati comprati da Kyiv. La Francia è disposta a finanziare 12 cannoni Caesar per l’Ucraina, ha affermato Lecornu, chiedendo agli alleati di fare uno sforzo per pagarne altri 60.

A che punto sono i piani per trasferire i beni congelati della Russia all’Ucraina? Un video servizio “Ukraine in Flames” (Ucraina in fiamme) è disponibile in lingua inglese a questo link.

Come la Russia manipola le informazioni per screditare i profughi ucraini nell’Unione Europea. Un video servizio “Ukraine in Flames” (Ucraina in fiamme) è disponibile in lingua inglese a questo link.

Foto: Mstyslav Chernov. Il fotografo Yevhen Maloletka indica il fumo che si alza dopo un bombardamento aereo russo dell’ospedale con reparti maternità e pediatrici a Mariupol il 9 marzo 2022. La scena fa parte del film “20 giorni a Mariupol” (20 Days in Mariupol) di Mstyslav Chernov, nominato agli Oscar 2024 come miglior documentario.

Il docufilm segue tre reporter ucraini che lavorano per l’agenzia internazionale Associated Press. Si ritrovano intrappolati in una Mariupol assediata nelle prime settimane dell’invasione russa. Sono gli unici giornalisti rimasti in città, così le immagini che riprendono diventano la testimonianza preziosa delle atrocità commesse dai russi e di questa tappa della guerra. Per approfondire, visitate il sito del film “20 giorni a Mariupol”.