Il caso Markiv: cosa ne sappiamo fin’ora. Aggiornamento in corso

Aggiornato il 6 luglio

L’Ordinanza con le accuse di Markiv. Il telegiornale TSN è l’unico team di giornalisti ucraini attualmente in Italia che lavora al caso Markiv. I reporter sono riusciti a impossessarsi dell’ordinanza di custodia cautelare che contiene le accuse che la Procura ha presentato nei confronti di Markiv e che ha portato al fermo del soldato ucraino.

I giornalisti di TSN l’hanno poi tradotto e pubblicato in ucraino. Ecco alcuni screenshot del documento in italiano, seguite i nostri aggiornamenti per sapere di più sul contenuto di tale documento.

Chi è un nuovo avvocato di Markiv, il suo primo commento alla stampa ucraina. Alcuni media ucraini, incluso Ukrainska Pravda e Hromadske TV hanno riportato il nome del nuovo avvocato di Vitaliy Markiv. È Raffaele Della Valle. Hromadske TV l’ha contattato il 5 luglio al telefono e l’avvocato ha confermato che le accuse contro Markiv si basano sulla testimonianza di due giornalisti italiani. [In base alle informazioni precedenti probabilmente si tratterebbe di Ilaria Morani e Marcello Fauci – UCMC]. L’UCMC riporta la citazione dell’avvocato tradotta dall’ucraino. “È davvero troppo poco. Gli avvenimenti hanno avuto luogo in circostanze di guerra e la situazione era abbastanza complicata. Non è semplice identificare il colpevole perchè non è semplicemente una persona ha sparato e ucciso un’altra. Bisogna sentire le testimonianze della parte ucraina e capire quali ebbero le posizioni delle truppe ucraine. Occorre quindi stabilire chi sparò e da dove e svolgere un’investigazione meticolosa. Abbiamo intenzione di contattare presto le autorità ucraine”. Secondo l’avvocato, la difesa di Markiv ha intenzione di collaborare, in particolare con il Ministero della difesa ucraino.


Aggiornato il 5 luglio

L’udienza di convalida. Il millitare ucraino Vitaliy Markiv rimarrà in stato di fermo in Italia per un termine indefinito. Il 4 luglio il caso non è infatti stato valutato nel merito dal tribunale poiché la seduta è durata soltanto 15 minuti. All’imputato è stata presentata l’incriminazione ma Markiv si è avvalso della facoltà di non rispondere. Secondo Radio Liberty, che a sua volta cita fonti diplomatiche, Markiv ha deciso di non rispondere alle domande del GIP poiché starebbe valutando un cambio di avvocato. Il caso del militare ucraino era stato affidato il 4 di luglio ad un difensore d’ufficio. Su iniziativa della propria famiglia, però, il cittadino italo-ucraino ha deciso di affidarsi ad un legale di fiducia che tutelerà i suoi interessi durante le future sedute ed, eventualmente, in tribunale. Inoltre anche i rappresentanti del Consolato generale ucraino a Milano sono stati presenti all’udienza.

Secondo Radio Liberty, che si riferisce nuovamente a fonti diplomatiche, la data della prossima seduta del caso non è stata ancora annunciata. Molto dipenderà dal ricorso del nuovo avvocato, che però ha bisogno di tempo per studiare la documentazione.

Nella vicenda legale sono inoltre apparse due nuove figure. Il telegiornale ucraino TSN e alcuni media italiani riportano che, oltre alla testimonianza del giornalista francese William Roguelon, le accuse a Markiv si fondano sui racconti di due giornalisti italiani Marcello Fauci e Ilaria Morani. Entrambi non erano presenti sul luogo dell’incidente. In un pezzo scritto per il Corriere della Sera del 25 maggio 2014, la Morani citava la conversazione telefonica con una propria fonte anonima denominata “un capitano” dell’esercito ucraino. Nella conversazione, il “capitano” le aveva dichiarato che: “Normalmente noi non spariamo in direzione della città e sui civili, ma appena vediamo un movimento carichiamo l’artiglieria pesante”.

Secondo TSN, il procuratore Zanoncelli avrebbe confermato in maniera informale ai giornalisti ucraini che il telefono della madre di Markiv era stato intercettato per due mesi. Il procuratore ha anche affermato che gli investigatori sono in possesso delle dichiarazioni di due testimoni oculari locali che avrebbero visto l’attacco di mortaio che ha causato la morte di Rocchelli.

Altre informazioni utili sono reperibili su Milano Today e StopFake.


Aggiornato il 4 luglio

Spostata l’udienza di convalida. Il battaglione del Generale Kulchytsky della Guardia nazionale ucraina ha comunicato tramite la propria pagina Facebook che l’udienza di convalida (fissata per il 4 luglio) è stata spostata di un giorno. Il cambiamento deriva dal fatto che “un nuovo avvocato italiano sta esaminando i materiali del caso”. “Le informazioni provvengono dagli amici in Italia,” conclude il comunicato. Alle ore 17.00 di Kyiv non abbiamo registrato altre informazioni in merito.

Alcuni volontari e giornalisti ucraini si dichiarano pronti a testimoniare. Il Capo del dipartimento di comunicazioni presso il Ministero dell’interno Artem Shevchenko ha postato sulla sua pagina Facebook una foto del giugno 2014 scattata sulla collina Karachun. Nella foto vi sono il giornalista Arcadii Babchenko e lo stesso Artem Shevchenko, che all’epoca dei fatti svolgeva la professione di giornalista. Nella foto sono presenti anche i medici volontari Armen Nikogosyan e Ilya Lysenko; il volontario Yuriy Kasyanov che si occupa/occupava dei rifornimenti per l’esercito ucraino, e lo stesso Vitaliy Markiv. “Tutte queste persone sono disposte a testimoniare sotto giuramento davanti alla giustizia italiana circa le circostanze della morte del giornalista Rocchelli e del traduttore Mironov,” scrive Shevchenko, aggiungendo che ha saputo i dettagli del caso “nel corso delle conversazioni con i soldati della Guardia Nazionale ucraina e con i paracadutisti sul monte Karachun”.

In questa foto di fine giugno 2014 sul Monte Karachun nei pressi di Sloviansk (Ucaina) si possono vedere Arkadii…

Geplaatst door МВС України op Dinsdag 4 juli 2017

A sua volta, Andriy Tsaplienko, giornalista ucraino del servizio notiziario TSN ha postato su Facebook una foto di Vitaliy Markiv dello stesso periodo. Nella foto Markiv tiene un lanciagranate portatile anticarro che, secondo Tsaplienko, era l’arma più pesante nell’unità a quello periodo. “I militari della Guardia nazionale non hanno mai avuto mortai. […] Tutta l’artiglieria e tutti mortai in quel momento erano a disposizione della 95a brigata, ubicata in un altro posto,” ha riportato il giornalista. Tsaplienko ha anche  confermato che i civili individuati da Artem Shevchenko fossero sul posto durante quei giorni. “Vorrei che venisse stabilita la verità in questa storia,” aggiunge Tsaplienko.

Віталій Марків на горі Карачун. Боєць Нацгвардії. З батальйону імені Кульчицького. Рівно три роки тому. Влітку 2014-го….

Geplaatst door Andriy Tsaplienko op Dinsdag 4 juli 2017

La comunità ucraina in Italia rilascia un comunicato a sostegno di Markiv. I rappresentanti delle Associazioni e delle comunità ucraine in Italia hanno rilasciato un comunicato stampa a sostegno di Markiv. “Tutte le persone che conoscono Vitaliy lo descrivono come un ragazzo dalla condotta esemplare, con alto senso di giustizia e animato da sani valori patriotici,” si dice nel comunicato. “Restando fiduciosi nella giustizia italiana esprimiamo la nostra solidarietà a Vitaliy e alla sua famiglia, convinti che la sua completa innocenza sarà sicuramente dimostrata durante il processo. Contemporaneamente ribadiamo ancora una volta la nostra vicinanza alla famiglia di Andrea Rocchelli e condividiamo il suo diritto a conoscere la verità sulla morte del loro figlio. Speriamo che grazie alla collaborazione fra la procura italiana e quella ucraina la verità possa emergere presto e i veri assassini di Andrea vengano trovati e condannati”. Il testo completo della dichiarazione è accesibile su questo link.

Le manifestazioni a sostegno di Vitaliy Markiv a Kyiv. Il 3 luglio davanti all’Ambasciata d’Italia a Kyiv si sono radunati amici e colleghi militari di Markiv per esprimere il loro appoggio al militare ucraino arrestato in Italia.

Il 4 luglio i rappresentanti dell’organizzazione “Il Corpo nazionale” (un organismo politico creato dal battaglione Azov) hanno protestato davanti l’Ambasciata d’Italia a Kyiv contro l’arresto di Markiv. I manifestanti hanno passato un appello all’Ambasciatore italiano e chiesto la liberazione di Markiv per bocca del parlamentare ucraino Andriy Biletsky. I rappresentanti dell’organizzazione hanno portato le foto dei cittadini italiani che combattono nel Donbas al lato dei militanti. “Stiamo rivolgendoci all’Ambasciata della Repubblica italiana perché volgano la loro attenzione sui mercenari che uccidono i nostri soldati ucraini,” ha detto il portavoce del Corpo nazionale Oleksandr Alfyorov.

Foto: azov.press

Il 30 giugno mentre rientrava dopo due anni e mezzo di assenza in Italia, è stato arrestato il militare italo-ucraino Vitaliy Markiv, ritenuto responsabile dell’omicidio del fotogiornalista italiano Andrea Rocchelli. Rocchelli e il difensore dei diritti umani russo Andrey Mironov sono morti in un attacco nei pressi di Sloviansk, nella regione di Donetsk, nel maggio 2014.

Da allora, le forze dell’ordine ucraine stanno portando avanti le indagini a riguardo. Il corso dell’investigazione è stato oggetto di numerose discussioni durante gli incontri bilaterali italo-ucraini, anche ad alto livello. Secondo il Viceprocuratore ucraino Yevhen Yenin la Procura generale ucraina collabora attivamente nelle indagini con i colleghi italiani della Procura di Pavia, la quale si occupa del caso. L’arresto di Markiv è però stato un evento inaspettato per la parte ucraina.

“Secondo i dati dell’investigazione ucraina, la morte di due giornalisti è avvenuta in seguito ad un attacco d’artiglieria da parte delle truppe russo-terroriste,” ha scritto Yenin. In seguito, su un canale tv ucraino, il Viceprocuratore ha fatto notare che le informazioni ricavate durante l’indagine punterebbero il dito contro il fuoco incrociato che ha avuto luogo quel giorno.

Da vari tentativi di ricercare ulteriori dati da fonti accessibili, risulta che basandosi sulla postazione dove erano situate le truppe ucraine e sul tipo di armi a loro disposizione in quel momento, sarebbe stato impossibile colpire la zona dove si trovava il giornalista italiano. L’investigazione ucraina non ha tuttavia stabilito chi fossero i responsabili del tragico evento.

Il 1° luglio, il Ministero dell’Interno d’Ucraina ha rilasciato una dichiarazione nella quale si riferisce che ad informare le autorità italiane sul coinvolgimento nella morte di Rocchelli dell’unità in cui prestava servizio Markiv sarebbe stato un giornalista francese. (Probabilmente, si tratta di un giornalista che si trovava sul posto e che rimase ferito durante tale evento.) Il Ministero informa inoltre che il giornalista francese ha anche presentato un video a supporto della sua testimonianza.

Chi è Vitaliy Markiv? Vitaliy Markiv è un soldato della Guardia Nazionale Ucraina, un gruppo delle forze armate ucraine paragonabili all’arma dei Carabinieri. In particolare, Markiv è vicecapo di un plotone del battaglione del Generale Kulchytsky e serve con il grado di sergente maggiore.

Nato in Ucraina, dal 2003 ha vissuto in Italia insieme alla sua famiglia. E’ tornato in Ucraina durante il Maidan e in seguito si è arruolato nella Guardia nazionale, dove ha combattuto nell’est del Paese. Al momento dell’arresto, stava tornando in Italia dopo 2 anni e mezzo di assenza per rivedere la madre che ancora vi risiede.

L’udienza di convalida è stata fissata dal giudice per il 4 luglio. I diplomatici ucraini in Italia si sono rivolti alle autorità italiane e hanno chiesto l’accesso per il console ucraino sia all’arrestato sia alla seduta dell’udienza.

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Foto principale: il progetto “Se non ci fosse la guerra”.