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L’Ucraina potrebbe contrastare il Nord Stream 2 con riforme e accordi internazionali – gli esperti

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Per prevenire l’avvio del progetto Nord Stream 2, l’Ucraina deve effettuare in modo più attivo le riforme nel settore del gas, così come anche ribadire le condizioni degli accordi in cui partecipa con i partner europei. Questa è l’opinione degli esperti presentata durante la discussione presso l’Ukraine Crisis Media Center “Le guerre del gas della Russia: cosa devono fare l’Ucraina e l’Ue perché la sicurezza energetica smetta a essere un’arma”.

Lo strumento geopolitico del Cremlino
Illia Zaslavsky, esperta della Fondazione “Vilna Rossia” (la Russia libera), ha presentato il suo rapporto analitico “I giochi del gas del Cremlino nell’Europa: le conseguenze per la politica”. La conclusione chiave del documento è che il Nord Stream 2 è un progetto politicamente motivato, poiché crea delle sfide serie sia per la legislazione europea vigente sia per i principi fondamentali dell’Ue, rappresentando inoltre una minaccia per gli interessi di sicurezza dell’Ue e degli Usa. Secondo il rapporto la Gazprom, anche se formalmente un’impresa operante nel mercato del gas, non è altro che uno strumento del Cremlino per i suoi giochi geopolitici. “Il Nord Stream e il TurkStream 2 hanno come scopo non solo di aggirare l’Ucraina, ma anche di creare nuovi hub del gas in territorio europeo. Questi hub si localizzerebbero in Germania ed eventualmente  anche in Turchia, aggirando così l’Europa centro-orientale,” ha sottolineato Zaslavsky. “Si tratta della sicurezza collettiva dell’intera Europa centro-orientale,” ha aggiunto l’esperta.

Come l’Ucraina potrebbe contrastare il progetto
Secondo gli esperti, la prima cosa che l’Ucraina potrebbe fare per contrastare il progetto è diventare più attraente e comprensibile come un partner, realizzando i propri impegni rientranti nel Terzo pacchetto energia e in altri accordi. Alan Riley, professore di diritto ed esperto dell’Atlantic Council, ha fatto notare come i partner aspettano che l’Ucraina svolga il cosiddetto “unbundling” – cioè la separazione della produzione e distribuzione sia del gas naturale sia dell’energia elettrica. Il Paese dovrebbe inoltre  liberalizzare il mercato di gas e presentare una chiara “tabella di marcia” delle attività fino al 2019, chiarendo tra le altre cose quali saranno le tariffe per il transito. “Se l’Ucraina proporrà tariffe basse e molto competitive per la distribuzione del gas russo, queste renderanno il Nord Stream 2 insostenibile dal punto di vista economico,” ha detto il docente. Alan Riley ha sottolineato che il sistema di trasporto del gas e le risorse esistenti di gas naturale consentono all’Ucraina di partecipare allo sviluppo del mercato europeo aperto del gas.

Gli strumenti dell’Unione europea
Mykhailo Honchar, presidente del Centro “Strategia XXI”, ha fatto notare che secondo l’articolo 274 dell’Accordo di associazione dell’Ucraina con l’Ue non solo l’Ucraina dovrebbe iniziare eventuali consultazioni con l’Ue, ma anche Bruxelles con l’Ucraina. Nel caso di OPAL e Nord Stream 2, questa disposizione non è stata applicata. L’esperta afferma che secondo le informazioni in suo possesso ci sarebbero solo degli accordi preliminari e i negoziati in materia avranno luogo successivamente. “Dobbiamo assumere una posizione ferma nelle negoziazioni con Berlino e Bruxelles: non deve esserci alcuna luce verde per il progetto Nord Stream 2, perché questo è in contraddizione non solo con gli interessi di Ucraina e Polonia, ma anche dell’intera Ue; inoltre porterebbe a perdite per l’Ucraina fino a 2 miliardi di dollari. Qualora loro decidessero di portare avanti il progetto insieme con la Russia, allora l’Ucraina deve ricevere delle compensazioni per queste perdite”, ha detto Honchar.

Natalia Boyko, vice ministra per l’energia e l’industria mineraria dell’Ucraina, ha aggiunto che attualmente è in negoziazione un emendamento dell’accordo dell’Unione energetica. “Dobbiamo introdurre degli strumenti particolari da usare in situazioni del genere – che riguardano le comunicazioni transfrontaliere e l’uso dell’infrastruttura strategica,” ha detto la Boyko.

Secondo Olena Pavlenko, presidente del centro di analisi DiXi Group, il “punto di non ritorno” nel processo di costruzione del Nord Stream 2 sarà dato dall’avanzamento dell’integrazione del sistema ucraino di trasporto del gas con quello europeo; cioè il momento in cui il confine orientale ucraino diventerà “il punto di entrata” per il sistema europeo. “A partire da quel momento il sistema ucraino di trasporto del gas sarà considerato, da parte dei Paesi membri dell’Ue, come parte del sistema europeo in quanto funzionante in base alle regole europee. Si potrebbe così anche collaborare sulla base delle leggi europee e richiamare alle proprie responsabilità sulla base di standard europei,” ha fatto notare l’esperta.