Giorno 255: la difesa antiaerea ucraina aumenta l’efficienza contro i massicci raid russi, la Russia rientra nell’accordo sul grano

La difesa antiaerea ucraina aumenta l’efficienza, intercettando l’80 per cento dei missili durante un massiccio raid. Il 31 ottobre, la Russia ha lanciato diverse ondate di attacchi missilistici sui siti delle infrastrutture critiche ucraine. “I bombardieri strategici Tu-95 e Tu-160 hanno lanciato più di 50 missili da crociera Kh-101 e Kh-555 dal nord del Mar Caspio e dalla zona di Volgodonsk nella regione di Rostov,” ha affermato il comando dell’Aeronautica militare delle Forze Armate ucraine.

Le forze di difesa antiaerea ucraine hanno intercettato 44 degli oltre 50 missili sferrati dai russi. È uno dei risultati più alti finora raggiunti, è quanto reso noto dall’Aeronautica militare ucraina. A renderlo possibile sono stati esperienza estesa, dati dell’intelligence e un po’ di fortuna. Ad affermarlo è stato il portavoce del comando dell’Aeronautica militare delle Forze Armate ucraine, Yuriy Ignat, interpellato da RBC Ucraina. “Con un massiccio lancio dei missili, prima non raggiungevamo una percentuale così alta, [riuscivamo ad abbatterne] il 50-55 per cento. Questa volta siamo arrivati a quasi l’80 per cento. È un risultato senza precedenti. [L’Aeronautica militare] ha schierato i mezzi di difesa antiaerea, le unità di fuoco di supporto e i missili antiaerei, condizionando il risultato,” ha spiegato Ignat.

Allo stesso tempo, il risultato raggiunto il 31 ottobre non cancella la necessità di rafforzare il sistema di difesa antiaerea ucraino, sottolinea il portavoce del comando dell’Aeronautica militare. “Dobbiamo sostituire completamente il sistema di difesa antiaerea. [I sistemi di cui disponiamo] sono di fabbricazione sovietica, [sono antiquati] sia per la composizione tecnica, che per i missili di cui sono dotati,” ha detto Yuriy Ignat.

La Russia rientra nell’accordo sul grano. Nonostante il ritiro della Russia dall’accordo sulle esportazioni di grano annunciato il 29 ottobre, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha rassicurato che l’accordo resterà in vigore e gli ispettori Onu proseguiranno con le ispezioni delle navi. La flotta turca garantirà la sicurezza del passaggio delle navi cariche di grano, è quanto affermato dalla Turchia. Il 31 ottobre, le Nazioni Unite, la Turchia e l’Ucraina hanno ripreso l’attuazione dell’intesa sul grano, riuscendo ad effettuare le ispezioni in modo più veloce senza la partecipazione della Russia. Così, nell’arco di qualche giorno, le tre parti hanno sbloccato le navi che si sono accumulate nel Bosforo nella seconda parte di ottobre per le code causate dalla Russia.

Il 2 novembre, a seguito di colloqui tra il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il Presidente russo Vladimir Putin, così come tra i ministri della Difesa di Turchia e Russia, il Ministero della Difesa russo ha annunciato che Mosca riprenderà la partecipazione all’accordo, affermando di aver ricevuto le garanzie scritte dall’Ucraina sull’inammissibilità dell’uso del corridoio del grano per azioni militari contro la Russia. Il Ministero degli Affari Esteri ucraino ha smentito l’esistenza di tali garanzie, ricordando che l’Ucraina non ha mai utilizzato il corridoio del grano per scopi militari.

“Mosca è rientrata nell’accordo sul grano grazie agli sforzi diplomatici attivi del Segretario generale dell’Onu António Guterres e del Presidente turco Recep Tayyip Erdogan. (…) In coordinazione con l’Ucraina, hanno trovato le parole giuste comprensibili a Putin. [Hanno negoziato] da una posizione di forza, non di concessioni,” ha detto il portavoce del Ministero degli Affari Esteri dell’Ucraina Oleh Nikolenko.

Al 12 novembre, nei porti della regione di Odesa, si procedeva con il carico di 920 mila tonnellate di prodotti agrari ucraini su 33 navi dirette in Asia, Africa e Europa. È quanto affermato dal Ministero dell’infrastruttura ucraino.

L’Ucraina libera 107 militari dalla prigionia russa, di cui 74 hanno difeso Mariupol. L’Ucraina ha liberato 107 militari in uno scambio. Ad annunciarlo è stato il capo dell’Ufficio del Presidente ucraino Andriy Yermak il 3 novembre. Tra i liberati ci sono sei ufficiali, 101 soldati e un sergente. Sono i membri delle Forze Armate, della Marina Militare, delle Forze della difesa territoriale, della Guardia di frontiera, della Polizia nazionale, del Servizio statale di trasporto specializzato e della Guardia nazionale. Settantaquattro sono difensori di Mariupol della guarnigione di Azovstal. “Siamo riusciti a riportare indietro i [militari] gravemente feriti e quelli confinati a letto che avevano prestato servizio a Mariupol, all’Azovstal, i ragazzi con le ferite da pallette di shrapnel alle braccia e gambe e con le ferite da armi da fuoco in diverse parti del corpo. Ci sono le persone con arti amputati e ustioni,” ha detto Yermak in un post su Telegram. “C’è anche un militare che è rimasto ferito in un’esplosione nella prigione di Olenivka,” ha aggiunto.

Come l’Ucraina fronteggia la situazione straordinaria nel settore dell’energia. Un video servizio “Ukraine in Flames” (Ucraina in fiamme) è disponibile in lingua inglese in due parti: prima e seconda.

Come le organizzazioni della società civile documentano i crimini di guerra della Russia. Un video servizio “Ukraine in Flames” (Ucraina in fiamme) è disponibile in lingua inglese e francese.

Come la città di Bucha rinasce dopo le atrocità subite. Un video servizio “Ukraine in Flames” (Ucraina in fiamme) è disponibile in lingua inglese a questo link.

Foto: il Ministero dell’infrastruttura ucraino. Le portarinfuse Bozburun-M e Gokova-M destinate a Etiopia, Yemen e Afghanistan vengono caricate di grano in un porto nella regione di Odesa nell’ambito dell’accordo sul grano.